giovedì 21 Novembre 2024,

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Dalla Regione Lazio

scritto da Redazione
Dalla Regione Lazio

ATAC, MICCOLI (PD): “DA M5S FAVORITISMI ALLA ‘A FRA’ CHE TE SERVE?'”
“Se le notizie apparse sui giornali di oggi,
relative alla lettera che l’ad di Atac, Marco Rettighieri ha inviato
all’assessore ai Trasporti Linda Meleo, fossero confermate, ci troveremmo di
fronte a fatti gravissimi, su cui sia la Sindaca, sia l’assessore dovrebbero
fare immediatamente chiarezza. Colpisce in particolar modo l’ingerenza del
Comune su presunti spostamenti di persone all’interno dell’azienda. Cosa
chiedeva esattamente l’assessore? Si tratta di favoritismi o di epurazioni?
Chi si vuole spostare e perché? Sembrano cose di altri tempi. Quelli che si
vantano di essere i paladini della trasparenza, sembrano i continuatori delle
peggiori pratiche politiche ai danni delle aziende municipalizzate di Roma.
Sembra essere tornati ai tempi della pratica del “A Fra’ che te serve?”
esercitata, se posso dire, con più arroganza e più cialtroneria”. Lo
dichiara in una nota il deputato del Pd, Marco Miccoli.


FI, ABBRUZZESE: SU NOMINA PARISI CHI HA PAURA HA GIA PERSO
“Si è dibattuto molto sulla nomina di Stefano
Parisi. Io dico che non bisogna avere paura di andare avanti. Chi ha paura ha
già perso. Non dobbiamo, quindi, essere prevenuti nei confronti di un uomo
che vuole lavorare per far crescere il Forza Italia all’interno di una
grande coalizione liberale-popolare”.
Così, in una nota, il consigliere regionale di Forza Italia del Lazio, Mario
Abbruzzese che parteciperà insieme ad Antonio Tajani, Maurizio Gasparri,
Altero Matteoli al focus “Quale centrodestra?” di Everest016, il campus
dei Giovani del centrodestra che si terrà a Giovinazzo (BA) dal 2 al 4
settembre.
“Ho intenzione di porre ad esempio il modello vincente che abbiamo messo in
campo nelle scorse amministrative in provincia di Frosinone – prosegue la
nota – dove Forza Italia, Noi con Salvini, Fratelli d’Italia e l’apporto
della componente civica hanno ottenuto dei grandissimi risultati. Uniti si
vince, ormai è assodato. Credo che proprio una sempre più larga apertura
alla società civile possa permettere al centrodestra che verrà di creare un
progetto credibile in grado di soddisfare le esigenze cittadini, ormai delusi
da Renzi e dal Pd. Dunque, Grazie alla fusione delle tre anime politiche
nazionali del centrodestra ed il civismo potremmo riuscire a creare una
coalizione dove si riconoscono tutti i moderati che sono, come dice sempre,
il presidente Silvio Berlusconi, la maggioranza degli italiani. Abbiamo le
risorse per creare una credibile alternativa alla scellerata politica del
centrosinistra che sta mettendo in ginocchio l’Italia. Possiamo tornare al
governo del nostro paese e lo faremo con un programma concreto in grado di
dare risposte alle imprese, alle famiglie ed ai giovani”.


