Mancano medici di base
In Italia i medici di famiglia sono passati dai circa 44.400 del 2016 ai 40.700 del 2021. Lasciando quasi tre milioni di italiani senza assistenza di base. Un’emergenza sociale rilanciata anche da Alessandro Dabbene. Vicesegretario nazionale della Federazione italiana medici di Medicina generale. Un calo costante di medici di base che ha avuto un impatto anche sugli ambulatori. Chiusi al ritmo di circa mille all’anno a partire dal 2019. Secondo l’Ente nazionale di previdenza e assistenza medici (Enpam), nei primi sei mesi del 2022 sono entrati in servizio solo 226 nuovi medici di famiglia. A fronte di 2.173 pensionamenti. Se la tendenza non cambia, nel 2023 ci saranno in Italia circa 38mila medici di base in servizio. Duemila in meno rispetto al 2022. Rispetto a una necessità di almeno 42mila.
Caso Lombardia
I medici di base, quindi, vanno in pensione e non vengono sostituiti. E così in Lombardia oltre mille cittadini di Olgiate Molgora e Mandello del Lario rimangono senza medico della mutua. “In primavera si prospettano altri pensionamenti e la situazione si aggraverà ulteriormente“, avverte il Codacons. Sollecitando le autorità sanitarie regionali ad “intervenire celermente per porre rimedio alle inefficienze che interessano la sanità“. Un pessimo inizio anno, dunque, per oltre mille cittadini di Olgiate Molgora e Mandello che rimangono senza medico di base. “A Mandello, le persone non hanno ricevuto preventiva comunicazione. Eppure l’azienda sanitaria informa i cittadini che vi sarebbero due medici con disponibilità a prendersi in carico nuovi pazienti- aggiunge l’associazione di tutela dei consumatori-. Più grave sembra essere la situazione ad Olgiate Molgora. Mancano specialisti che possano sostituire il medici di riferimento, andato in pensione a fine anno”. Nei comuni di Bellano, Casargo, Nibionno e Bulciago, Costa Masnaga e Merate si intervenuti con ambulatori temporanei. Tuttavia, in primavera è previsto il pensionamento di altri medici di famiglia. “Se la situazione non venisse risolta dall’Ats con urgenza si arriverebbe al collasso“, evidenzia il Codacons.
Riforma
L’ex premier Mario Draghi aveva annunciato una riforma dei medici di famiglia. Con l’obbligo di lavorare un minimo di ore dentro le Case di comunità e nel distretto. Per integrarli meglio nella nuova sanità territoriale. Ora il governo dovrà decidere cosa fare. A ribadire la carenza è l’Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali. A fonte di 40.250 medici di famiglia complessivi la media di italiani assistiti per ognuno di loro è di 1.237. Con il valore più alto al Nord (1.326), rispetto al Centro (1.159) e al Sud (1.102). Le nuove leve che potranno usufruire di 900 borse in più all’anno approvate dal precedente esecutivo grazie ai fondi del Pnrr che si sommano ai finanziamenti ordinari. E così per tre anni e cioè fino al 2025 le borse passano da 1.879 a un totale di 2.779. Ma il presidente dell’Ordine dei medici Filippo Anelli, ha chiarito al Sole 24 Ore che il via libera alle nuove borse potrebbe non bastare. “Le carenze sul territorio sono tali che, per i prossimi cinque anni, andrebbero stanziate 4000 borse l’anno. Fino a che saremo sul picco della gobba pensionistica“.