Roma: Calabria (FI), vincere è dovere morale
“Silvio Berlusconi conferma la sua vocazione di federatore. La coesione del centrodestra è presupposto di vittoria a tutti i livelli, lo conferma la storia degli ultimi vent’anni. Mai come ora l’imperativo è quello dell’unità: non possiamo disorientare il nostro elettorato. Specie di fronte ai disastri delle amministrazioni cittadine di sinistra, di cui Roma è l’esempio forse più lampante, vincere è un dovere morale, prima ancora che un obiettivo politico.” Lo dichiara la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria.
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Via libera in commissione a due proposte di legge sui debiti fuori bilancio
La Commissione Bilancio, partecipazione, demanio e patrimonio, programmazione economico-finanziaria, presieduta da Marco Vincenzi, ha dato parere favorevole a due proposte di legge con le quali il Consiglio regionale del Lazio si accinge a riconoscere debiti fuori bilancio per un totale di 18,272 milioni di euro. Si tratta della proposta di legge regionale n. 300, d’iniziativa della Giunta regionale, riguardante il riconoscimento di 16.969.508 euro di debiti fuori bilancio della Regione Lazio, e della pl 309 riguardante 1.302.621 euro di debiti del Consiglio regionale del Lazio.
Una nuova norma in vigore dal 1 gennaio 2015 consente, per la prima volta, di riconoscere la legittimità delle posizioni debitorie delle regioni riconducibili alla fattispecie dei “debiti fuori bilancio“, al pari di quanto è previsto per gli enti locali in determinati casi previsti dal Testo unico degli enti locali (Tuel). Come ha spiegato l’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore, in passato la Regione provvedeva con atti amministrativi di Giunta. Con la nuova norma (contenuta del dlgs 126/2014 che modifica il dlgs 118/2011) si interviene dunque con legge regionale.
I debiti fuori bilancio della Regione Lazio, individuati a seguito di una ricognizione effettuata dal segretario generale della Giunta, riguardano: le sentenze esecutive (di primo grado, decreti ingiuntivi definitivamente esecutivi, cartelle esattoriali), per un valore complessivo di 7.697.421 euro; procedure espropriative o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica utilità, da cui deriva un debito derivante dalla corresponsione dell’indennità, per 156.369 euro. Una quota significativa del debito, 9.125.718 euro, riguarda l’acquisizione di beni e servizi in assenza del preventivo impegno di spesa, riguardante la gestione degli interventi di emergenza e soccorso, la tutela e difesa del territorio regionale e il ripristino dei luoghi e delle infrastrutture a seguito di eventi calamitosi. Il debito fuori bilancio del Consiglio regionale del Lazio, pari a 1.302.621 euro, riguarda l’acquisizione di beni e servizi da parte della società in house Lazio Service.
Al termine delle votazioni per i due provvedimenti, è iniziata l’audizione del direttore generale della società regionale di servizi in house Lazio Innova, Andrea Ciampalini, il quale ha risposto alle numerose domande poste in una precedente audizione dai consiglieri regionali.
Ciampalini ha innanzitutto illustrato in sintesi i risultati raggiunti, a seguito del piano di riordino delle società del Gruppo Sviluppo Lazio, oggi Lazio Innova, previsto dalla legge regionale 10/2013. Attraverso singole operazioni di fusione, le società del gruppo dedicate allo sviluppo economico sono passate da sei a due, Lazio Innova, appunto, e Bic Lazio. Entro settembre/ottobre di quest’anno, anche quest’ultima sarà incorporata in Lazio Innova.
Il processo di riordino ha portato tagli ai costi per complessivi 4,5 milioni di euro l’anno, attraverso la riduzione del numero delle sedi e degli affitti, dei dirigenti e delle spese amministrative, oltre che con la razionalizzazione degli uffici e gli interventi sulle politiche degli acquisti e sull’utilizzo di consulenti esterni. Complessivamente gli stanziamenti della Regione Lazio sono passati dai 39 milioni di euro per il fondo di dotazione delle società del Gruppo Sviluppo Lazio del 2014 ai 34,1 per il funzionamento di Lazio Innova e di Bic Lazio del 2015, con una diminuzione pari a circa cinque milioni di euro. Un ulteriore risparmio, pari a trecentomila euro, è previsto per il 2016.
