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Ciclo delle acque nel territorio del Comune di Terracina, proposta per la Giunta

scritto da Redazione
Ciclo delle acque nel territorio del Comune di Terracina, proposta per la Giunta

Con la deliberazione di C. C. n. 122/XXI, del 26/10/2007, è stato approvato il Piano di Azione Ambientale del Comune di Terracina proposto dal Forum di Agenda 21 Locale. Tra gli obiettivi stabiliti dal suddetto Piano d’Azione è previsto il “Controllo e la gestione del ciclo delle acque nel territorio comunale”.
Questo nuovo approccio al problema – sostenuto dall’istituzione di un Tavolo dedicato, con più componenti tra cui l’ASSESSORE ALL’AMBIENTE, A21L, ASSOCIAZIONE MEDICA TERRACINESE, LEGA NAVALE, CONSORZIO TERRACINA D’AMARE, ASCOM CONFCOMMERCIO TERRACINA e WWF LITORALE PONTINO – riguardante i criteri per affrontare l’intero “Ciclo delle acque nel territorio comunale”, intende privilegiare non soltanto una gestione integrata delle acque attraverso azioni mirate di analisi, monitoraggio, controllo e previsione, ma soprattutto mira a predisporre azioni necessarie ad identificare e a rimuovere le cause dell’inquinamento, ai fini della tutela, del risanamento, della qualità e dell’uso corretto e sostenibile delle risorse idriche.
Tali criteri innovativi sono stati fissati, progressivamente, e dunque recepiti dal Piano di Azione Ambientale, sia a seguito delle direttive europee che della legislazione nazionale e regionale disciplinanti la materia, tra cui occorre ricordare, in particolare: La Legge n. 36 del 5/01/1994; la Legge regionale n. 6 del 25/01/1996; il Decreto Legislativo n. 152 del 3/04/2006 (modificato con il Decreto Ministeriale n. 260 dell’8/11/2010; la Direttiva Europea 2006/7/CE; il Decreto Legislativo n. 116 del 30/05/2008; il Decreto Ministeriale n. 97 del 30/03/2010.
Pertanto, sulla base del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente e del Piano di Azione Ambientale del Comune di Terracina (2007), e del successivo Rapporto di Analisi Ambientale per l’ottenimento della certificazione relativa, secondo lo standard internazionale (ISO 14001) o in base al Regolamento Europeo 761/2001 EMAS (2008), le azioni integrate di tutela riguardanti il “Ciclo delle acque” devono comprendere obiettivi riguardanti i seguenti sistemi:

  1. Le acque superficiali
  2. Le acque sotterranee
  3. Le acque marino-costiere
  4. Le acque del Sistema Idrico Integrato

Le acque superficiali
Per il primo punto, relativo alle acque superficiali e alla loro qualità, i dati di riferimento disponibili derivano dal nuovo Piano di Tutela delle  Acque della Regione Lazio (approvato in data 29/09/2007) e dai suoi aggiornamenti annuali. Questo piano ha suddiviso il territorio regionale in 39 bacini idrografici, sulla base degli obiettivi stabiliti dal Decreto Legislativo n. 152/2006.
Il territorio del Comune di Terracina è interessato da 3 bacini idrografici:

  • Il Bacino 27 RMA           –        Rio Martino (49 mila ettari)
  • Il Bacino 28 BAD            –        Badino (79 mila ettari)
  • Il Bacino 29 FON/ITR   –        Fondi-Itri (50 mila ettari)

