«La delega alla Marina, assunta dalla sottoscritta nella precedente amministrazione, non è stata esercitata in maniera così distratta se sono rimasta vittima di un attentato incendiario alla macchina di famiglia parcheggiata nel giardino di casa, dopo aver denunciato un abuso sul lungomare».
Il capogruppo del M5S, Maria Grazia Ciolfi, replica così alle ultime dichiarazioni dell’assessore Di Cocco nell’ambito del dibattito nato a seguito dell’operazione antimafia ad Aprilia.
L’iter giudiziario per l’attentato ai danni della consigliera ha visto il mandante patteggiare, ma è ancora in corso per l’esecutore materiale. L’ultima udienza si è conclusa il 3 luglio scorso con il rinvio a marzo 2025.
«Per quel fatto – sottolinea Ciolfi – il Comune di Latina si è costituito parte civile e io sono stata inserita nel rapporto 2020 degli “Amministratori sotto tiro” redatto dall’associazione Avviso Pubblico, che si occupa della formazione civile contro le mafie a cui il Comune di Latina sotto la guida Celentano ha deciso di non voler più aderire, come denunciato anche da Libera».
«Il mio intervento, seguito alla conferenza stampa in Procura a Roma per i fatti di Aprilia e nella quale è stata menzionata, a chiare lettere dal comandante provinciale dei Carabinieri, la presenza di clan a protezione di attività commerciali del lungomare pontino, – conclude la consigliera – voleva essere un monito a tenere gli occhi aperti: non era mirato ad accusare l’attuale amministrazione, ma a evidenziare quanto il nostro territorio, e la marina in particolare, sia esposto alla criminalità organizzata e quanto ampia e costante debba essere l’azione di controllo, tutela e prevenzione dell’amministrazione di cui ora sono responsabili Di Cocco e il centrodestra».
I commenti non sono chiusi.