‘Cori di Pietre e di Parole’. Secondo appuntamento del nuovo ciclo di conferenze
Sabato 26 Marzo si parlerà di ‘Protostoria nel territorio Lepino. Le età del Bronzo e del Ferro’
Secondo incontro con ‘Cori di pietre e di parole’, il primo ciclo di convegni del 2016 promosso dalla Direzione scientifica del Museo della Città e del Territorio di Cori, dall’Associazione Culturale Arcadia e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cori. Sabato 26 Marzo, alle ore 16:30, nella Sala Conferenze del Museo, si parlerà di ‘Protostoria nel territorio Lepino. Le età del Bronzo e del Ferro (2100/2000 a.C. – 850/825 a.C.)’, con le archeologhe Lucia Rosini e Carmela Anastasia.
L’età del Bronzo nel nostro territorio è testimoniata da alcuni importanti rinvenimenti, concentrati soprattutto nel comune di Sezze, dove fra il 1986 e il 1990 furono scoperti il contesto cultuale e funerario della Grotta Vittorio Vecchi e il sito di Tratturo Caniò. Testimonianze di singole fasi attribuibili a questo periodo si hanno anche dal territorio di Cori: la prima fase (Bronzo Antico) è testimoniata da un’ansa a gomito raccolta dal Gruppo Archeologico Romano negli anni ‘70 del secolo scorso. La fase più avanzata (Bronzo Medio) è invece presente fra i materiali recuperati durante i recenti saggi condotti in via dell’Impero.
Le fasi più recenti sono poco conosciute, se ne ha notizia certa solo per Sezze nel sito di Tratturo Caniò, anche se dai margini nord-occidentali della Pianura Pontina provengono testimonianze per questo periodo che indurrebbero a pensare ad una precisa strategia di occupazione del territorio, probabilmente in funzione dei contatti con il mondo Egeo che dovevano svolgersi lungo la costa, di cui si colgono significative testimonianze, ad esempio, nell’abitato di Casale Nuovo, a breve distanza dalla foce dell’Astura.
Più intricato il discorso per l’età del Bronzo Finale e la prima età del Ferro, epoche in cui sembrano aver origine centri destinati a durare almeno fino all’età Arcaica, come il complesso di Monte Carbolino-Valvisciolo-Caracupa, l’abitato di Le Cese presso Cisterna e Colle della Coedra vicino al lago di Giulianello. L’avvenuta stratificazione della società è rilevabile ad esempio dai corredi delle tombe di Valvisciolo o di Lariano.
Particolarmente significativa appare la strategia adottata nelle scelte ubicative degli abitati che, da una parte sembrano prediligere posizioni favorevoli al controllo delle vie di transito, da mettere in relazione probabilmente con la formazione delle due importanti direttrici di scambio fra l’area tirrenica centrale e la Campania (quella marittima e quella interna del Sacco-Liri), dall’altra, siti arroccati su cime piuttosto impervie (come Monte Nero e Roccagorga), sembrano indicare delle precise esigenze difensive.
I prossimi appuntamenti in programma. Sabato 16 Aprile, ore 16:30, ‘Cori di pietre e di parole’ con il prof. Francisco J. Lobera Serrano. Gran finale sabato 21 Maggio, alle ore 21, in compagnia dei Canusìa, ‘Fiore di cardo. Musica popolare del Lazio’, in occasione della Notte Europea dei Musei.
La Passione di Cristo nel canto delle donne di Giulianello. Via Crucis anche a Cori
Sacralità e canto popolare si fondono nella tradizionale processione del Venerdì Santo (25 Marzo) di Giulianello che ripercorre le tappe della Passione di Cristo. Le Donne di Giulianello, insieme ai ragazzi che anche quest’anno hanno frequentato la scuola del Canto della Passione, accompagneranno l’avanzare del corteo, che partirà alle 15:30 da piazza del Bottegone per arrivare alla Chiesa di San Giovanni Battista dopo aver attraversato le stradine del borgo.
Le Donne di Giulianello cantano assieme da 30 anni e all’inizio neppure sapevano di essere custodi di un’antica tradizione orale. Se oggi comincia a maturare una coscienza collettiva dell’importanza delle loro ugole, lo si deve al lungo percorso di recupero e valorizzazione di un patrimonio culturale che rischiava di andare perso, avviato all’inizio degli ‘70 da Raffaele Marchetti, col sostegno di illustri cultori della musica popolare come Giovanna Marini, Ambrogio Sparagna ed Erasmo Treglia, che prosegue oggi grazie all’impegno del MAG.
Il coro di contadine intonerà il caratteristico Canto della Passione, a cui si sono interessati i più grandi esperti di linguistica ed etnomusicologia, custodito nel Centre Pompidou di Parigi come una delle testimonianze più rare e preziose della musica contadina. Un canto legato a tradizioni remote, a lungo tramandato oralmente dalle donne che lavoravano nei campi. Un canto polifonico e paraliturgico, intonato da voci femminili soliste che si alternano, con un coro che risponde. Intensamente e drammaticamente rappresentativo di quel cantare contadino che ha segnato l’identità del territorio ed emblematico di quella Pietà popolare che si trasmette nei secoli e vede nelle donne un segno penitenziale significativo.
Anche a Cori verrà ricordato il calvario del Signore. Alle 20:30 partirà la Via Crucis dalla Chiesa di SS. Pietro e Paolo fino alla Chiesa di Santa Maria della Pietà. Lungo le strade che collegano Monte a Valle verranno ricordate le 14 stazioni del cammino di Gesù, con la croce in spalla, verso il patibolo (Golgoda). Prima dell’arrivo, i fedeli sosteranno davanti al monumento della Croce, nell’omonima piazza all’entrata del paese.