Roma Capitale e associazionismo comunale: nuova proposta di legge
Con la relazione dell’assessore regionale con delega agli Enti locali, Fabio Refrigeri, ha preso il via nella prima commissione del Consiglio regionale l’esame della proposta di legge n. 317 “Disciplina e conferimento di funzioni e compiti amministrativi ai Comuni, a Roma Capitale e alla Città metropolitana di Roma Capitale. Riordino delle forme associative tra gli enti locali e superamento delle Comunità montane“, di iniziativa della Giunta regionale.
La commissione Affari costituzionali e statutari, affari istituzionali, enti locali e risorse umane, federalismo fiscale, sicurezza, integrazione sociale e lotta alla criminalità, presieduta da Fabio Bellini, ritorna quindi a occuparsi di due tematiche già affrontate negli ultimi due anni: la cosiddetta “riforma Delrio” (Legge 7 aprile 2014, n. 56), con particolare riferimento al ruolo di Roma Capitale e della Città metropolitana, e il riordino dell’associazionismo comunale con relativo superamento delle comunità montane.
La proposta di legge n. 317 (composta da 18 articoli) ripropone questi argomenti con l’obiettivo, secondo la Giunta, di mettere ordine all’interno del percorso di riforma della governance dell’area vasta e del sistema degli enti locali, alla luce dei numerosi interventi legislativi statali e regionali. E infatti la proposta di legge n. 317 riordina e conferisce funzioni a Roma Capitale, ai comuni e alla Città metropolitana di Roma Capitale. Provvedendo inoltre al riordino del sistema dell’area vasta con particolare riferimento alla riforma dell’associazionismo intercomunale e al superamento delle comunità montane. In più, il testo contiene nuove procedure per la definizione degli ambiti territoriali ottimali, tema strettamente collegato agli altri due.
Con riferimento a Roma Capitale e alla Città metropolitana, l’articolo 2 della proposta di legge istituisce una Conferenza “con il compito di completare – si legge nel testo – l’individuazione delle ulteriori funzioni e compiti da attribuire“, di cui faranno parte a titolo gratuito rappresentanti della Regione, della Città metropolitana, di Roma Capitale e del Consiglio delle autonomie locali del Lazio. Dal terzo all’ottavo articolo vengono poi indicate le materie oggetto delle nuove funzioni e compiti amministrativi, con le relative disposizioni: sviluppo economico e attività produttive; governo del territorio; trasporto pubblico locale; turismo; ambiente; beni, servizi e attività culturali. Gli articoli 9 e 10 indicano le modalità di assegnazione delle risorse per l’esercizio di tali funzioni, tra cui la devoluzione ai comuni – a partire dal 1° gennaio 2017 – dell’imposta regionale sulle concessioni statali per l’occupazione e l’uso dei beni del patrimonio indisponibile. L’articolo 11 prevede l’unificazione degli uffici regionali presenti in ambito locale per l’esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi riservati alla Regione. L’articolo 12 contiene le norme per l’individuazione degli ambiti territoriali ottimali e delle zone omogenee, attraverso un processo di concertazione con tutti i soggetti interessati. E’ previsto, infatti, che, sulla base di criteri definiti dal Consiglio regionale su proposta della Giunta e previo parere del Consiglio delle autonomie locali e della commissione consiliare competente in materia, la Città metropolitana di Roma Capitale e le province, sentiti i comuni, presentano un piano di perimetrazione alla Giunta regionale che lo approva. In mancanza del piano, la Giunta esercita i poteri sostitutivi previsti dallo statuto regionale. Gli articoli 13 e 14 disciplinano l’esercizio associato delle funzioni da parte dei comuni e il superamento delle comunità montane. L’articolo 15 contiene le disposizioni finanziarie che, per l’attuazione degli articoli 12, 13 e 14, stima gli oneri in euro 10,3 milioni per l’anno 2016 ed euro 7,3 milioni per ciascuna annualità 2017 e 2018. Infine, gli articoli 16 e 17 contengono numerose abrogazioni e modifiche di norme regionali. L’ultimo articolo, il 18, riguarda l’entrata in vigore della legge.
