Nel documento che sarà varato stasera dal Consiglio dei ministri, è previsto un aumento costante dall’1,1% all’1,6% del Pil fino al 2060 per le “cure a lungo termine“. Riferimenti anche a “razionalizzazione” della spesa per l’invalidità, semplificazione burocratica, Lea e autismo. La popolazione invecchia, la spesa per l’assistenza aumenta e continuerà ad aumentare, per i prossimi 50 anni. E’ quanto emerge dalla bozza del Documento di economia e finanza, che stasera sarà varato dal Consiglio dei ministri. Di spesa per l’assistenza “a medio e lungo termine” (long-term care, Ltc) si parla infatti nella sezione dedicata alla “Qualità delle finanze pubbliche“, in cui vengono riportate le previsioni di medio-lungo periodo relative a cinque componenti di spesa pubblica connesse all’invecchiamento (la cosiddetta “spesa age-related“): la spesa pubblica per pensioni, la spesa sanitaria, quella per l’assistenza di anziani e disabili a lungo termine, la spesa per l’istruzione e quella per ammortizzatori sociali. Di queste cinque voci, quella relativa all’assistenza per persone anziane e disabili è l’unica per la quale di prospetta una costante crescita, fino al 2060. Per la precisione, si passa gradualmente dall’1,1% del Pil del 2015 all’1,6% del 2060. Tale spesa, precisa il documento in una nota, “è composta per circa 4/5 dalle indennità di accompagnamento e per circa 1/5 dalle prestazioni socio-assistenziali erogate a livello locale“. Andamento discontinuo, invece, per le altre quattro voci di spesa (pensionistica, sanitaria, istruzione e disoccupazione), che presenteranno fasi di crescita, alternate ad altre di contrazione. La spesa pensionistica, per esempio, passerà dal 15,8% attuale al 13,8% nel 2060, mentre quella sanitaria salirà dall’attuale 6,8% fino al 7,6% del 2060, passando però per momenti di contrazione (6,6% nel 2020). In calo pressoché costante la spesa per l’istruzione, che passerà dal 3,7 al 3,5%, come pure quella per le indennità di disoccupazione (dallo 0,7% allo 0,6%).
Altro riferimento alla spesa per anziani e disabili è contenuto nelle ultime pagine del documento, dove si parla di invalidità: “per quanto riguarda la spesa sociale – si legge – proseguirà la razionalizzazione della spesa per invalidità, finalizzata ad eliminare differenze inter regionali e intra regionali non giustificate e sarà sviluppato un nuovo modello di assistenza sociale più equo, che ottimizzi il coordinamento tra gli enti preposti (Inps, comuni, Asl)“.
A tal proposito, anche il Programma nazionale di riforma (Pnr), una delle sezioni del Def, contiene riferimenti alla indennità previste per l’invalidità: nella sezione “Agenda per la semplificazione 2015-2017“, infatti, alla voce “Welfare e salute” si fissa l’obiettivo di “semplificare gli adempimenti per le persone con disabilità; assicurare a tutti i cittadini la prenotazione delle prestazioni sanitarie per via telematica o per telefono e l’accesso ai referti online o in farmacia. In questo modo si eliminano file inutili e si riducono costi e perdite di tempo per milioni di italiani“. Tra le azioni principali, “l’eliminazione delle duplicazioni nella richiesta delle certificazioni sanitarie per l’accesso ai benefici entro il 2015”.
Sempre nel Pnr, si fa riferimento ad altri due capisaldi delle politiche per la disabilità: la riforma dei Lea e la legge per l’autismo. Il ministero, si legge, “dovra’ dotarsi dei dati necessari per la costruzione degli strumenti di monitoraggio sistematico dei livelli essenziali di assistenza”, che devono essere aggiornati “per adeguare l’attività assistenziale alle innovazioni cliniche e tecnologiche verificatesi negli ultimi anni, in specie nelle aree dell’assistenza specialistica e dell’assistenza protesica ai disabili“. Sono inoltre da “potenziare le attività socio-sanitarie svolte a favore della popolazione non-autosufficiente e con condizioni di fragilità“.
L’aggiornamento dei Lea è previsto, nel relativo cronogramma, tra il 2015 e il 2016.
La legge sull’autismo. Per quanto riguarda il ddl sull’autismo, già approvato dal Senato, esso si basa su “due criteri cardine: l’importanza cruciale della diagnosi precoce e l’attivazione di servizi di terapia riabilitativa intensiva“. Le regioni e le pubbliche amministrazioni “possono individuare centri di riferimento per coordinare i servizi, stabiliscono percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali per la presa in carico di minori, adolescenti e adulti verificandone l’evoluzione“. Il ddl prevede anche “azioni volte a promuovere la presa in carico e l’integrazione sociale e lavorativa delle persone con disturbo dello spettro autistico“. L’entrata in vigore della nuova “legge cornice” è prevista, anche questa, tra il 2015 e il 2016.