“Quello che lanciamo oggi è uno strumento di programmazione molto importante, che valorizza la negoziazione e la partecipazione; altre regioni come Piemonte e Lombardia sono molto più avanti a noi, ma anche nel Lazio stanno partendo vari contratti di fiume come per il Sacco, l’Aniene, i canali di bonifica di Latina e questo che riguarda l’Almone“. Così la consigliera Cristiana Avenali (Pd), promotrice della proposta di un contratto di fiume sull’Almone, lanciata oggi alla Sala Mechelli del Consiglio regionale del Lazio dalla Commissione Ambiente presieduta da Enrico Panunzi (Pd), su iniziativa del Comitato per il Parco della Caffarella, che ha visto la partecipazione dell’assessore all’Ambiente Fabio Refrigeri. L’Almone è un corso d’acqua di 22 km di lunghezza che attraversa il Parco dell’Appia Antica il cui percorso interessa i Comuni della zona dei Castelli Romani di Marino e Rocca di Papa, Ciampino e due Municipi di Roma (VII e VIII). Per Roberto Federici, portavoce dell’associazione di volontariato del Parco della Caffarella, “l’Almone possiede tutte le caratteristiche per essere il rivo su cui attuare il primo contratto di fiume di Roma. Un fiume pesantemente inquinato principalmente da scarichi urbani e discariche, che esonda facilmente con la pioggia inquinando il suolo della Caffarella“, la valle alluvionale il cui fondo è formato proprio dal materiale trasportato dal fiume Almone. “Siamo nel cuore del Parco dell’Appia Antica ed è evidente l’importanza del tema – ha dichiarato Refrigeri – occorre riportare il fiume ad essere tale e trasformare quella realtà in un’opportunità, anche per una migliore fruizione turistica-ambientale. Siamo disponibili a presentare in tempi immediati una norma che codifichi a livello regionale i contratti di fiume; per i finanziamenti c’è già una posta sui fondi europei, mentre è al via una cabina di regia regionale su tutti i contratti di fiume del Lazio“. Ma cosa è il contratto di fiume? La sottoscrizione, su base volontaria, di un accordo che permette di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale, intervengono in modo prioritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale. Sono strumenti di programmazione negoziata in cui entrano in gioco comunità, territorio, politiche e progetti, con i quali si intende effettuare il passaggio da politiche di tutela dell’ambiente a più ampie politiche di gestione delle risorse paesistico-ambientali. La Regione Lazio ha aderito alla Carta nazionale sui contratti di fiume con una delibera di Giunta del novembre scorso e ha quindi il compito di coordinare tutte le azioni sui territori, per far partire i primi contratti di fiume del Lazio. “Piena collaborazione della Commissione Ambiente del Consiglio” è stata espressa dal presidente Panunzi. Per Gianluca Quadrana (Lista civica Zingaretti) “una grandissima impresa con uno strumento semplice ma che serve a far prendere ai vari soggetti le proprie responsabilità“. Silvana Denicolò (M5S) ha manifestato “grande preoccupazione per il folle proposito dell’enorme sviluppo abitativo del Comune di Marino“, auspicando “l’allargamento dei confini del Parco dell’Appia Antica“. All’incontro sono intervenuti altri soggetti interessati al contratto di fiume sull’Almone, giudicato uno strumento “risolutivo” da Alma Rossi, direttore dell’Ente parco Appia Antica, dopo “la troppa frammentazione degli interventi di questi anni sul secondo fiume per portata tributario del Tevere dopo l’Aniene“. “Il fiume – ha spiegato Giovanni Fangucci dell’Autorità di bacino del Tevere – è uno dei 14 corridoi ambientali individuati in base al criterio della perennità dall’Autorità di bacino nei piani per la difesa del suolo (oltre ai due corridoi fluviali del Tevere e dell’Aniene), dove vivono circa 10mila persone nell’area di esondazione dell’Almone, delle quali circa 500 a rischio idraulico molto elevato“. All’incontro hanno partecipato anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Ciampino, Anna Rita Fraioli, il direttore dell’Arpa Lazio, Marco Lupo, e i rappresentanti della Città metropolitana di Roma, della Direzione Protezione Civile del Dipartimento all’Ambiente di Roma Capitale e del VII Municipio.