Sono oltre 100.000 le denunce pervenute all’Inail, al 30 novembre scorso, per infezioni professionali da Covid-19. “E’ un dato generale drammatico – sottolinea Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Sanità – se consideriamo che l’Inail non tiene conto dei casi di coloro che non sono assicurati e quindi stiamo parlando di cifre che vanno lette per difetto. A pagare il prezzo maggiore tra i lavoratori delle varie categorie professionali sono gli operatori della sanità e dell’assistenza sociale. Sono 71.673 i casi che li coinvolgono, pari al 68,7 del totale delle denunce giunte all’Inail. I tecnici della salute guidano, loro malgrado, questa classifica con il 38,6% di infezioni da Covid-19 contratte e tra di loro l’82% sono infermieri, il 18,6% sono OSS e il 9,5% medici”. Giuliano poi analizza i tristi numeri dei deceduti. “Sono 366 i decessi registrati. E’ un numero destinato tragicamente a aumentare quando verranno aggiornati i dati di dicembre. Anche in questo caso sono gli infermieri a contare i numeri più alti con il 9,3% di morti tra le loro fila a causa del virus”. Il sindacalista poi conclude. “Non possiamo restare inermi di fronte a questa ecatombe sociale che il virus ha scatenato. Gli operatori della sanità continuano a prestare con professionalità e generosità il loro servizio che non conoscerà un minuto di sosta neppure durante il Natale, ma dall’esplosione della pandemia a oggi il quadro generale e quello loro in particolare non ha mostrato miglioramenti. Per fare scudo al propagarsi del virus, per combatterlo e vincerlo, non si può prescindere dalla sicurezza assoluta di chi deve assistere e curare gli italiani”.