Sulla copertina di «Italie Magazine», rivista olandese che ogni mese racconta l’Italia, con uno spazio dedicato alle infinite particolarità territoriali che la contraddistinguono, è apparso in copertina, nel primo numero del 2013, l’immagine simbolo della Città di Cori, il Tempio detto di Ercole. Mirabile ancor oggi nella sua posizione panoramica, il Tempio in ottimo stato di conservazione, sovrasta l’Acropoli dell’Antica Cora, su una bellissima piazzetta incastonata nell’abitato medievale, da cui si ammirano, in giornate di cielo sereno, l’immensa distesa della pianura pontina, il promontorio del Circeo e le isole pontine.
Il Tempio detto di Ercole è uno dei monumenti più celebri del mondo romano. In base allo stile della cornice della porta e dell’architrave, ai caratteri dell’iscrizione, al materiale costruttivo e alla tecnica edilizia, è possibile datare il monumento nella seconda metà del II secolo a.C. La cornice della porta d’accesso alla cella conserva l’iscrizione dedicatoria con i nomi di coloro che ne curarono l’edificazione: i diumviri M. Manilio e L. Turpilio, magistrati locali, che per decreto del Senato di Cora, realizzarono e collaudarono la costruzione del tempio. Ad una precedente fase del santuario, forse contemporanea alla realizzazione del primo terrazzamento dell’Acropoli, appartengono i materiali votivi e architettonici in terracotta databili tra il IV e il II secolo a.C., rinvenuti nel 1961 ed oggi esposti nel Museo della Città e del Territorio di Cori. Sulla terrazza superiore dell’Acropoli, in epoca medievale, sorse la chiesa di S. Pietro distrutta dai bombardamenti del 1944. L’originario campanile, che occupava l’interno della cella, venne demolito nel 1842 e ricostruito all’esterno dell’edificio templare, dove si trova attualmente.
L’ottimo stato di conservazione del Tempio, gli è valso il riconoscimento dello status di monumento nazionale nel 1898: rappresenta, infatti, un elegante compromesso tra la tradizione italica dei templi tuscanici e la tradizione tardoellenistica, che a partire dal II secolo a.C., diede vita a forme architettoniche originali, sperimentate nei maggiori santuari del Lazio.
“La magia di sapere che le eccellenze storiche, artistiche e culturali del nostro territorio viaggino oltralpe, raggiungendo l’Europa, è una scoperta che ogni volta ci rinnova d’orgoglio – ha commentato il Sindaco Tommaso Conti – Cori, Città d’Arte sui Monti Lepini, viaggia da tempo internazionalmente per una serie di ragioni: il folklore, le produzioni vitivinicole, le bellezze storiche e paesaggistiche ancora visibili, raffinatezze e prelibatezze che non mancano di ricevere ad ogni occasione, rispettabili riconoscimenti”.