RUOCCO, DIRETTORIO CINQUE STELLE: “LA GIUNTA RAGGI STA LAVORANDO BENE, CI SONO DEI CONFRONTI SU ALCUNI TEMI. OLIMPIADI? COSTI RICADONO SUI CITTADINI”, DICE LA DEPUTATA A RADIO CUSANO CAMPUS
Carla Ruocco, deputata del Movimento Cinque Stelle e membro del direttorio del partito pentastellato, è intervenuta questa mattina nel corso di ECG, format condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.
Carla Ruocco ha risposto a chi parla di tensioni tra il direttorio del Movimento Cinque Stelle e la squadra di Virginia Raggi: “Se ci facciamo i dispetti? No, assolutamente no. Il Movimento Cinque Stelle ha sempre avuto un assetto democratico e quindi ci sono dei confronti su alcuni temi. La giunta sta lavorando molto bene, si va avanti, si va tranquilli verso settembre al taglio del nastro autunnale. Diciamo che tante cose sono normale strumentalizzazione mediatica. Il resto sicuramente rientra in una fisiologica attività politica in cui ci sono più punti di vista che è giusto vengano espressi”.
Sulla questione Olimpiadi: “Qualsiasi cittadino romano può comprendere che le Olimpiadi non rappresentino la priorità. Bisogna dare un assetto di normalità ai servizi che sono a disposizione dei cittadini, poi pensare ad ospitare milioni di persone attraverso le Olimpiadi, anche perché Roma è una città a vocazione turistica a trecentosessanta gradi, non ha bisogno di un grande evento, deve essere pronta in ogni momento a poter ospitare un grande numero di visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Alla fine, poi, i conti economici di questi grandi eventi rimangono sempre nella foschia più totale, anche con EXPO alla fine il grande miracolo tanto auspicato è rimasto fosco dal punto di vista del conto economico, che francamente ha rappresentato poi un grande fallimento. Certi eventi non portano ricchezza ai territori, ma qualcuno li deve finanziare e i costi poi ricadono sui cittadini“.
Sull’ipotesi Vasco Errani commissario per la ricostruzione dopo il terremoto: “Mi aspettavo un nome nuovo, non una persona che ha dato già manifestazione di gestione fallimentare degli eventi sismici. Durante il terremoto dell’Emilia Romagna purtroppo si sono aperte diverse inchieste per infiltrazioni. Servirebbe una persona che sappia ottimizzare fino all’ultimo euro le risorse e metterle a disposizione delle persone colpite. Utilizzare il terremoto per rinviare il referendum? Sarebbe da sciacalli, spero non si arrivi a tanto”.


REFERENDUM: BRUNETTA, RENZI MENTE, SE VINCE SI’ RISCHIO AUTORITARISMO
Sul referendum “Renzi mente. Se vince ‘sì’
democrazia in pericolo, rischio autoritarismo, e Paese regalato a
Grillo. #genioincompreso”. Lo scrive su Twitter Renato Brunetta,
capogruppo di Forza Italia alla Camera, commentando quanto scritto dal
presidente del Consiglio sulla sua e news.


L’On. Gianluigi Gigli (Scelta Civica), ai microfoni di “Legge o Giustizia” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) promette battaglia dopo la sentenza del TAR del Lazio, che ha ritenuto infondati i ricorsi presentati dalle associazioni e dai movimenti per la vita contro il decreto sulla riorganizzazione delle attività dei consultori nel Lazio. Il TAR ha affermato che le “pillole del giorno dopo” non sono abortive ma semplici contraccettivi e che l’obiezione di coscienza da parte dei medici non si può applicare alla certificazione dello stato di gravidanza, attestazione necessaria per cominciare l’iter per l’interruzione volontaria di gravidanza.
“Il TAR dimostra di non avere competenza scientifica – afferma Gigli – non dovrebbe appartenere al tribunale mettere il timbro sulla natura di un prodotto. La nostra visione di questi farmaci microabortivi, cioè abortivi precoci, è legata a dati di letteratura. Gli stessi lavori che hanno portato alla messa in commercio del farmaco dicono queste cose. Dire che non esiste la gravidanza finchè non c’è stato con l’annidamento in utero è un punto di vista. Per noi la gravidanza comincia dal momento della fecondazione”. Come è arrivato il TAR a scrivere questa sentenza, ovvero che la pillola del giorno dopo è una specie di preservativo? “Ha richiamato la posizione dell’AIFA la quale, a sua volta, si è rifatta all’EMA, l’Agenzia europea. L’EMA, nell’autorizzare la commercializzazione su tutto il territorio dell’Unione, ha detto che il farmaco non creava problemi alla gravidanza. Il farmaco agisce impedendo l’annidamento in utero, quindi la gravidanza non si determina nemmeno. Noi invece diciamo che si sta eliminando un essere umano allo stadio di sviluppo più precoce, quindi è un microabortivo.  Il TAR non ha tenuto conto del Consiglio Superiore di Sanità, organo consultivo del Ministro competente, un organo tecnico scientifico. Il Consiglio ha detto chiaramente che per la pillola “non si poteva escludere” che ci fossero altri effetti oltre a quello contraccettivo. Di questo parere non è stato tenuto alcun conto, né dall’AIFA né dal TAR”. Sugli obiettori di coscienza Gigli non usa mezzi termini per commentare la decisione del TAR: “E’ una boiata pazzesca. Una donna non chiede il certificato di gravidanza per sapere semplicemente se è incinta.  Va a chiedere il certificato se vuole abortire.  Al consultorio pubblico una donna non va a fare una visita di salute, per controllare come procede la gravidanza. Se così fosse non c’è obiettore che tenga, ovviamente chiunque la visiterebbe. Quando una donna va al consultorio per avviare un iter per il quale la certificazione di gravidanza è l’elemento primo ed essenziale per abortire non si può poi dire che questo atto  non abbia nulla a che fare con l’aborto. Il professionista vede due strade: andarsene dai consultori oppure andare contro la propria coscienza”. Gigli, nelle scorse settimane, aveva presentato una proposta di legge per permettere l’obiezione di coscienza anche per i farmacisti, per evitare loro di essere “costretti” a vendere la pillola del giorno dopo: “Ci sono colleghi farmacisti che ci appoggiano. Non si può pensare al farmacista come un bottegaio. Parliamo di un professionista della salute è la coscienza del professionista è la prima tutela della libertà. Abbiamo a che fare con una pressione commerciale enorme. Intorno a questa roba girano affari con aziende che hanno bilanci superiori a Stati di piccole – medie dimensioni. Dovrebbe essere interesse dei governi andare a fondo della letteratura scientifica, non bersi l’unico studio clinico e fare nuove verifiche”. Gigli si sofferma anche sul rapporto tra paziente e medico: “Troppo spesso il paziente arriva a porre delle richieste. Il professionista o diventa il tecnico, che esegue quello che chiede il paziente, oppure è costretto a fare quello che dice la legge. Il professionista, invece, deve essere rispettato come soggetto che, a partire dal suo sapere e dei suoi convincimenti, valuta caso per caso ciò che è fattibile e cosa no”.


