Tracce di una frequentazione continuativa del territorio corese già a partire dall’Età del Bronzo, prima che il paese si strutturasse con le sue fortificazioni. Un ulteriore momento di approfondimento sulla storia di Cori è stato offerto alla cittadinanza con il convegno «Le mura di Cora: lo scavo e i materiali», curato dagli archeologi Guendalina Viani (Museo della Città e del Territorio di Cori) e Jacopo Tabolli (Direttore scientifico del Museo Archeologico-Virtuale di Narce).
Oggetto della presentazione i risultati scientifici dello scavo archeologico aperto a ridosso del tratto nord-occidentale del circuito murario in opera poligonale di I maniera lungo via Fratelli Cervi.
Nell’area indagata, il giacimento archeologico, compromesso da dinamiche di crollo e dilavamento delle mura e da attività di rioccupazione in età medievale e moderna, è ridotto a due strati di differente cronologia e origine: un camminamento interno alle mura (seconda metà del IV- inizio II sec. a. C) e uno spesso interro che sigilla l’attività cantieristica del recinto urbano.
La scoperta è ancor più interessante perché i frammenti ceramici rinvenuti datano la costruzione delle mura al V sec. a.C. ma la presenza di un’ingente quantità di materiale residuale costituisce sicura prova di una costante e prolungata frequentazione del sito sin dal Bronzo Medio e la testimonianza, almeno per l’Età del Ferro, di un abitato già stabilmente impiantato sul colle, di gran lunga precedente la strutturazione della città arcaica e delle sue mura.
L’iniziativa, svolta presso l’incantevole Complesso Monumentale di S.Oliva, rientra nel ciclo di presentazioni, conferenze e convegni «Cori. Nuove fonti per lo studio della città» promosso dalla Direzione scientifica del Museo, dall’Associazione Culturale Arcadia e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cori. Prossimo appuntamento il 23 Novembre alle ore 16.00, con la presentazione del volume «Tra memoria dell’antico e identità culturale. Tempi e protagonisti della scoperta dei Monti Lepini», a cura di Margherita Cancellieri, Domenico Palombi, Francesco Maria Cifarelli e Stefania Quilici Gigli.