“In attesa di conoscere dettagliatamente il contenuto della sentenza della Consulta, dalle prime notizie appare inequivocabile l’ennesimo attacco alla libertà delle donne e alla genitorialità consapevole. Riconoscere la possibilità di dichiararsi obiettori di coscienza all’interno del sistema dei consultori, mina profondamente il ruolo di presidio territoriale dedicato alla salute della donna, della sua salute riproduttiva, delle famiglie“. Così, in una nota, il Coordinamento donne della Cgil di Roma e del Lazio. “Abbiamo salutato con grande favore il decreto emesso lo scorso giugno dal presidente Zingaretti in qualità di commissario ad acta per la sanità – continua la nota – Un decreto che ha avuto il merito di rimettere al centro del sistema territoriale i consultori, il loro ruolo di prevenzione sostegno e cura in un’ottica di tutela universale al diritto alla salute. Auspichiamo che il Tar del Lazio, cui è rimessa la decisione della Consulta, possa nuovamente riconfermare il ruolo degli operatori del consultorio come non direttamente impegnati nell’interruzione di gravidanza e quindi ritenere la prescrizione della cosiddetta pillola del giorno dopo o dei cinque giorni dopo nell’ambito della terapia medica e preventiva“.