Piazza “Tasso” per noi ragazzi della Terracina del tempo che fu è sempre stato il luogo in cui comandavano le “cap d’pezza”, ma anche lo spazio dove c’era la fontanella che ti permetteva di bere senza dover chiedere un bicchiere d’acqua alla latteria della mamma di Marcellino, di andare in trasferta al Bar Grande o a piazza Cipollata.
La piazza delle “cap d’pezza” è dunque rimasta nel nostro positivo immaginario di fanciulli e vederla ridotta nell’attuale condizione ci crea un disagio quasi fisico.
Nell’ultimo periodo sopra la piazza delle “cape d’pezza” ci torniamo per “adempimenti familiari” e purtroppo troviamo sempre un motivo di “tormento” nel vederla come il tempo e l’incultura, ma anche “l’uomo terracinensis al comando” l’hanno in peggio trasformata.
Pena interiore che assommava prepotente l’altro giorno anche guardando il nobile e storico “Palazzo Braschi”, costruito solo nel XVIII secolo.
Dove si nota in bella vista la “pazzia” dei lavori realizzati per posizionare i discendenti dell’acqua piovana lungo la sua facciata.
I responsabili tecnici e le maestranze impegnate alla bisogna non hanno trovato di meglio che l’infausta soluzione di far passare i tubi “segando” le antiche travi.
Questo empio lavoro fatto ad uno dei palazzi storici più belli ed importanti della Città grida vendetta e l’immediato ripristino dello stato dei luoghi.
Senza escludere, come scriveva Bertold Brecht: di un giudice a Berlino.
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