Marco Canale è libero e lavorerà in prova nei servizi del comune di Cisterna, dove la popolazione si divide perché in tanti contestano la decisione di far reinserire nella società, come netturbino, colui che, secondo le sentenze, uccise Elisa e Patrizio.
Canale era stato condannato dalla corte d’assise di latina, a 30 anni di carcere, per il delitto dei fidanzatini di Cori, Elisa Marafini, allora 17enne e del 24enne Patrizio Bovi. La condanna venne poi confermata in Appello e in ultimo dalla Cassazione.
Il delitto avvenne la domenica del 9 marzo del 1997, in un appartamento, in via Fortuna, nel centro storico di Cori. Chi uccise sferrò 180 coltellate sui corpi dei due fidanzatini.Quando arrivò la notizia a Latina tutti noi cronisti andammo a Cori e il piccolo comune per alcune settimane divenne un set cinematografico. Tutti volevano scoprire, per primi, il killer.
Al processo di primo grado la pubblica accusa,Gregorio Capasso, chiese l’ergastolo, ma, evidentemente, le aggravanti, che pure ci furono, come l’arma e i motivi abietti, furono comparate con le attenuanti.Del resto il giovane Canale (aveva 27 anni) era incensurato e così la condanna si ridusse a 30 anni di carcere.
“Ora, ha spiegato l’avvocato Domenico Bianchi, che lo ha assistito durante il procedimento penale, sono trascorsi 22 anni e mezzo: ha scontato la sua pena. La legge prevede infatti tutta una serie di calcoli per cui si sconta un quarto della condanna. Esattamente 22 anni e 6 mesi”.
Il delitto sconvolse il piccolo paese dei Monti Lepini e diversi furono i sospettati, che poi furono prosciolti. Adesso Canale è tornato nella sua casa di Cisterna.
Durante le indagini entrarono nella scena del duplice delitto,il padre di Elisa l’ex carabiniere, Angelo Marafini e poi Massimiliano Placidi, soprannominato ” Citozza”.L’inviato di RAI Tre, Sandro Mazzarioli, era convinto che non fosse Marco Canale a sferrare tutte quelle coltellate sui due poveri corpi,ma, addirittura, il padre di Elisa,Angelo Marafini,che era geloso della figlia e non voleva, assolutamente, che frequentasse Patrizio, un ragazzo adottato, che viveva ai margini, perché dedito al traffico di stupefacenti e che era molto amico di Placidi, anche lui un ragazzo difficile, adottato, che trafficava con la droga e che,anche recentemente, è finito in carcere.
Canale si comportò come una sfinge.E’ stato davvero lui, quella sera, a sferrare tutte quelle coltellate? Con lui c’era un complice?
Ricordo che il papà di Elisa salì addirittura con la scala, per vedere se la figlia fosse in casa di Patrizio Bovi,quella sera, in via della fortuna e si fece aiutare proprio dal “Citozza” che in corese vuol dire scimmia.Fu tutta una messa in scena?
Dopo oltre 22 anni i dubbi restano ancora. Un delitto indecifrabile, anche se le macchie ematiche incastrarono Marco Canale, il ragazzo enigmatico che non hai mai pronunciato una frase,una parola ed ha scontato 22 anni e mezzo di carcere, nascondendo dentro di sé tanti segreti, di quel terribile fatto di sangue,in via della Fortuna che sconvolse un’intera comunità.
Mauro Maulucci