“Le irregolarità sulle determine e sull’affidamento dei lavori al cimitero di Borgo Montello, che lo scorso gennaio avevo segnalato alla segreteria generale del Comune di Latina, non soltanto erano fondate, ma evidenziano un contesto in cui l’amministrazione di Giovanni Di Giorgi opera con dolo in perfetta consapevolezza”. Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito Democratico di Latina, torna a denunciare il comportamento del Comune e, stavolta, potrebbero essere chiamate in causa sia la Procura della Corte dei Conti sia la Procura della Repubblica perché si faccia chiarezza e perché si accertino le responsabilità di certi comportamenti lesivi nei confronti dell’Ente.
Lo scorso gennaio Zuliani aveva ipotizzato una sorta di “spacchettamento” – procedura vietata dalla legge – per l’affidamento dei lavori per il cimitero di Borgo Montello. La democratica aveva notato una serie di determine che singolarmente non non necessitavano dell’indizione di una gara da parte dell’Ente pubblico per commissionare un lavoro, ma che, considerate complessivamente, avrebbero dovuto invece comportare un bando di gara. Quella procedura però, secondo Zuliani, presentava una serie di illegittimità, che la consigliera aveva denunciato alla segreteria generale del Comune di Latina e che oggi trovano conferma nella risposta scritta fornita dall’Ente.
La segreteria comunale, nella sua risposta, ha infatti confermato i dubbi posti da Zuliani ed ha messo nero su bianco i suoi sospetti divenute oggi certezze, scrivendo letteralmente: “L’analisi svolta delinea un quadro di complessa, plurima illegittimità”. Vengono poi evidenziati, nella risposta del segretario generale, anche tutti gli aspetti che determinano tale condizione. Vediamo alcuni esempi. Nella determinazione n.2556/2012 risulta “del tutto insufficiente la motivazione del ricorso all’affidamento diretto, tanto più che l’affidamento di per sé non postula un’effettiva urgenza”, mentre vengono definiti illegittimi, nel quadro economico, sia la previsione dei compensi, sia l’attribuzione di valore contrattuale alla determina stessa per effetto della sottoscrizione. Riguardo alle determine successive, di “rinnovo” dell’affidamento (n.2300/2013; n.423/2014; n.1626/2014), il segretario generale, oltre a diversi altri aspetti, specifica che: è “ingiustificato il frazionamento della durata dell’appalto, posto che trattasi di attività assolutamente ordinarie e, come tali, prevedibili e programmabili” e definisce lo stesso rinnovo “illegittimo, perché questo sarebbe stato ammissibile soltanto se previsto negli atti di gara e contabilizzato nell’importo posto a base della stessa”. Ed esplicitamente viene scritto: “trattasi di un frazionamento sistematico, motivato da urgenza non sussistente, in violazione ripetuta della normativa sugli appalti”
Zuliani, nella nota inviata al segretario, aveva anche sottolineato che il valore complessivo delle determine superava i 40mila euro e che quindi il Comune avrebbe dovuto indire una gara per affidare i lavori, come come aveva fatto la prima volta, nel 2012. Invece aveva continuato a commissionare i lavori a “pacchetti” di tre mesi, senza peraltro rispettare in un caso neanche le tempistiche per la pubblicazione degli atti, ed oggi se ne è capito il perché: nella nota, il segretario generale spiega infatti che gli uffici del Bilancio avevano per ben due volte negato i soldi per i lavori, motivando il diniego sulla base della non pertinenza del capitolo di spesa indicato nell’atto, ed altri aspetti, tra cui il fatto che fosse necessario “uniformare l’atto – come sottolineò il dirigente del Servizio – al quadro normativo in tema di affidamento dei lavori, servizi e forniture”.
“Il Comune sapeva quindi perfettamente – afferma Zuliani – di non essere in regola con la normativa vigente, perché un dirigente, in autotutela dell’Ente, lo aveva chiaramente già detto. Perché allora si è continuato con la stessa prassi, in consapevole violazione della legge?”. Zuliani invita inoltre il sindaco ad una profonda riflessione politica: “Considerando che quelle determine sono state firmate, nel tempo, da tre dirigenti diversi, e che si viene a configurare un vero e proprio modus operandi di illegittimità diffusa in quasi ogni settore del Comune, soprattutto dove si intrecciano gli interessi economici di molti, il sindaco Giovanni Di Giorgi prenda atto degli errori della sua amministrazione e si faccia da parte. Così come ha deciso di commissariare l’Urbanistica ponendone a capo un ex prefetto, il sindaco faccia lo stesso anche con gli altri settori, lasci il Comune e faccia commissariare l’Ente”.