sabato 23 Novembre 2024,

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Comunità energetiche,la rivoluzione che parte dal basso

scritto da Redazione
Comunità energetiche,la rivoluzione che parte dal basso
Le comunità energetiche rinnovabili (Cer) sono uno straordinario strumento di democratizzazione dell’energia: svilupparle significa disseminare la produzione energetica nel nostro Paese, ridurre la dipendenza di Paesi terzi, ridimensionare significativamente l’uso delle fonti fossili e, quindi, in ultima analisi, con le Cer si attua la transizione energetica, dal basso e capillarmente.
La società consortile per azioni Cethegus, promotrice ed organizzatrice degli Stati generali dell’Energia, si pone come fine quello di creare opportunità pensando alle fasce deboli della società e alle pmi che hanno visto ridursi gli utili con l’aumento delle bollette energetiche. Ma il principio di fondo è che bisogna cominciare seriamente a guardare alle generazioni future.
Grande il successo di partecipazione all’evento. Imprese, università, istituzioni, liberi professionisti e business community hanno risposto positivamente all’invito di Cethegus: ben 318 (provenienti da 10 regioni italiane) i presenti all’appuntamento con il tema della transizione energetica. Un successo per il ‘regista’ dell’operazione, Leonardo Valle, presidente di Cethegus scpa, promotore dell’iniziativa e autentico ‘trascinatore’ della giornata. Valle ha condiviso la conduzione dei lavori con il moderatore Marco Frittella, volto storico del Tg1 e direttore di Rai Libri. A fare gli onori di casa il professor Ugo Vitti, dirigente scolastico dell’IS.S. San Benedetto. All’assise hanno preso parte nella veste di relatori: l’on. Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione Lazio e Assessore allo Sviluppo Economico; l’on.Enrico Tiero, presidente della commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale del Lazio; l’ing. Valerio Lombardi AD Next Green Planet;  l’Ing. Luigi Ucci AD & Founder Upsidetown – Piattaforma di Crowdfunding; l’ing.Sebastiano Gobbo, amministratore piattaforma di crowdfunding Pmi; Giancarlo Vinacci, Head Advisory Board Assonautica Italiana/UnionCamere;  Marco Pecchinotti, Consigliere Delegato P&G SGR SpA; Stefano Di Rosa, Direttore generale del Consorzio Parco Scientifico e Tecnologico Pontino;  Manuela Rafaiani, CdA Fondazione Symbola, CEO Strategic Partners e l’on. Matteo Adinolfi Europarlamentare Gruppo ID (Identità e democrazia).  Presenti tra gli altri il dottor Domenico Gallo (Feder Forma); l’avvocato Antonio Oppicelli, cda Amiu Genova; il professor Fabio Massimo Frattale Mascioli, docente ordinario di Teoria dei circuiti presso l’Università La Sapienza di Roma; l’avvocato Giovanni Malinconico ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Latina; Antonio Bianconi, consulente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il dott. Giuseppe Palchetti, ex Toscana Finanza e Banca IFIS  ed ora gestore di grandi fondi di investimento privati nel campo energetico. Presenti anche autorità di sorveglianza e tutela dei consumatori, soggetti interessati a rendere lo modello proposto assolutamente sicuro per i cittadini.

Le principali ragioni per prendere parte a una Comunità energetica sono il risparmio e la garanzia di indipendenza e sicurezza energetica sul territorio. Non mancano le aspettative positive in termini di impatti sulla società e sull’ambiente, quali l’adozione di un modello più sostenibile, la lotta alla povertà energetica, il rafforzamento dei legami di comunità.
Entro il 2050, quasi la metà della popolazione europea potrebbe produrre energia, il 37% da comunità energetiche, con risvolti positivi sulla formazione, la consapevolezza ambientale, la riduzione delle emissioni, la partecipazione dei cittadini, la coesione sociale.
È necessario procedere quindi con lo sviluppo ed il potenziamento di nuovi modelli energetici e anche sociali per restituire la capacità di produzione e di consumo di energia ai cittadini che è stata persa attraverso i processi di centralizzazione.
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, si stima che 1,3-2,6 miliardi di persone sul pianeta soffrano di povertà energetica, con molteplici effetti negativi sia sul settore socioeconomico che sull’ambiente. L’attuale situazione nell’Unione europea sui livelli di povertà energetica, sulla base dei dati più recenti per gli indicatori chiave di misurazione dell’Osservatorio della povertà energetica dell’UE, indicano che il numero stimato di cittadini poveri di energia varia tra 50 e 125 milioni di persone, mentre l’assenza di politiche mirate dell’UE in materia di lotta alla povertà energetica ha incrementato gli impatti del problema.
Da questo punto di vista le comunità consentono, a soggetti in stato di povertà energetica che non potrebbero mai investire nella realizzazione di impianti a fonte rinnovabile di condividere, invece, i benefici della installazione di un impianto a fonte rinnovabile e di ottenere così importi che contribuiscono alla riduzione dei loro costi energetici.
Lo studio “Energy communities: an overview of energy and social innovation” riporta che coinvolgere i cittadini attraverso azioni energetiche collettive può rafforzare norme sociali positive e sostenere la transizione energetica. L’energia comunitaria, dunque, può favorire la partecipazione e il controllo dei cittadini sul processo decisionale in materia di energie rinnovabili. Il suo potenziale di innovazione sociale risiede anche nella capacità di integrare i consumatori indipendentemente dal loro reddito e dall’accesso al capitale, garantendo che i benefici del decentramento siano condivisi anche con coloro che non possono parteciparvi. Le comunità energetiche possono dunque rafforzare norme sociali forti e sostenere la partecipazione dei cittadini al sistema energetico.

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