Il bacino principale (28 BAD-Badino) è interessato da diversi e importanti corpi idrici: Il fiume Ninfa-Sisto, il fiume Linea-Pio, il canale Botte, il fiume Amaseno e il fiume Ufente. Il primo fiume ha la sua foce nel litorale occidentale del territorio comunale; il secondo fiume scarica le sue acque sia alla foce di Badino, attraverso il canale diversivo di Linea, sia alla foce del Porto-canale di Terracina; gli altri due fiumi e il canale Botte convogliano le loro acque nel fiume Portatore e le scaricano nella foce di Badino.
Nel territorio di Terracina lo stato qualitativo dei suddetti corpi idrici monitorati risulta pessimo (Rosso, classe 5), con ambienti molto inquinati, sia dal punto di vista biologico (a rischio la sopravvivenza della fauna) che chimico, a causa della forte pressione antropica e dell’impatto esercitato dalla diffusa presenza produttiva della media e piccola industria, dall’intensa attività agricola e dal diffuso insediamento residenziale.
Le acque sotterranee.
Per il secondo punto, riguardante le acque sotterranee e la loro qualità, il piano di tutela regionale delle acque ha evidenziato la criticità dell’impatto agricolo e zootecnico sulle acque sotterranee del Bacino 28 – Badino.
L’inquinamento delle acque sotterranee, dovuto ai nitrati di origine agricola, ha portato alla classificazione delle zone vulnerabili, sin dal 2004, attraverso un’apposita deliberazione regionale, approvata ai sensi della direttiva Europea n. 91/676.
In particolare, tra le aree vulnerabili monitorate c’è il settore meridionale della Pianura Pontina, compreso il territorio di Terracina, inserito in un contesto idrogeologico ad alto rischio di contaminazione delle falde. Infatti, nei due pozzi di Terracina monitorati (ubicati al Km 97 e 95 della Pontina), a 50 e a 40 metri di profondità, la presenza dei nitrati è compresa tra i 95 mg/l e i 143 mg/l, a fronte di una soglia di attenzione posta a 35 mg/l ed una soglia di guardia posta a 50 mg/l.
Le acque marino-costiere
Per il terzo punto, relativo alle acque marino-costiere e alla loro qualità, la direttiva europea 2006/7/CE e il Decreto Legislativo n. 116/2008 hanno individuato gli indicatori di rilevanza sanitaria per il controllo della contaminazione delle acque di balneazione (gli Enterococchi intestinali e l’Escherichia Coli).
La balneazione lungo la costa della Provincia di Latina (dai dati ARPA 2012) risulta distribuita nel modo seguente: su 184 Km di costa quella balneabile per l’intera stagione è di 166 Km, pari a circa il 90%.
Lo stato di qualità delle aree costiere della Provincia di Latina (dai dati ARPA 2012) risulta distribuita nel modo seguente: L’85% circa è classificata eccellente, l’8% buona, il 4,4% sufficiente, il 2,2% scarsa.
Diversa appare invece la situazione a Terracina, come si evince dal confronto con i dati provinciali. La balneazione lungo la costa del Comune di Terracina (dati Regione Lazio, Area Conservazione Qualità Ambiente) risulta distribuita nel modo seguente: su 10 Km di costa, quella balneabile per l’intera stagione è di 7 Km, pari al 70%. Lo stato di qualità delle aree costiere balneabili (dati ARPA 2012, fino ad agosto 2013) risulta distribuita nel modo seguente: il 58% circa è classificata eccellente, il 6 % buona, il 2 % sufficiente e il 4 % scarsa, mentre per il restante 30% la balneazione è vietata per la presenza delle infrastrutture portuali e delle foci dei grandi corpi idrici lungo il litorale di Terracina. A tale proposito, e per dovere di cronaca, occorre segnalare i dubbi emersi sull’attendibilità delle analisi eseguite recentemente dall’ARPA per quanto riguarda le modalità di prelievo. Appare del tutto evidente, quindi, l’influsso del carico inquinante portato dai corpi idrici superficiali sulle acque marino-costiere di Terracina e sulle sue aree di balneazione, oltre che sul vasto habitat marino costituito dal Sito di Importanza Comunitaria (SIC) n. IT6000013, relativo ai fondali tra Capo Circeo e Terracina (con estensione di circa 3.800 ettari, con una profondità media di 20 metri e con la presenza di una estesa Prateria di Posidonia, classificata come “Tipo di Habitat prioritario” (n. 1120 Natura 2000).
