“Ormai da qualche giorno il tanto atteso Decreto Rilancio del governo Conte è finalmente realtà dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. A nostro giudizio, si tratta di un documento ricco di interventi, che sulla carta mirano ad aiutare e sostenere una grossa platea di cittadini e imprese, ma nella pratica purtroppo così non è”. Questo il commento di Carmela Tiso, presidente del patronato Labor, con una rete di centinaia di sedi in tutta Italia, promosso e sostenuto dalla Confeuro, la Confederazione degli agricoltori europei e del mondo. Tiso, quindi, sottolinea: “Sono infatti previsti semplici interventi spot, di durata temporale piuttosto limitata e nel decreto vengono dimenticate anche alcune categorie di lavoratori, indignati perché rimasti fuori dalla operatività del decreto. Insomma tanta buona volontà ma poca concretezza. Senza considerare l’entità degli importi economici in molti casi bassi e assolutamente insufficienti alla necessaria ripresa economico- finanziaria. Insomma il decreto Rilancio rappresenta un calderone, che peraltro non ha facilitato il ruolo dei patronati, che nonostante tutto continuano ad avere un ruolo centrale per aiutare le famiglie ad accedere ai fondi governativi. In tal senso, i requisiti economici per il suddetto accesso non sono affatto di facile comprensione per il cittadino e richiedono spesse volte un approfondimento che solo i professionisti del settore possono fornire al fine di dare puntuale e concreta assistenza. Scendendo nello specifico, le nostre sedi Labor stanno operando maggiormente sul cosiddetto Rem, il reddito di emergenza, e sulle indennità relative alle diverse tipologie di lavoratori. Altro settore che Labor sta seguendo con attenzione è, poi, quello relativo alle indennità per i lavoratori domestici, come colf e badanti. Insomma la materia legislativa è complessa e varia, ma il nostro patronato con la sua assistenza gratuita sta svolgendo un ruolo centrale a tutela dei diritti del cittadino”, conclude Carmela Tiso.