“Virginia Raggi rischia di finire malissimo la
sua avventura politica. E preoccupano le conseguenze su Roma del fallimento
della Raggi”. Lo scrive Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio
regionale del Lazio.
“Abbiamo atteso la fase del “lasciatela lavorare” ma dopo 100 giorni
siamo davvero sull’aereo più pazzo del mondo. E le urla, cara sindaca,
vengono tutte da casa tua. Al punto che Beppe Grillo ha dovuto richiamare
tutti all’ordine: nessuno fiati sulla Capitale. Ecco, qui sta il punto. Non
è il guru genovese che deve tutelare Roma e i suoi cittadini. Ma –
prosegue Storace – è dovere di chi è stato eletto alla guida della
città. Invece, Virginia Raggi si limita a strepitare al telefono, chiama il
Fondatore, urla, ma poi si accuccia al suo volere. Il caso Olimpiadi è sotto
gli occhi di tutti. Proposta al sindaco: pronuncia solennemente il tuo basta
in Campidoglio, rivolto anzitutto al tuo movimento politico. Le frasi con cui
il magistrato Tutino ha rinunciato – pure lui – al ruolo di assessore
capitolino al bilancio sono una clava: la Raggi ha qualità, ma non ha
sostegno dal suo partito. È condizionata negativamente dalla sua truppa. È
ora di un segnale di vita da parte del sindaco. Di autonomia. Credo –
aggiunge Storace su Il Giornale d’Italia – che in Consiglio comunale non
mancherebbero le voci di apprezzamento per una posizione libera dagli schemi
incredibili nei quali si pretende di incasellare chi ha l’onere di
rappresentare milioni di cittadini della Capitale. Non tema alcuna penale: se
Grillo si azzarda, rilanceremmo la sottoscrizione popolare che fu ipotizzata
tempo addietro da Fratelli d’Italia a tutela del sindaco in odor di multa da
parte del servizio d’ordine a Cinque stelle. Roma non merita l’umiliazione di
un primo cittadino comandato da un blog e da chi lo aziona. Virginia Raggi
recuperi la simpatia con cui si è imposta nel consenso popolare e faccia
dimenticare con un gesto orgoglioso tutto quello che è accaduto finora. Se
invece preferisce continuare come se nulla fosse – conclude Storace –
sappia che la spina la staccherà proprio Beppe Grillo. Si ricordi la storia
di Ignazio Marino…”