“Ci fa piacere constatare come la Regione Lazio stia tentando di dare un’accelerata alle vaccinazioni, con l’allestimento di grandi centri vaccinali, come l’Auditorium o una maxi struttura presso l’aeroporto di Fiumicino”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega: “ci lascia un po’ più perplessi il simbolo assunto per caratterizzare tale campagna vaccinale: la sfortunata primula lanciata dal commissario all’emergenza Domenico Arcuri, in collaborazione con l’archistar Stefano Boeri, appassita prima di fiorire”. Maritato spiega le ragioni di tale insuccesso: “i padiglioni prefabbricati con il fiore impresso sopra dovevano essere realizzati per le vaccinazioni, secondo l’ideatore. In totale se ne erano previsti 1.200 come ‘segno di rinascita’. Il progetto si è trasformato, purtroppo, nell’ennesimo flop del vulcanico commissario all’emergenza. Il costo di un padiglione ammonta a 409 mila euro, per i 1.200 previsti avremmo raggiunto l’iperbolica cifra di 490 milioni 800mila: con tale cifra si potrebbe procedere alla ristrutturazione non di uno ma di due ospedali dismessi di grandi dimensioni”, commenta Maritato. “Considerata l’importanza di immagini e simboli nella comunicazione adottata per questa pandemia, sarebbe il caso che la Regione Lazio per rispetto dei cittadini lasci fiorire le primule sulle terrazze e nei giardini – continua a spiegare il presidente – cancellandole quale emblema di una campagna vaccinale messa continuamente in discussione, considerata la lentezza con cui procede. Si tenga conto – precisa Maritato – che la stessa Regione Lazio, che si apprestava ad acquisire ‘le primule vaccinali’, ha sempre rifiutato il restyling degli ospedali Forlanini e San Giacomo chiusi da anni, per carenza di fondi, privilegiando usare prefabbricati per tutte le attività legate alla pandemia”.
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