A questa rilevante criticità occorre inoltre aggiungere l’influenza portata dall’impatto antropico determinato dalla presenza di un fitto insediamento residenziale, concentrato sulla fascia costiera fino a 300 metri all’interno del territorio litoraneo e per una lunghezza di circa 8 Km. Tale insediamento, come è noto, oltre ad essere interessato da un notevole abusivismo edilizio, esteso peraltro anche nel resto del territorio (su circa 14.300 edifici abusivi soltanto 5.248 sono stati condonati, mentre i restanti 9.052 edifici rimangono tuttora abusivi, non essendo state ancora valutate le richieste di condono edilizio presentate tra il 1985 e il 2003, secondo i dati dell’Ufficio Condoni del Comune di Terracina), manca per gran parte dell’obbligatorio allaccio alla rete fognante, determinando così, accanto ad una condizione di irregolarità diffusa e fuori controllo, notevoli rischi ambientali. Sono proprio le aree marino-costiere interessate dal diffuso insediamento residenziale e turistico-ricettivo, infine, quelle maggiormente soggette al potenziale rischio di comparsa di alghe tossiche, di inquinanti di origine antropica e di sostanze nocive per la salute della popolazione.
Le acque del Sistema Idrico Integrato
Per il quarto punto, riguardante le acque del Sistema Idrico Integrato e la loro qualità, i dati di riferimento disponibili derivano dai rapporti annuali dell’attuale gestore Acqualatina spa.
Il Comune di Terracina è compreso nell’ATO 4 (Ambito Territoriale Ottimale, Lazio meridionale, Latina) ai sensi della Legge n. 6/1996, in attuazione della Legge n. 36/1994.
L’ATO 4 comprende 36 Comuni, di cui 32 nella Provincia di Latina, 2 nella Provincia di Frosinone e 2 nella Provincia di Roma, per un totale di circa 603.571 abitanti residenti.
L’ATO 4 ha affidato la gestione del servizio alla società Aqualatina spa nel 2002. Quest’ultima, sulla base della convenzione, deve garantire i servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua per usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue, di manutenzione del sistema fognario e acquedottistico, di qualità dell’acqua potabile (ai sensi del decreto legislativo n. 31/2001).
Tutta la rete idrica dell’ATO4, attualmente gestita da Acqualatina, è di 3.600 Km ( di cui soltanto 1.100 Km mappati e digitalizzati al 2012).
La legge prevede sufficientemente servita una popolazione quando i reflui della rete fognaria convogliati e depurati corrispondono al 75% della popolazione.
Il Comune di Terracina ha una rete idrica lunga circa 120/140 Km, mentre la lunghezza della rete fognaria è di circa 70/80 Km, per una popolazione di circa 44.500 abitanti ed una popolazione servita di circa 26.000 abitanti equivalenti, pari a circa il 60%, dunque con servizi fognari insufficienti rispetto alla popolazione.
Sul territorio comunale sono presenti due impianti di depurazione.
L’impianto di Via delle Cave aveva una potenzialità di 30.000 abitanti, ne serviva 24.500 e trattava 2.500.000 mc all’anno di reflui, con trattamento secondario, ricevendo da collettore fognario e versando a mare.
Da alcuni anni (dal 2004) si sta tentando di realizzare l’inversione del collegamento fognario verso il depuratore di Borgo Hermada, al fine di dismettere quello di Via delle Cave. Tuttavia, l’intervento non è stato ancora completato e le opere di inversione sono attualmente ferme (l’inversione realizzata finora è pari a circa il 70%).
L’impianto di Borgo Hermada ha una potenzialità di 80.000 abitanti, è autorizzato per 55.000 abitanti equivalenti e ne serve 40.000, trattando circa 4.100.000 mc all’anno di reflui, ricevendo da collettore fognario e versando a mare tramite il fiume Portatore di Badino.
L’impianto deve essere potenziato fino a 120.000 abitanti, ma tale opera non risulta nel programma degli interventi di Acqualatina nel prossimo quinquennio.
Si attendono, inoltre, gli interventi per l’adeguamento e la realizzazione dei necessari collettori fognari previsti dal servizio, oltre agli impianti per la sanificazione delle acque reflue e dei fanghi di depurazione per riuso agricolo.
La rete acquedottistica, allo stesso modo, attende ancora il necessario risanamento e adeguamento degli impianti, mentre risultano ancora insufficienti i recuperi relativi alle dispersioni fisiche della rete idrica, a quelle amministrative (evasione) ed alle opere manutentive.
L’informazione sulla qualità dell’acqua potabile e sulla qualità del servizio all’utenza risulta altresì carente e non è ancora stato istituito nel Comune di Terracina il”Punto Acqua” (Conferenza dei Sindaci, deliberazione n. 9 del 13/11/2009), mentre nei 36 comuni dell’ATO4 ne sono già stati istituiti e attivati 23.
Va infine ricordato che il Programma degli Interventi predisposto per il miglioramento del servizio idrico nei prossimi anni (2012-2017), così come indicati nella deliberazione della Conferenza dei Sindaci n. 6 del 19/04/2013), risulta insufficiente sia rispetto alle attuali necessità che a quelle del prossimo quinquennio.
Sintesi di criticità
Sulla base di quanto esposto per i quattro punti sopra riportati, possono quindi indicarsi le relative sintesi di criticità:

