Attivissimo sui social e ringalluzzito anche dall’esito della sentenza del Tar con cui il Tribunale amministrativo ha fatto decadere Sindaco e Consiglieri comunali del capoluogo (suggerisce ai colleghi di centrodestra di riallinearsi con il candidato sindaco Vincenzo Zaccheo), Pierpaolo Marcuzzi ha passato una prima metà di anno sicuramente difficile.
Da vice sindaco, per molti, era il vero regista dell’amministrazione di Terracina, guidata dalla “eretica” Roberta Tintari la quale, a differenza sua, non è organica al partito di maggioranza: Fratelli d’Italia.
Quei Fratelli d’Italia che sono sulla cresta dell’onda e che a Terracina hanno espresso prima dell’amministrazione Tintari, il Sindaco che più di tutti ha dato l’impronta politica al centrodestra ai piedi del Tempio di Giove Anxur: Nicola Procaccini, sindaco dal 2011 al 2019 e, successivamente, volato a Bruxelles da dove delizia i suoi elettori con video al vetriolo contro la cattiva Unione Europea, a favore della bella patria.
E che il legame tra Marcuzzi e Procaccini è stretto non lo testimonia solo la comune militanza nel partito di Giorgia Meloni, vieppiù un cursus honorum praticamente in simbiosi. Quando nel 2011 Procaccini viene eletto giovane sindaco di Terracina, Marcuzzi si inerpica sullo scranno come consigliere comunale di maggioranza con 450 preferenze. E negli anni delle amministrazioni a guida Procaccini, il geometra Marcuzzi è prima, dal 2011 al 2015, Assessore ai Lavori Pubblici, per poi diventare, dal 2016, una volta rieletto in Comune con 392 voti, Assessore all’Urbanistica.
Cariche che Marcuzzi occupa anche dopo l’upgrade europeo di Procaccini. Infatti, quando quest’ultimo incorona come suo successore l’attuale Sindaco Roberta Tintari, Marcuzzi diviene Vice Sindaco e mantiene l’Assessorato che comprende le deleghe di Urbanistica, Pianificazione Territoriale, Edilizia Privata e Pubblica, Usi Civici, Condoni, Servizi Cimiteriali, Toponomastica.
Tutto bene, anzi alla grande, tanto è che la carriera di Marcuzzi sembra ormai lanciata verso altri lidi. È lui, infatti, ad essere l’esponente di Fratelli d’Italia favorito per la corsa in Regione Lazio alle prossime elezioni del 2023. È lui che è candidato ancora in pectore, per il partito di Giorgia Meloni, a presiedere uno scranno alla Pisana.
C’è un però grande come il Tempio romano che stoppa la sua corsa. Infatti, il 14 gennaio scorso, viene arrestato e posto ai domiciliari nell’ambito dell’operazione eseguita da Carabinieri e Guardia Costiera di Terracina. Al Vice Sindaco sono contestati dalla Procura di Latina i reati di falso ideologico in atto pubblico, tentata truffa aggravata e turbativa d’asta commessi al fine di ottenere finanziamenti pubblici stanziati per gli eventi calamitosi che nell’ottobre dell’anno 2018 colpirono il territorio di Terracina e per importi sproporzionati rispetto ai danni riportati dalla tribuna dello stadio.
Solo ad aprile scorso, Marcuzzi, che nel frattempo risulta accusato dalla Procura di falso ideologico in atto pubblico, tentata truffa aggravata, turbativa d’asta e induzione indebita a dare o promettere utilità a fini elettorali, è di nuovo libero tra ricorsi al Riesame e Cassazione e una misura cautelare che sarebbe scaduta per decorrenza dei termini. Al contempo e prima del terremoto di gennaio, Marcuzzi era stato indagato e per tale ragione è a processo per rivelazione di segreto d’ufficio nella vicenda della lottizzazione alla ex Pro Infantia.
Insomma, guai giudiziari che hanno bloccato l’ascesa di Marcuzzi il quale dal sogno della Regione Lazio si è ritrovato in una situazione sicuramente difficile e da cui dovrà difendersi. Polemiche social e qualche attacco oltremodo velenoso, però, non lo scoraggiano ed ecco che in soccorso arriva il sodale politico di sempre, il suo leader. È Nicola Procaccini che come europarlamentare del gruppo Ecr ha bisogno di un numeroso staff per le sue battaglie in Europa: tra le ultime la crociata energetica, a favore di gas e nucleare, additando i contrari come fanatici dell’ambientalismo.
Ma, tornando allo staff dell’europarlamentare, che si avvale anche di due assistenti accreditati, si trova tra i dieci assistenti locali (dicasi 10) anche Pierpaolo Marcuzzi, il vice sindaco decaduto che non poteva rimanere senza un incarico dopo i problemi giudiziari e le dimissioni forzate.
E, allora, tra un post e l’altro, per l’incarico come assistente locale c’è anche lui, lo sportivo di Borgo Hermada, oltreché a Martina Avelli, Fabio Benvenuti, Massimiliano Bruni, Lauro Di Fabio, Gianluca Grancini, Ilaria Marangoni, Antonio Mennillo, Federico Palla e Federica Saviani. Niente di illecito, nonostante qualcuno potrebbe strabuzzare gli occhi rispetto a una cifra ragguardevole di dieci assistenti locali che batte di grandi lunga quelli assunti dall’altro europarlamentare pontino, lui della Lega, Matteo Adinolfi, il quale ne conta quattro, pur avendo annoverato per un lasso di tempo (quello sufficiente per fargli raggiungere la pensione), l’ex Presidente della Provincia di Latina Salvatore De Monaco. Altra storia e già digerita.
Gli assistenti locali, per chi non mastica il bruxellese, sono persone fisiche che hanno concluso contratti di lavoro con i deputati per assisterli negli Stati membri in cui sono stati eletti. Tali contratti sono disciplinati dalla legislazione nazionale dello Stato membro. Nel 2022, come si apprende dal sito del Parlamento europeo, l’importo mensile massimo a disposizione per coprire tutti i costi sostenuti per l’assunzione degli assistenti personali è pari a 26.734 euro al mese per ciascun deputato.
Gli assistenti “locali” nei rispettivi Stati membri sono gestiti a livello amministrativo da pagatori qualificati che garantiscono l’adeguato assolvimento dei relativi obblighi fiscali e previdenziali. Per l’assunzione degli assistenti locali può essere impiegato al massimo il 75% del bilancio. In Italia, un assistente locale di un parlamentare europeo non può superare la cifra di 8.519 euro.
Dal Tempio di Giove Anxur, buona Europa a tutti.