Itinerari e cammini del Lazio, proseguono le audizioni
Continua in V commissione il ciclo di audizioni sulla proposta di legge in materia di promozione e valorizzazione degli itinerari, dei cammini, delle vie consolari romane e del patrimonio escursionistico della Regione Lazio, primo firmatario il consigliere Eugenio Patanè (PD), a presiedere Cristian Carrara (PD).
Oggi sono stati ascoltati il sindaco del Comune di Formello, Sergio Celestino, Vito Consoli della Direzione regionale ambiente e sistemi naturali, il rappresentante del Parco dei Castelli Romani, quello del Parco di Veio, di Bracciano Martignano, dell’Ente regionale Roma natura e della Riserva Nazzano- Tevere Farfa.
Il denominatore comune degli interventi è stato il generale apprezzamento verso la proposta di legge che andrà a disciplinare la materia “parchi“.
Da Vito Consoli, della Direzione regionale ambiente e sistemi naturali, l’invito ad inserire sin dai primi articoli della legge e precisamente nel coordinamento e funzionalità, il coinvolgimento e la formazione degli operatori locali, non meno importante, la necessità di stabilire i criteri per l’individuazione di “quali” aree protette far rientrare nella legge. “Per non rischiare di fare scelte per simpatia“. Da più fronti è stato chiesto di approfondire se è davvero sufficiente la dichiarazione di “pubblico interesse” per i percorsi inclusi nella rete dei cammini del Lazio, ai fini di risolvere le annose questioni di servitù di passaggio ed espropri. Numerosi i suggerimenti e le proposte emersi nel corso della seduta. Tra gli argomenti più ricorrenti, quello degli itinerari da inserire nella rete dei cammini anche ai fini di eventuali sforzi economici, indeboliti se fossero fatte distribuzioni a pioggia. Da sottolineare anche i rilievi fatti sullo stato della composizione e dei compiti del coordinamento che avrà la governance della rete, da più parte si è chiesto il coinvolgimenti dei Comuni toccati dai “cammini“.
PREMIO CONI: SOSTENIAMO LO SPORT E IL BENESSERE DELLE PERSONE
La Regione è al lavoro in tanti modi per restituire allo sport il ruolo centrale che merita e per garantire e sostenere il benessere fisico e sociale della comunità: dall’acquisto di nuove attrezzature sportive nelle scuole alla messa a norma degli impianti sportivi fino alle borse di studio per consentire di fare sport a chi non può permetterselo
La Regione al lavoro per rafforzare e sostenere l’attività sportiva in tutto il Lazio e garantire il benessere fisico e sociale della comunità. Anche per questo, come lo scorso anno, la Regione ha ospitato il Premio Coni: un momento di riconoscimento importante dello sforzo degli atleti e delle diverse federazioni ed enti di promozione sportiva, ma non solo, anche un’occasione di aggregazione per il movimento sportivo regionale e una sfida per rafforzare la presenza dello sport nella vita dei nostri territori.
Tre importanti novità per promuovere lo sport a tutti livelli:
1 milione di euro per sostenere l’acquisto delle attrezzature sportive nelle scuole: la Regione investe un milione di euro per finanziare l’acquisto di attrezzature sportive in 271 scuole di secondo grado in tutto il Lazio: è la prima volta che succede, e entro l’apertura del prossimo anno scolastico le scuole avranno quanto richiesto.
20 milioni di euro in tre anni per l’impiantistica sportiva: nella seconda metà dell’anno partirà il bando per sostenere e promuovere la pratica sportiva con cui la Regione sostiene un programma straordinario di riqualificazione, adeguamento e messa in sicurezza degli impianti sportivi sul territorio della Regione Lazio. Il 25% dell’importo sarà destinato alla scuole.
Partono le borse del bando “sblocchi di partenza”: 1 milione e 350 mila euro per 2 mila borse sport dedicate a chi non può permettersi di fare attività sportiva. Sono già partite le prime 1000 borse su Roma.