  1. 1.    Stato qualitativo delle acque superficiali: pessimo.
  1. 2.    Stato qualitativo delle acque sotterranee: scarso.
  1. 3.    Stato qualitativo delle acque marino-costiere: eccellente e buono per circa il 64% delle aree costiere; sufficiente e scarso per circa il 6%; il resto, pari a circa il 30%, con il divieto di balneazione.
  1. 4.    Stato qualitativo delle acque del Servizio Idrico Integrato: insufficiente servizio fognario (rispetto al fabbisogno della popolazione), di depurazione e di trattamento e riuso dei reflui; insufficiente servizio di adeguamento e di manutenzione dell’impianto di rete fognaria e acquedottistica (dispersioni fisiche) e di gestione amministrativa (evasione); buona qualità dell’acqua potabile, ma insufficiente servizio informativo e di assistenza agli utenti per il suo uso consapevole, per il risparmio idrico e per l’adozione di comportamenti sostenibili relativi alla riduzione della spesa dell’acqua in bottiglia e della plastica nei rifiuti urbani.

Tali criticità, tra loro strettamente legate in una complessa interazione tra sistema naturale e sistema antropico, determinano evidenti variazioni nello stato dell’ambiente, un impatto notevole sulla qualità delle risorse naturali (pregiudicando la qualità delle acque, del suolo, della costa, ecc.) e gravi rischi per la salute umana, oltre a produrre danni rilevanti alla prevalente economia turistica della città e alle connesse attività ricettive, commerciali e di servizio.
Pertanto, occorre necessariamente rispondere a tale situazione, da parte dell’Amministrazione Comunale, attraverso una specifica deliberazione di indirizzo gestionale, in riferimento alla strategia di sostenibilità del Comune di Terracina e nel quadro dell’impegno normativo regionale, statale ed europeo, con la definizione, l’approvazione e l’avvio di un apposito Piano d’Azione relativo all’intero “Ciclo delle acque del territorio comunale”, finalizzato alla tutela e al progressivo miglioramento della qualità delle acque, tramite l’individuazione degli obiettivi da raggiungere entro il prossimo triennio 2014/2016.

Programma e interventi
Questo apposito Piano d’Azione dovrebbe prevedere un programma integrato straordinario basato su 4 obiettivi principali:

  1. Interventi per il risanamento dei corpi idrici di bacino.
  2. Interventi per reintegrare e tutelare la falda.
  3. Interventi per migliorare la qualità delle aree marino-costiere.
  4. Interventi per potenziare l’efficienza di gestione del Servizio Idrico Integrato.

Azioni di tutela
I suddetti obiettivi principali, inoltre, dovrebbero essere articolati da azioni integrate di tutela e di miglioramento delle risorse idriche:

  1. Censimento delle fonti di inquinamento del territorio per contrastare il degrado dei corpi idrici di bacino e per migliorare la qualità delle acque superficiali e sotterranee.
  1. Monitoraggio delle fonti di inquinamento della fascia costiera (con riferimento particolare al diffuso insediamento residenziale e turistico-ricettivo, abusivo e non, privo di allaccio alla rete fognaria) per contrastare questa specifica pressione antropica, per aumentare  la qualità delle aree marino-costiere e per migliorare la qualità delle acque di balneazione.
  1. Potenziamento del servizio di fognatura e di depurazione per il pieno raggiungimento del fabbisogno rispetto alla popolazione, per migliorare la qualità delle acque reflue allo scarico dei depuratori e il loro riutilizzo per uso agricolo, per accrescere l’efficienza manutentiva e gestionale degli impianti di rete (ottimizzazione degli acquedotti, risanamento e completamento delle rete fognante, recupero delle dispersioni fisiche e amministrative, ecc.).
  1. Miglioramento della qualità dell’acqua potabile (abbattimento degli inquinanti naturali sovrabbondanti, come ad esempio l’Arsenico), della qualità del servizio all’utenza (“Punto Acqua” Comunale) e della qualità dell’informazione sul valore della risorsa idrica, sul diritto di accesso e di uso, sul risparmio idrico e sull’adozione di comportamenti sostenibili nel consumo dell’acqua in bottiglie di plastica.

