“Il presidente del Consiglio Mario Draghi, al momento della presentazione del suo programma di governo, il 17 febbraio scorso, promise che la lotta alla pandemia sarebbe stata la prima priorità”. Inizia così la riflessione del presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, che spiega: “il primo ministro collocò tra le urgenze, oltre alla lotta alla pandemia la salvezza della vita dei cittadini ma, a tutt’oggi, questa seconda preoccupazione non si è assolutamente attenuata perché il numero dei morti fatica a decrescere e vorremmo conoscerne le motivazioni”. Secondo Maritato, chi si aspettava un cambio di passo è rimasto deluso. “Basta osservare il numero dei morti e quello delle vaccinazioni, sicuramente interdipendenti – insiste il presidente – non possiamo non constatare come l’eccesso di mortalità che si è manifestato nella realtà italiana necessiti di una attenta analisi critica, che auspichiamo sia prima o poi condotta dalla comunità scientifica e dagli esperti. Se nella prima ondata il Paese colto di sorpresa e per primo in Europa, si è trovato obiettivamente di fronte all’imponderabile, nelle successive fasi non è assolutamente giustificabile un improvvisato ‘fai da te’ andando avanti come nulla fosse. Alcuni elementi vanno indagati – sostiene il presidente – anche al fine di orientare le politiche sanitarie nei prossimi anni. Non possiamo ignorare il depauperamento dei nostri ospedali, con il taglio di posti letto e la drastica riduzione di medici ‘intensivisti’ e infermieri con un numero tra i più bassi d’Europa. Tutto quello che una pandemia non può sopportare”, chiosa Maritato.
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