“Protesta del Partito democratico in Assemblea capitolina. Dopo il secondo appello andato a vuoto senza raggiungere il numero legale la seduta d’Aula – convocata alle 15.30 – non si e’ ancora aperta e i consiglieri del Pd accusano la maggioranza M5S: “Vergognatevi, state facendo melina perche’ il Segretariato generale ha bocciato la delibera Coia” sul nuovo regolamento per il commercio su area pubblica, al primo punto dell’ordine dei lavori. “Non trasformerete quest’Aula in uno show, vi ricordo che al secondo richiamo all’ordine verrete espulsi”, la risposta del presidente dell’Assemblea, Marcello De Vito. “I presenti del M5S non entrano in Aula perche’ ci sono fibrillazioni interne. Il segretario generale ha espresso parere contrario sulla delibera Coia sia dal punto di vista economico-finanziario che giuridico. Stanno evidentemente facendo melina: noi in apertura di Consiglio abbiamo presentato una pregiudiziale per chiedere che la delibera non venga discussa”, ha spiegato la capogruppo del Pd, Michela Di Biase. “La delibera puo’ anche andare in Aula con il parere negativo per assurdo, in base all’articolo 49 comma 4 del Tuel, ma avrebbero dovuto portare una delibera recante le motivazioni perche’ nonostante il parere contrario si decide comunque di portarla a votazione”. I consiglieri comunali, infatti, rispondono in solido del voto e quindi si esporrebbe l’amministrazione a un rilievo della Corte dei conti, come successo per Ama. Per Di Biase “e’ evidente il
grande imbarazzo del M5S, stanno provando a scrivere degli emendamenti per superare il parere negativo ma questo e’ possibile solo riscrivendo la delibera”. Roma, ha concluso la capogruppo, “e’ ostaggio della lotta intestina tra Meloni e Coia, mentre il Pd che ha dato subito il numero legale prende atto che invece loro non rispondono all’appello in Aula pur essendo presenti e sfuggono alla discussione. Siamo contrari comunque anche nel merito a questa delibera che non e’ stata nemmeno discussa con la citta’, parti sociali, categorie e cittadini non sono stati coinvolti nemmeno minimamente”.