Pensioni toghe: MI, Csm intervenga e Anm incontri Mattarella
“Ancora una volta si interviene con
provvedimenti ‘speciali’ che non risolvono i problemi della
giustizia. E’ stato varato un decreto-legge che non tiene in
alcuna considerazione le richieste e le perplessita’ espresse
dall’Associazione Nazionale Magistrati e dalle sue componenti”.
Lo sottolinea in una nota Magistratura Indipendente.
“Il provvedimento adottato dal Governo di proroga del
pensionamento solo di alcuni magistrati della Corte di
Cassazione e di altre giurisdizioni superiori – aggiunge
l’associazione – non appare in alcun modo giustificato: la Corte
di Cassazione non e’ l’unico ufficio giudiziario gravato da
arretrato e non e’ certo ‘salvando’ dal pensionamento qualche
decina di magistrati che l’arretrato sara’ eliminato, specie in
relazione alla circostanza che i magistrati prorogati sono solo
quelli con funzioni direttive”.
MI inoltre ricorda di aver gia’ indicato la via da seguire:
“riportare l’eta’ del pensionamento a 72 anni per tutti (70 anni
piu’ due a richiesta, previa verifica al settantesimo anno del
permanere delle condizioni di idoneita’)”.
Il decreto legge in questione – prosegue la nota – “corre il
rischio di essere percepito come provvedimento ad personas, con
conseguente appannamento dell’immagine e dell’indipendenza dei
magistrati che ne saranno beneficiari. L’attuale scopertura di
magistrati supera il numero di mille unita’: appare evidente che
l’intervento in oggetto non e’ risolutivo”. Secondo MI, il
decreto contiene anche altri aspetti “meritevoli di
approfondimento e di riflessione senza alcuna interlocuzione con
il Consiglio Superiore della Magistratura” mentre “avrebbero
meritato” un necessario confronto. “Spiace rilevare che ancora
una volta le singole componenti dell’Anm facciano sentire
singolarmente la loro voce: avremmo auspicato un immediato
intervento della Giunta unitaria ed a tal fine ieri ci eravamo
astenuti da qualsiasi intervento. A questo punto, esprimiamo
l’auspicio che in sede di conversione del decreto-legge siano
eliminati gli aspetti che appaiono prima facie incostituzionali
e che si provveda ad estendere a tutti i magistrati il
provvedimento di proroga senza distinzione di funzioni svolte.
Chiediamo ai rappresentanti dei magistrati eletti al Consiglio
Superiore della Magistratura di sollecitare la convocazione di
un plenum straordinario per esprimere un parere sul
decreto-legge in oggetto e chiediamo che la Giunta unitaria
dell’ANM solleciti un incontro immediato con il Presidente della
Repubblica per manifestare le perplessita’ comuni all’intera
magistratura associata”, conclude la nota.

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