Un approfondimento scientifico legato alla caratterizzazione del vitigno Nero Buono è stato presentato venerdì 1 aprile presso l’azienda Cincinnato di Cori alla presenza del sindaco Mauro De Lillis, dell’assessore all’Agricoltura Simonetta Imperia, del presidente del Consorzio di Tutela Cori Doc Nazzareno Milita e delle aziende Carpineti e Filippi, anch’esse socie del Consorzio.
“Facciamo a Michelangelo i nostri più sinceri complimenti per il lavoro svolto – hanno dichiarato il primo cittadino e l’assessore Imperia – La scelta di dedicare la sua tesi di laurea al Nero Buono rappresenta per noi motivo di orgoglio. Da anni siamo, infatti, impegnati nella valorizzazione del nostro vitigno autoctono, non ultimo attraverso la creazione del Consorzio di Tutela, di cui anche il Comune fa parte. L’intuizione di costituire il Consorzio è nata in un’ottica innovativa di visione per la comunità. Il racconto delle nostre origini, della nostra identità legato alla valorizzare delle produzioni autoctone in un periodo di crisi economica è un segnale importante per il futuro”.
Il lavoro è stato sviluppato da Michelangelo Palombelli, giovane socio e amministratore della cantina Cincinnato, nell’ambito della tesi di laurea in Enologia presso l’Università di Perugia. Per l’occasione è intervenuta anche la professoressa Agnese Taticchi, titolare della cattedra di Enologia dell’ateneo e relatrice della tesi di laurea sul Nero Buono, mentre la moderazione dell’incontro è stata affidata al giornalista vitivinicolo Fabio Ciarla.
Palombelli e la professoressa Taticchi hanno presentato alla platea i risultati di un lavoro teso a individuare le caratteristiche principali del vitigno a bacca rossa autoctono di Cori, partendo dall’analisi dei vini commercializzati dalle varie aziende del territorio, ben felici di mettere a disposizione le loro bottiglie per un approfondimento così importante.
“Visitando altri territori del vino – ha detto Michelangelo Palombelli – mi sono accorto che a Cori e per il Nero Buono in particolare mancava un’adeguata letteratura scientifica. Sono partito da qui, dalla necessità di conoscere meglio il nostro patrimonio e ho pensato di analizzare i vini ottenuti da Nero Buono per scoprire quali sono i composti, che derivano dal nostro vitigno più importante, che li contraddistinguono”.
Lo studio ha riguardato 34 campioni di vini di tutte le aziende coresi, con produzioni riferite ad annate che vanno dal 2002 al 2020.
Elencati i dettagli tecnici della ricerca, i composti individuati nelle varie fasi di indagine e le sintesi di ciascun ambito di studio, la professoressa Taticchi ha poi tirato le conclusioni individuando nel “grande potenziale fenolico” del Nero Buono uno dei valori più importanti del vitigno. Interessante anche la notevole presenza di composti ritenuti validi per alcuni aspetti salutistici, come il Resveratrolo e l’acido 2-isopril malico, entrambi con capacità antiossidanti.
A seguire la parola è passata a Massimo Morassut, ricercatore del CREA Viticoltura Enologia di Velletri, tra i primi a studiare il Nero Buono con una indagine focalizzata sulle caratteristiche dell’uva prima ancora che dei vini. Una conferma delle potenzialità di un vitigno che è evidentemente una ricchezza per il territorio e che, per Morassut, ora deve essere rinforzato dal Consorzio di Tutela anche a livello di produzione, ampliando la sua presenza sul mercato. Invito al quale hanno risposto l’assessore Imperia e il presidente Milita, che hanno ribadito come le istituzioni siano impegnate proprio in questa direzione, auspicando che si consolidi il senso di comunità fondamentale per promuovere produzioni di questo tipo.
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