“Come istituzione tentiamo di essere umilmente utili al mondo dello sport, una comunità utilissima per essere unita, solidale e umana. Non c’è alternativa a una città senza sport, senza ci sarebbero più solitudine e violenza” – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: “questi sono i momenti in cui si raccolgono i frutti dei sacrifici e si vede riconosciuto il talento e il patrimonio associativo. Sostenere questa idea di sport anche come grande collante sociale e culturale” – ha detto ancora Zingaretti.
SANITÀ: AL POLICLINICO CASILINO UN NUOVO PRONTO SOCCORSO
Al Policlinico Casilino un nuovo pronto soccorso, con attrezzature di ultima generazione, per garantire servizi migliori e più efficienti a tutte e a tutti. Una bella novità per questa struttura nella periferia di Roma. Tra le altre cose la Regione ha anche firmato un accordo per porre fine alle gestione mista, pubblico/private, di questa struttura: significa più efficienza, trasparenza e chiarezza nelle competenze e nelle mansioni
Due ottime notizie per il Policlinico Casilino, una struttura di eccellenza della sanità del Lazio: è stato firmato un accordo tra la Regione e il Policlinico con l’obiettivo di accogliere le richieste del governo e dei ministeri di mettere fine alle gestioni miste, pubblico/private, delle strutture sanitarie.
Un’altra azione attesa da tanto tempo. Tutto questo vuol dire più efficienza e chiarezza nelle competenze e nelle mansioni. E non solo: dopo anni si pone fine ai contenziosi generati dalla gestione mista consentendo l’avvio della nuova piastra del pronto soccorso.
Un nuovo pronto soccorso di livello europeo. È questa l’altra, grande novità di oggi per questo ospedale: una struttura tecnologicamente avanzata che rafforza la grande operazione sul sistema dell’emergenza di Roma avviata con il Giubileo. Con il nuovo pronto soccorso, da 2000mq, la Regione interviene su un’area a sud est di Roma che ha un amplissimo bacino d’utenza, da 700mila abitanti, e che sarà servita da uno dei pronto soccorso più moderni del centro Italia.
“In una grande periferia apriamo il pronto soccorso più grande di Roma, tra i più moderni in italia. C’è ancora tanto da fare ma le cose cambiano”- è il commento del presidente, Nicola Zingaretti.
LAVORO: NEL 2015 BOOM DI CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO
Buone notizie sul fronte dell’occupazione: nel 2015 si è registrato nel Lazio un forte incremento dell’attivazione dei contratti a tempo indeterminato, con un +69,2% a fronte di una contrazione del 2,4% delle cessazioni
Nel 2015 un forte incremento dell’attivazione dei contratti a tempo indeterminato nel Lazio: nella Regione si è registrato un +69,2% a fronte di una contrazione del 2,4% delle cessazioni.
Ecco un po’ di numeri: nel 2015 nel Lazio sono stati attivati 219.984 contratti a tempo indeterminato con un aumento del 62,9% rispetto al 2014 a fronte del dato italiano, che registra un aumento del 46,9%. Le trasformazioni di contratti a termine o di apprendistato in contratti a tempo indeterminato sono state 58.774 con un incremento del 46,4% sul 2014 (Italia +44,9%).
Le cessazioni di contratti a tempo indeterminato nel Lazio sono state 168.492 un dato in flessione del 2,4% rispetto al 2014 (In Italia -2,3%).
“Con i dati INPS di oggi possiamo dire che la crescita economica si sta traducendo anche in un miglioramento della qualità dell’occupazione – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: tra nuovi contratti attivati e contratti trasformati registriamo un vero e proprio “boom” di contratti a tempo indeterminato a fronte di una contrazione, invece, delle cessazioni. La crescita dei contratti a tempo indeterminato è una ottima notizia perché influisce positivamente sul futuro dei nostri cittadini” – ha detto ancora Zingaretti.
“Un messaggio positivo soprattutto per i giovani che possono guardare con maggiore ottimismo al loro futuro grazie a un mercato del lavoro sempre più inclusivo, che vede un abbattimento della differenza tra protetti e meno protetti – è il commento di Lucia Valente, Assessore Lavoro, Pari Opportunità e Personale, che ha aggiunto: continua il nostro impegno sulle tante crisi ancora aperte nella nostra Regione ma lo faremo con uno sguardo più positivo: perché con la ripresa economica anche i territori più in crisi possono iniziare a rinasce.
