venerdì 22 Novembre 2024,

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Conferenza stampa di fine anno del presidente della Provincia di Latina Armando Cusani

scritto da Redazione
Conferenza stampa di fine anno del presidente della Provincia di Latina Armando Cusani

Le attuali condizioni in cui versa il Paese influiscono sul modo di intendere il ruolo dello Stato e soprattutto degli Enti locali più prossimi al cittadino: la riaffermazione prepotente dei bisogni di sicurezza e di identità, il dilagare di conflitti senza regole, l’emergere del populismo come compensazione della crisi di egemonia democratica sono i frutti avvelenati della spoliticizzazione contemporanea fonte di generalizzazione qualunquista.
Si va avanti a fatica, per inerzia: i problemi irrisolti si moltiplicano, emerge l’incapacità ad elargire proposte, programmi o semplicemente idee, ciò che resta sono solo le polemiche. Delusione e disaffezione spingono i cittadini a rivolgersi altrove, o, più semplicemente, a disertare le urne.
In pochi mesi è sparito un mondo, sono cambiati equilibri ed alleanze: ma di fronte al collasso di un sistema i partiti, tutti, si sono fatti trovare impreparati, privi di un progetto alternativo. Nel momento del massimo bisogno, la politica ha dimostrato l’incapacità di riformare se stessa e di governare l’Italia.
Tuttavia, gli italiani più che mai hanno bisogno di ritrovare la fiducia nelle istituzioni, a partire da quelle locali, capaci di garantire maggiore certezza in forza di un rapporto di prossimità indissolubile con le istanze del territorio. Occorre ricomporre, anche nel piccolo delle comunità locali, l’unità nazionale come unità di intenti, di interesse comune, senza spaccature, lontano dai giochi di potere, dall’opportunismo, senza ipocrisie, altrimenti ci si allontana dall’idea di democrazia, come unità di persone che hanno un motivo per stare insieme, guidate dalla consapevolezza di utilizzare la politica come strumento di aiuto alla collettività, al fine di  garantire concretezza e coerenza nel mantenimento  delle promesse fatte.
Dopo l’euforia per una riduzione dello spread, che faceva sorgere il mito del “tecnico” come salvagente, cala mestamente l’inquietudine sulle sorti reali del Paese.
La crisi in atto è anzitutto sociale e rinvia alla perdita di valore del lavoro, alla eclisse della produttività di imprese decotte per mancanza di investimenti tecnologici, alla inadeguatezza delle politiche pubbliche per lo sviluppo e per la lotta contro le diseguaglianze estreme. I governi hanno finora fatto ricorso alla più classica delle politiche dei due tempi: prima viene l’emergenza che, in nome del risanamento immediato dei conti, giustifica tagli indiscriminati, misure devastanti che riconducono il tenore di vita delle persone indietro di almeno trent’anni; poi dovrebbe seguire una attenzione alla crescita. Ma con il prelievo fiscale salito in poche settimane, con addizionali regionali e comunali che decurtano gli stipendi familiari, con bollette alle stelle, con rincari del costo della vita che si verificano senza alcun contrasto, non si intravede all’orizzonte alcuna crescita.
Per questo la crisi, da economica e sociale, sta diventando politica, ossia crisi di legittimazione. E in ciò si nascondono le insidie peggiori. Quando a una società umiliata da tagli, dai blocchi dello stipendio, dall’inflazione,  dal  salasso dell’Imu, dall’aumento dell’Iva, il SENSO DI RESPONSABILITÀ deve guidare il processo di revisione degli impianti originari, di ricostruzione delle fondamenta del sistema, riprendendo in mano gli eventi ed impedire che tagli, austerità, sacrifici, rigore diventino l’unica agenda pubblica.
C’è bisogno allora di guardare alle politiche locali quelle fatte dai Comuni e dalle Province, indispensabili sul territorio e tornare a premiare chi ha lavorato bene,  chi ha dato risposte con senso di responsabilità, a distinguere tra efficienza ed inefficienza, senza abbandonarsi al qualunquismo.
La Provincia di Latina si è salvata, per ora, da una cancellazione illogica, inutile e soprattutto macchiata dalla incostituzionalità dell’impianto normativo voluto dal Governo. A molti, forse impegnati a fronteggiare le emergenze familiari connesse alla crisi ovvero presi dalla disaffezione generalizzata verso  ogni forma di governo del territorio, non hanno appieno compreso la portata devastante del riordino promosso da questo Governo. Allora nel provare a fare un bilancio di questo anno può non apparire sterile ricordare quanto la Provincia, numeri alla mano, faccia quotidianamente per i suoi cittadini, quanto sia loro più vicina di quanto si pensi e quanto potrebbe esserlo nel futuro se solo si volesse riconoscerle quel ruolo di area vasta sancito dalla Costituzione.
Resto infatti convinto che le autonomie locali devono dar luogo ad un sistema in cui le ragioni dell’efficienza amministrativa si coniughino con le ragioni della rappresentanza e della partecipazione.  Ci deve essere un equilibrio tra queste due istanze: non tutti gli enti “servono” alla partecipazione, non tutti i livelli di partecipazione sono compatibili con l’efficienza.
Ma è dai Comuni e dalle Province che occorrerà ripartire.

Armando Cusani

Provincia di Latina – Dati, Atti e Fatti (IL DOCUMENTO)

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