“Giri di donne, festini a base di coca, mazzette di soldi e appalti assegnati agli amici per ristrutturare i bagni della Regione. C’è tutto questo nelle carte della chiusura dell’inchiesta sull’affare immobiliare di Enpam, quello che coinvolge anche l’ex assessore regionale e ora deputato Marco Di Stefano. Migliaia e migliaia di carte passate al setaccio dai finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria e dai pm Marcia Cristina Palaia e Corrado Fasanelli. E lo spaccato che viene descritto è tutt’altro che edificante. Il 21 maggio 2010 viene sentita la domestica di casa Di Stefano, Mercede Manalo. «Molto spesso – si legge nel suo verbale – mi è capitato, stirando alcune giacche, di trovare nelle tasche del denaro, spesso anche banconote da 500. Una volta, il primo anno che ero da loro, nel 2007, mentre facevo le pulizie della camera da letto utilizzando un’aspirapolvere, nel passare vicino all’armadio del dottore, sotto i cassetti, sentivo un rumore strano. Mi avvicinavo e vedevo che l’elettrodomestico aveva preso una busta di nylon del tipo di quelle del supermercato, la prendevo su e vedevo che all’interno c’erano tanti soldi, dei mazzetti, con ancora le fascette di colore bianco intorno, erano molti. Sia la signora che il dottore mi dicevano di lasciarli lì. Il giorno dopo non c’erano più»“. Lo scrive Maria Elena Vincenzi su La Repubblica.
“Fiumi di denaro in contante e favori agli amici per gli appalti in Regione – si legge nell’articolo – L’ex assessore era questo, almeno a leggere le carte dell’inchiesta che lo vede indagato. Il 19 gennaio 2010 tocca alla sua ex moglie, Gilda Renzi, essere sentita dagli inquirenti sulla scomparsa del tuttofare dell’assessore, Alfredo Guagnelli. «Marco – racconta la moglie – mi disse che sperava non lo avessero arrestato perché quando era stato da lui in Regione gli aveva dato un cd contenente un appalto (…) Da Bruno ( ndril fratello di Guagnelli) apprendevo che Davide Galdo, collaboratore del fratello Alfredo, che secondo Bruno era l’unico ad avere la chiave della cassaforte oltre ad Alfredo, l’aveva contattato chiedendogli se conosceva personalmente Marco Di Stefano perché era in possesso di un cd e voleva ricattare mio marito in cambio di un posto di lavoro (…) Bruno poi mi diceva che con il Galdo non aveva più avuto contatti ma presumeva che questo, tramite Daniele Pulcini, avesse fatto in modo di far tornare il cd nelle mani di mio marito». La versione trova conferma anche nell’interrogatorio di Enrico Marcolini, collaboratore di Alfredo Guagnelli. «Guagnelli fu favorito da Di Stefano e da un altro politico del quale non conosco il nome ma che ho visto a Formentera in occasione di un bando di gara relativo alla ristrutturazione di bagni. Alfredo mi disse che Di Stefano e gli altri gli avevano agevolato l’aggiudicazione della gara della quale sconosco i termini però mi ricordo che fu consegnato al Guagnelli un supporto magnetico con la risoluzione del problema in ordine alla gara. Di Stefano gli promise l’aggiudicazione della gara in argomento attraverso la presentazione di un progetto, appunto contenuto nel floppy, che avrebbe sicuramente vinto in quanto era sottocosto rispetto agli altri». Marcolini, sentito il 5 novembre 2009, parla dei festini, delle ragazze che giravano attorno a Guagnelli. «Io ho visto di Stefano diverse volte, soprattutto nell’ultimo periodo. La società Angel Management è amministrata al 50% da Alfredo Guagnelli e da Luna Gaudino. La società tratta ragazze immagine ed eventi. Ha fatturato alla Regione Lazio per i mondiali di nuoto nel senso che sono state messe a disposizione le ragazze come hostess. Alcune di queste poi, a detta di Alfredo si sono intrattenute con il suo amico Sammarco, che è un altro politico (presumibilmente Gianni, ex coordinatore romano del Pdl ed ex cognato di Cesare Previti, ndr). Io ho conosciuto quattro o cinque ragazze di queste che mi confidarono che al termine delle loro prestazioni sessuali prendono somme di denaro che vanno intorno ai mille euro. Sono ragazze immagine che, al termine dell’immagine rimangono con il cliente a prostituirsi»“.