Bullismo, al via l’iter della proposta di legge regionale
Ha preso il via in Consiglio regionale alla Pisana l’esame della proposta di legge su prevenzione e contrasto al bullismo. A illustrare la normativa è stato il primo firmatario, Massimiliano Valeriani (Pd). Previsto nel testo iniziale uno stanziamento di 600 mila euro nei prossimi tre anni, di cui potranno beneficiare istituzioni scolastiche, Asl e associazioni che operano nel campo del disagio sociale, in particolare minorile. Dopo l’illustrazione e il dibattito generale il presidente Daniele Leodori ha aggiornato i lavori del Consiglio a mercoledì 24 febbraio, ore 12, per l’esame dell’articolato.
Valeriani ha ricordato che secondo l’Osservatorio regionale sul bullismo il 41,5 per cento degli alunni delle scuole elementari e medie se ne dichiara vittima. Su Roma e provincia si registra un picco del 45,7 per cento. I fondi, ha spiegato Valeriani, serviranno a sostenere la promozione di iniziative di sensibilizzazione e informazione, corsi di formazione, programmi di assistenza e sostegno, il tutto in un’ottica di “sistema“. Prevista anche la costituzione della Consulta che entrerà in sinergia con Osservatorio e Garante Infanzia. Sulla proposta di legge pendono 129 emendamenti ai quali se ne è aggiunto uno di Giunta, contestato da Francesco Storace (La Destra) che ne ha chiesto il ritiro in quanto ritenuto in grado di provocare la cancellazione di quelli dell’opposizione già a inizio discussione.
Nel corso del dibattito generale Cristian Carrara (Pd), presidente della commissione consiliare competente in materia, ha posto l’accento sull’urgenza di una risposta al cyberbullismo. La discussione della proposta rappresenta, per Carrara, l’opportunità per interrogarsi sugli esempi dati ai più giovani. Olimpia Tarzia (Lista Storace), che ha ritirato la firma dalla proposta di legge, ha lamentato un’insufficiente valorizzazione del ruolo della famiglia e una genericità sugli interventi ammessi a finanziamento. A nome dei colleghi del centrodestra, Tarzia ha chiesto il ritiro degli emendamenti, presentati da Marta Bonafoni (Sinistra italiana), che fanno riferimento al “bullismo omofobico“. Per Bonafoni “non bisogna avere paura delle parole“. I suoi emendamenti, in sintesi, sono destinati a portare l’attenzione su una delle forme più forti di bullismo. L’esponente di Sinistra italiana ha sottolineato che manca un quadro normativo di sistema, come manca collaborazione tra scuola, famiglie e ragazzi.
Secondo Davide Barillari (M5s) manca un confronto con il modello in discussione a livello nazionale e la prevenzione dovrebbe essere inserita in una programmazione strutturata, integrata e a lungo termine. Altre criticità riguardano il ruolo della Consulta regionale e il mancato coinvolgimento delle risorse regionali che già si occupano del fenomeno (Asl e strutture sanitarie e sociali). Giancarlo Righini (FdI) ha definito legge “inutile“. Ha criticato la mancanza di riferimenti a percorsi di evidenza pubblica per l’assegnazione delle risorse e ha espresso perplessità anche sugli interventi previsti. Per Righini – che ha chiesto il ritiro della proposta di legge – non è inoltre sufficientemente approfondito il tema del sostegno alle vittime. Ultimo intervento nella discussione generale di Eugenio Patanè (Pd), secondo il quale è sbagliato minimizzare la gravità e l’entità del fenomeno, che risulta in costante aumento nelle scuole e negli altri luoghi di aggregazione: secondo l’Istat il 50 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni è vittima di episodi di bullismo. Secondo Patanè non si può non tener conto che tra i vari tipi di bullismo c’è anche quello legato all’orientamento sessuale e, allo stesso tempo, bisogna considerare anche che la maggiore pericolosità degli atti di bullismo compiuti attraverso il web.