Al termine della relazione dell’assessore Refrigeri, i consiglieri di opposizione del centrodestra hanno posto una serie di questioni sia al presidente Bellini sia all’assessore. Francesco Storace ha chiesto al presidente di attivarsi per far sì che anche i consiglieri del Movimento 5 stelle partecipino ai lavori. Chiesto inoltre da Storace, Aurigemma e Simeone lo stralcio delle norme sul ruolo futuro di Roma Capitale, da affrontare con un provvedimento specifico.
La prima commissione si era già occupata di riforma Delrio e Roma Capitale a fine 2015, quando aveva iniziato l’esame della proposta di legge regionale n. 269, sempre di iniziativa della Giunta. Dopo la relazione dell’assessore Sartore e le audizioni, i lavori si erano fermati all’approvazione di un solo articolo e una parte delle norme erano state stralciate e inserite nell’articolo 7 della legge di stabilità approvata dal Consiglio regionale a fine dicembre 2015. Si trattava delle norme attuative in materia di riallocazione delle funzioni non fondamentali della Città metropolitana di Roma Capitale e delle province e la riassegnazione del relativo personale. Nello stesso articolo si rimandava a una successiva legge il trattamento delle altre disposizioni contenute nella legge Delrio. Da qui, dunque, la presentazione della proposta di legge n. 317 e il conseguente ritiro da parte della Giunta della n. 269. Il secondo argomento, quello relativo al riordino delle forme associative tra gli enti locali e il superamento delle Comunità montane, era già stato affrontato con l’iter legislativo della proposta di legge n. 69 della Giunta, approvata in prima commissione il 4 dicembre 2014 e tuttora ferma in Aula, dopo l’approvazione dell’articolo 1.
Reti di impresa su strada, ok in commissione a schema delibera di Giunta
Parere favorevole a maggioranza e con osservazioni da parte dell’ottava commissione del Consiglio regionale del Lazio, competente in materia di commercio, allo schema di delibera di Giunta sulle reti di impresa tra attività economiche su strada (n. 144/2016). Le osservazioni, scaturite dal dibattito che si era svolto nella precedente seduta del 25 febbraio scorso, riguardano principalmente il ruolo dei soggetti pubblici nelle reti di impresa, le funzioni dei soggetti pubblici e i requisiti del manager di impresa.
La legge regionale definisce “reti di imprese tra attività economiche su strada” i luoghi complessi e non omogenei, sviluppatisi nel tempo anche senza programmazione unitaria, concepiti come spazi unici ove opera un insieme organizzato, in forma societaria o consortile, di attività economiche su strada. Si tratta di imprese commerciali, di somministrazione, artigianali, turistiche, di intrattenimento, culturali, di servizi, compresi i mercati rionali giornalieri, quelli periodici, nonché le attività commerciali su aree pubbliche in generale.
Il voto, durante la seduta presieduta da Daniele Fichera, ha dato via libera al provvedimento che torna ora in Giunta per l’approvazione definitiva. Ad accompagnare il parere alcune osservazioni:
La necessità del provvedimento che ha ricevuto oggi parere favorevole nasce dal fatto che, in base alla normativa, la Giunta stabilisce le modalità per la costituzione delle reti di imprese e quelle per la presentazione da parte dei comuni dei programmi relativi, i criteri e le modalità per la selezione degli stessi e per la concessione dei relativi finanziamenti e la misura massima del finanziamento. Quanto ai programmi, questi, concordati dai comuni con i soggetti aderenti alle reti di imprese, riguardano l’organizzazione di un sistema locale di offerta produttiva integrata e articolata tra attività commerciali, turistiche e di servizi, la realizzazione di iniziative promozionali e di marketing territoriale e l’offerta di servizi alle imprese aderenti.
