Dopo contestazioni a non finire nel corso degli anni da parte di molti esponenti delle opposizioni che sedevano in Consiglio comunale, il giorno 13 di questo mese il management dell’Azienda Speciale Terracina si presenterà di fronte ai giornalisti per illustrare il lavoro svolto e lo scenario di come intende muoversi nei prossimi anni.
Traccio in via preliminare tre temi che nell’avviata riflessione sono importanti:
Non voglio però inoltrarmi in una speciosa polemica politica, ma credo sia arrivato il momento di fare tabula rasa di questo ente per riportare la sua gestione sotto il pieno controllo e responsabilità del Comune di Terracina.
Di questo sono convinta e se l’elettorato premierà la nostra proposta politica, la chiusura dell’Azienda Speciale Terracina sarà posta tra gli atti prioritari della nuova amministrazione comunale.
Del resto basta fare due conti per comprendere che la conduzione dell’Azienda costa al terracinese contribuente circa il 20% del budget che gestisce.
Parliamo di 276 mila euro, che non vanno a coprire i servizi “nuovi o vecchi” dispensati ai cittadini in stato di bisogno, ma rappresentano i meri costi connessi allo stipendio della Direttrice e di quello dei membri del Consiglio di amministrazione, oggi costituito quasi in esclusiva da “famigli” politici.
Il Comune di Terracina stanzia per l’Azienda Speciale 1.380 mila euro (bilancio di previsione 2015) l’anno per avere indietro servizi sconosciuti alla maggioranza dei cittadini (l’ente strumentale non possiede, infatti, una Carta dei Servizi) e forse inadeguati rispetto alle nuove emergenze che a Terracina si riscontrano anche in maniera violenta.
Alla luce di ciò è pensabile ma soprattutto praticabile e necessario chiudere l’esperienza dell’Azienda Speciale, così come l’abbiamo vista nascere e pascere, riportando il ruolo d’indirizzo e controllo dei Servizi Sociali sotto le competenze della Casa Madre: ovvero del Comune di Terracina.
Con il risparmio dei 276 mila euro si possono poi progettare nuovi sevizi per le nuove emergenze sociali. Ad esempio.
Termino affermando che quello rappresentato non è un mero proposito per iniziare una battaglia di natura politica contro l’attuale dirigenza o peggio da campagna elettorale, ma è semplicemente finalizzato all’ottimizzazione delle magre risorse per un servizio davvero sociale.
Sociale, però, in favore dei cittadini terracinesi in stato di bisogno, che sono tanti, forse troppi, per una città di neanche 45 mila abitanti.
Sarà una posizione che mi farà perdere consenso in vista dell’appuntamento di primavera? Va bene, me ne farò una ragione.
Gina Cetrone
Candidata a Sindaco di Terracina
Lista civica “Sì Cambia”