Sono gli infermieri la categoria degli operatori sanitari più esposta a contagio da Covid-19. Il dato si riferisce ai primi mesi dell’esplosione della pandemia ed è contenuto in uno monitoraggio congiunto tra Inail e Istituto Superiore di Sanità. “Sono numeri drammatici – commenta il Segretario Nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano – specialmente se si pensa che lo studio tiene conto di numeri aggiornati al 30 aprile del 2020 e su sole sette regioni: Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Abruzzo, Puglia e Sicilia. I famosi eroi che hanno riempito le pagine dei giornali, raccolto elogi e solidarietà non sono stati protetti come ci si sarebbe dovuto attendere. Gli infermieri risultati positivi sono il 47,9% del campione analizzato, seguiti da medici, che hanno contato un 20,5% di contagi tra le loro fila e operatori socio sanitari con 19,7%”. Giuliano prosegue: ”non c’è nulla di sorprendente in questa analisi perché gli infermieri, e con loro l’intera categoria degli operatori della sanità, sono stati quelli che si sono esposti in prima persona per affrontare, senza armi adeguate, un nemico di cui non si conoscevano contorni e forza. Quello che ci lascia amareggiati e che preoccupa è che oggi ci ritroviamo con l’Italia nuovamente travolta dalla terza ondata e sembra che il tempo sia trascorso invano. I casi di contagio e decessi tra i professionisti della sanità non si arrestano e la nazione è di nuovo messa in ginocchio senza che si veda all’orizzonte il possibile striscione del ritorno alla normalità. Il lancio della campagna vaccinale, tra spreco di risorse per le primule volute dall’ex Commissario Arcuri e problemi di approvvigionamento, non procede con i ritmi attesi. Eppure in un posto strategico come il Ministero della Salute siede ancora lo stesso responsabile, Roberto Speranza, che è stato protagonista con altri di un anno di gestione rivedibile dell’emergenza. Non si può pensare di combattere il virus solo a colpi di annunci e di decreti legge”. Il sindacalista poi conclude: “oggi come un anno fa chiediamo regole certe e tutele per mettere al riparo dai contagi tutti i professionisti della sanità. Lo facciamo mentre in alcune regioni arriva forte l’eco di nuovi casi di “furbetti del vaccino”, di amici e parenti di personaggi anche istituzionali che hanno usufruito, senza averne per il momento diritto, di dosi destinate a soggetti deboli, a operatori sanitari, a categorie protette. Non può essere questa la strada per vincere la battaglia contro il virus”.
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