Bullismo, il Consiglio approva la legge per prevenzione e contrasto
Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato con 24 voti a favore la proposta di legge che disciplina gli interventi regionali in materia di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo. Otto le astensioni, annunciate prima della votazione da diversi consiglieri di minoranza. Il testo prevede l’istituzione di un fondo con uno stanziamento di 750 mila euro per il triennio 2016/2018, di cui 150 mila euro per quest’anno. Sarà istituita una Consulta regionale sul bullismo, previsto che la Regione possa sostenere le spese legali per le vittime di atti di bullismo nei procedimenti giudiziari. L’Aula ha dato il via libera, nel corso delle tre sedute di lavori, a una ventina di richieste di modifica, sia di maggioranza che di opposizione. Gli emendamenti e i subemendamenti presentati alla proposta di legge n. 202/2016 (Valeriani e altri) erano oltre duecento. Il Consiglio tornerà a riunirsi mercoledì 9 marzo alle ore 11. All’ordine del giorno la proposta di piano di indirizzo generale sulla programmazione della rete scolastica.
Grazie alla legge sul bullismo approvata oggi pomeriggio saranno sostenuti programmi e progetti che puntino al rispetto della dignità della persona, alla valorizzazione delle diversità e al contrasto di tutte le discriminazioni “come richiamate dall’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea“. Punto, quest’ultimo, sul quale si è concentrato in particolare il dibattito in aula. Sostegno, inoltre, sarà dato alla tutela dell’integrità psico-fisica di bambini e adolescenti, alla diffusione della legalità e all’utilizzo consapevole degli strumenti informatici e della rete, specie a scuola.
Potrà trattarsi, ad esempio, di interventi per iniziative culturali, sociali e sportive sui temi del rispetto della diversità in conformità del principio costituzionale di uguaglianza tra gli individui, dell’educazione ai sentimenti e all’affettività e alla gestione dei conflitti. O, ancora, di iniziative di promozione di uno stile di vita familiare che sostenga lo sviluppo di un senso critico nel minore/adolescente, di gruppi di supporto per i genitori, corsi di formazione per personale scolastico, operatori sportivi e educatori, campagne di sensibilizzazione e informazione per studenti, insegnanti e famiglie. Contributi sono previsti anche per programmi di sostegno in favore di vittime, autori e spettatori di atti di bullismo.
A beneficiare dei finanziamenti saranno i comuni (anche associati), i municipi e gli altri enti locali, le istituzioni scolastiche, le aziende sanitarie locali e le associazioni o organizzazioni iscritte nei rispettivi registri regionali. Queste ultime dovranno operare da almeno cinque anni nel campo del disagio sociale, del sostegno alla famiglia, alla genitorialità e minorile e avvalersi di formatori con comprovata esperienza pluriennale. I finanziamenti saranno concessi attraverso procedure a evidenza pubblica.
Si prevede, infine, l’istituzione della Consulta regionale sul bullismo, che lavorerà in collaborazione con il Garante regionale dell’Infanzia e dell’adolescenza, l’Osservatorio permanente sulle famiglie, l’Osservatorio tecnico-scientifico per la sicurezza e la legalità e l’Osservatorio regionale permanente sul bullismo. Si avvarrà anche del supporto dei dipartimenti delle Asl che si occupano di disagio, devianza e dipendenza, oltre che di tavoli istituzionali permanenti “quali strumenti operativi di raccordo con il territorio”. Dati e informazioni sull’attuazione della legge saranno accessibili sul sito della Regione, mentre la relazione della Giunta sarà pubblicata sul sito del Consiglio.