Difendere la dignità del territorio pontino, e salvaguardare i cittadini dal grave vulnus che certamente subiranno a seguito della riforma delle province, è ormai una delle prerogative del presidente Armando Cusani, il quale con propria ordinanza ha dato espresso mandato all’Avvocatura Provinciale, di impugnare innanzi al TAR la Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20 luglio 2012 avente ad oggetto “Determinazione dei criteri per il riordino delle province, a norma dell’articolo 17, comma 2, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95“.
Il governo Monti, ricorrendo ancora una volta alla cosiddetta decretazione d’urgenza ha emanato in data 6 luglio 2012 il D.L. 95, successivamente convertito in legge n.135/2012, recante “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”.
Tale decreto, di cui la deliberazione impugnata ne è diretta attuazione, ha proceduto del tutto arbitrariamente all’individuazione di due criteri applicativi, indispensabili alla riduzione del numero delle province italiane, in altre parole quello della dimensione territoriale, la quale non deve essere inferiore ai 2.500 km\q, e quello della popolazione residente non inferiore ai 350.000 abitanti.
«La procedura individuata dal governo Monti, di rinvio ad una deliberazione del Consiglio dei Ministri, per la fissazione di due requisiti minimi essenziali per il riordino degli enti provinciali, – esordisce il presidente Cusani – si pone in palese contrasto con numerose garanzie costituzionali statuite all’interno del Titolo V della nostra Carta Fondamentale, tra cui l’art 133 della Costituzione, il quale demanda esclusivamente ai Comuni, attraverso un iter “dal basso verso l’alto”, l’iniziativa del riordino delle circoscrizioni provinciali dello Stato sentite le Regioni, ove al Parlamento spetta solo ed esclusivamente un ruolo di verifica–ratifica; ed altresì l’art 77 Cost che come noto, consente al Governo nei soli casi di straordinarietà ed urgenza la possibilità di adottare provvedimenti provvisori con forza di legge.
Aspetto quest’ultimo palesemente disatteso dalle misure adottate dal governo Monti, il quale, celandosi dietro una decretazione d’urgenza dovuta alla necessità ridurre i costi pubblici al fine di contribuire al conseguimento degli obiettivi di finanza imposti dagli obblighi europei, asserisce nella relazione allegata al decreto, di non essere in grado di determinare l’effettiva quantificazione dei risparmi di spesa, discendente dal riordino, sino al completamento dello stesso.
L’iter procedurale previsto dal provvedimento sulla spending review delinea pertanto, un percorso già precostituito dal Governo palesemente contrario ai principi costituzionali di autonomia, sanciti in favore degli enti territoriali, i quali palesano un interesse diretto degli stessi a ricorrere innanzi alle apposite sedi giudiziarie, al fine di tutelare le proprie prerogative nonché gli interessi dei propri cittadini.
Queste e numerose altre sono le motivazioni a sostegno dell’impugnativa promossa dalla Provincia di Latina innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, la quale considerando inammissibile un provvedimento di Riordino che non tenga in minima considerazione le peculiarità di ogni singolo ente, quali ad esempio, la posizione geografica, le caratteristiche geo-morfologiche il reddito prodotto e la virtuosità legata alla singola efficienza amministrativa, continua la propria battaglia tanto per la tutela dei propri interessi, che per la cura concreta degli interessi della collettività di riferimento.
I cittadini – termina il presidente Cusani – saranno i primi a essere pesantemente pregiudicati dal nuovo assetto organizzativo provinciale, il cui prodotto determinerà la creazione di una macro provincia di area vasta, con inevitabile conseguenza di ritardi e inefficienza amministrativa.
Il nuovo ente provinciale del Lazio Meridionale, Latina-Frosinone arriverebbe a contare circa un milione e centomila abitanti su un territorio vastissimo di ben cinquemila chilometri quadrati, originando cosi un Ente provinciale ben più esteso e popoloso addirittura di altre Regioni Italiane, per tali ragioni, è necessario attivare ogni iniziativa utile ad ottenere la immediata sospensione di un provvedimento palesemente lesivo nei confronti dalla comunità che da anni rappresento».