Siamo decisamente favorevoli e d’altronde non potremmo essere diversamente, alla volontà dell’Amministrazione di Cori di chiedere alla Regione Lazio l’inserimento della struttura ex-Ospedaliera all’interno dell’elenco delle future Case della Salute così come indicate nelle Raccomandazioni per la stesura degli Atti Aziendali di cui al D.C.A. n.206 del 2013 e come verrà richiesto nel Consiglio Comunale di domani mattina.
Nell’indirizzo dato dal Commissario ad acta Zingaretti, per la Provincia di Latina sono previsti soltanto tre plessi da riconvertire; Gaeta Minturno e Sezze ma, è pur vero che di fatto, una struttura con tali caratteristiche esiste già nella nostra Città con il nome di Ospedale di Comunità.
Ben undici anni orsono infatti, con l’Ammistrazione guidata allora da Tommaso Bianchi, si diede vita all’unica esperienza realizzata nel Centro Italia e quindi nel Lazio con l’estensione dell’assistenza domiciliare affidata ai Medici di Base ed integrata con quella socio-sanitaria.
Si rispose così ai bisogni ad alle esigenze dei cittadini di Cori e Giulianello con l’ambizione di coinvolgere un bacino di utenza più ampio quali anche i residenti di Norma e Roccamassima e per quanto riguarda i servizi sociali più avanzati anche l’intero Distretto Zonale con Aprilia e Cisterna.
La positività di tale operazione, duramente osteggiata dall’opposizione politica di allora e da sedicenti Comitati in difesa dell’Ospedale, trova riscontro nelle direttive regionali che rispecchiano appieno la struttura di Cori che può essere un esempio virtuoso ed una dimostrazione pratica della fattibilità del modello a suo tempo proposto ed oggi più attuale che mai.
Non ci poniamo quindi, nessun problema nominalistico su futuro dei Servizi Sanitari della nostra Città, ma siamo ancora una volta impegnati in prima linea nella difesa dei diritti incontestabili di tutti i cittadini senza distinzioni di appartenenza politica.