Emergenze e priorità
Gli obiettivi e le azioni di tutela integrata sopra riportati, infine, richiedono che siano affrontate e risolte alcune importanti emergenze e priorità, da parte dell’Ente Comunale:

  1. Individuare e controllare tutte le abitazioni non allacciate alla rete fognaria e verificare le modalità di smaltimento delle acque reflue prodotte.
  1. Individuare e controllare tutte le fosse settiche ancora in uso e le modalità della loro gestione, ai fini della loro totale eliminazione; nel frattempo, verificare la certificazione sulla tenuta delle fosse, mentre il possessore va sottoposto ad apposito contratto con Aqualatina, in modo tale da poter controllare la corretta gestione del sistema.
  1. Individuare e controllare tutte le attività economico-produttive (aziende, imprese, alberghi, campeggi, ecc.) non allacciate alla rete fognaria e verificare le modalità di smaltimento delle acque reflue prodotte.
  1. Far rispettare i regolamenti comunali per l’obbligo di allaccio alla pubblica fognatura, attraverso apposite ordinanze e relative sanzioni economiche per mancati adempimenti. Il Sindaco, nel caso non venissero rispettati né i regolamenti né le ordinanze, in quanto autorità sanitaria locale posta a tutela della salute pubblica, potrà agire facendo dichiarare l’inabitabilità degli immobili.
  1. Realizzare apposite campagne informative verso i residenti e verso le attività economico-produttive e turistico-ricettive per promuovere e favorire la regolarizzazione degli scarichi e l’allaccio alla rete fognaria pubblica e per avviare comportamenti virtuosi, rispettosi dell’ambiente (ad esempio recuperare gli oli esausti, solventi o altri prodotti chimici presenti nelle abitazioni e nelle attività produttive).
  1. Dismettere il vecchio depuratore di Via delle Cave, dopo aver completato l’inversione verso quello di Borgo Hermada.
  1. Realizzare la rete fognaria sulla fascia costiera orientale, fino al confine del Comune di Fondi (per il servizio alle attività turistico-ricettive, ai molti campeggi e alle residenze) e avviare la tutela e la valorizzazione della corrispondente zona pedemontana di Monte S. Angelo e della cosiddetta zona dell'”Acquasanta”, con le sue numerose sorgenti di acque naturali.
  1. Aderire subito al progetto Europeo BESSE (Brokering Environmentally Sustainable Sanitation for Europe), finanziato fino al 2020 dal 7° Programma Quadro della Commissione Europea per il rafforzamento delle politiche dello sviluppo sostenibile.
  1. Individuare e controllare tutti i frantoi attivi nel territorio comunale, le “Aziende” che hanno presentato la comunicazione per lo spandimento dei reflui zootecnici nelle “zone ordinarie” e le “Ditte” che hanno ricevuto le autorizzazioni allo scarico, mediante sub-irrigazione, verificando le modalità di smaltimento dei reflui prodotti e le eventuali autorizzazioni scadute.
  1.  Individuare, censire e controllare tutti i pozzi di emungimento delle falde freatiche.
  1. Verificare la regolarità e l’uso dei pozzi di emungimento delle falde freatiche (o la loro eventuale condizione abusiva), per contrastare i crescenti fenomeni di subsidenza, la diminuita pendenza dei canali, la risalita di acqua salata dal mare in controcorrente rispetto all’acqua di scorrimento superficiale e l’accumulo, durante la stagione secca, di liquami fortemente inquinanti a monte dei canali, che si riversano poi, con le prime piogge autunnali, verso il mare, con inevitabile moria della fauna ittica.
  1. Richiedere ad Acqualatina l’istituzione di un “Punto Acqua” comunale (come già avvenuto, a partire dal 2011, in altri 23 Comuni ATO4), al fine di consolidare la collaborazione tra il Comune, il Gestore e i cittadini, con l’obiettivo di costituire un nuovo ed importante punto di riferimento per tutti gli utenti del Servizio Idrico Integrato.
  1. Presentare nella Conferenza dei Sindaci dell’ATO4 tutte le esigenze tecniche e finanziarie del Comune di Terracina per la programmazione del prossimo quinquennio.
  1. Divulgare, in modo chiaro e permanente e nello stesso tempo in forma dettagliata e specifica (attraverso il “Punto Acqua” da istituire), tutte le caratteristiche e lo stato quantitativo e qualitativo dell’acqua potabile distribuita all’utenza e all’uscita del rubinetto, insieme ai criteri per l’efficienza gestionale degli impianti di potabilizzazione , i sistemi di disinfezione per il controllo della contaminazione microbiologica e quelli per la rimozione degli inquinanti naturali sovrabbondanti e della torbidità dell’acqua.
  1. Promuovere un apposito intervento di ripascimento morbido per ripristinare, in modo omogeneo e funzionale, il tratto di spiaggia del litorale compreso tra la foce del Sisto e quella di Badino, soggetta a ricorrenti fenomeni erosivi (soprattutto nel primo tratto a destra del Sisto) ed ancora oggi in condizioni di scarsa o nulla fruibilità turistica.
  1. Affrontare e risolvere, nello stesso tempo, il collegato e annoso problema dell’uso pubblico delle Traverse viarie e del libero accesso alla spiaggia e allo stesso tratto di litorale marino compreso tra Sisto e Badino, dalla Via Terracina-S. Felice Circeo.
  1. Verificare lo stato di attuazione dell’Area Marina Protetta realizzata nel tratto di costa tra Badino e Terracina (il progetto, avviato nel 2007, prevedeva un monitoraggio di 5 anni), al fine di svilupparne i presupposti di sostenibilità ambientale nell’ambito del più generale Piano di Gestione Regionale del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Praterie di Posidonie” (codice IT6000013, fondali tra Capo Circeo e Terracina).
  1. Verificare lo stato di acquisizione dei requisiti per la richiesta di assegnazione della Bandiera Blu da parte della FEE (Foundation for Environmental Education) al fine di predisporre il programma delle azioni specifiche volte al raggiungimento dei parametri imposti dall’organismo internazionale per tale assegnazione.
  1. Promuovere e sviluppare, con e tra le Forze dell’ordine presenti sul territorio, un sistema coordinato e permanente di controlli preventivi e susseguenti finalizzati a perseguire gli illeciti amministrativi e penali perpetrati a danno delle risorse idriche, non soltanto relativi a tutelare la qualità delle acque superficiali e sotterranee e quelle del servizio idrico di uso civile, ma soprattutto i diffusi illeciti stagionali realizzati a danno del mare, del litorale, della sicurezza dei cittadini e dell’economia turistica.
  1. Stipulare un protocollo d’intesa tra il Comune di Terracina e l’ARPA Lazio che abbia come finalità il monitoraggio permanente nel territorio comunale.
  1. Assicurare una costante, aggiornata e puntuale informazione al pubblico, divulgando con tempestività e con tutti gli strumenti di comunicazione previsti (tra cui internet), in varie lingue, i dati relativi non soltanto all’azione tecnico-amministrativa di tutela e di gestione ambientale, ma anche quelli più propriamente tecnico-scientifici legati alla diretta fruizione ambientale da parte dei cittadini e della popolazione turistica stagionale (come previsto dal D.L. n. 116/2008 e dal D.L. del 30/03/2010), al fine di garantire, nel rispetto della salute umana e della qualità della vita delle persone, la massima trasparenza dell’azione pubblica.

Proposta di deliberazione
Stabilito quindi il quadro normativo di riferimento e gli obiettivi principali riguardanti il “Ciclo delle acque nel territorio comunale”, individuate le criticità e la conseguente definizione delle linee per la stesura del necessario Piano d’Azione, con il suo programma ed i suoi scopi di tutela e di miglioramento delle risorse idriche, insieme alla indicazione delle emergenze e delle attuali priorità di interventi, la proposta di deliberazione avanzata dovrà infine contenere, a garanzia degli obiettivi strategici che si vogliono perseguire, l’indicazione dei mezzi e degli strumenti tecnico-amministrativi e finanziari adeguati, il Responsabile del Procedimento ed il rigoroso vincolo temporale di risultato.
Per tutto quanto sinora riportato ed esposto, si invita l’Amministrazione Comunale di Terracina ad accogliere la proposta elaborata dal Tavolo Permanente con il presente documento, a predisporre il conseguente atto amministrativo ed ad approvare la necessaria deliberazione di indirizzo gestionale avente per oggetto: “Ciclo delle acque nel territorio comunale. Piano d’Azione e programma degli interventi per la tutela e il miglioramento delle risorse idriche. 2014-2016”.

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