«Un Piano illegittimo, che tradisce la normativa e la realtà territoriale». Così la coordinatrice della Gilda Insegnanti di Latina, Patrizia Giovannini, parla del piano di dimensionamento scolastico per l’anno 2024-2025, deciso e approvato dalla giunta regionale del Lazio, e annuncia: «Stiamo verificando come sindacato la possibilità di un sostegno legale al fine di impugnare il provvedimento davanti agli organi competenti».
La Gilda è in attesa di accogliere le istanze dei collegi degli istituti di Latina interessati dalla razionalizzazione, ovvero l’I.I.S. Einaudi-Mattei e l’agrario San Benedetto. «In entrambe le scuole c’è fermento. La delibera che accorperà i due istituti – afferma Giovannini – è decisamente incauta e arbitraria poiché nessuno dei due è sottodimensionato. La Regione ha giustificato l’atto con la costituzione di un unico polo professionale; in realtà l’IPA San Benedetto già contiene un indirizzo tecnico, pertanto non ci sono giustificazioni valide a una decisione simile».
«Ad oggi la provincia di Latina non conta istituti sottodimensionati – ricorda la segretaria della Gilda – e il dimensionamento degli anni precedenti ha già unito istituti comprensivi e istituti di istruzione superiore. La nostra è l’unica provincia del Lazio che rientra nella media di 1.000 alunni prevista dalla legge per il mantenimento dello status quo».
«Non comprendiamo in alcun modo – continua Giovannini – le motivazioni che hanno indotto il presidente della Regione e l’USR Lazio a decidere di accorpare di fatto tre scuole e due istituti, creando una struttura sovradimensionata, ben oltre i 1.300 alunni. Il tutto senza considerare la delibera provinciale condivisa tra enti, sigle sindacali e dirigenze scolastiche».
Infine, la disapprovazione sul metodo: «Mai in tanti anni si è assistito a un dimensionamento a tal punto unilaterale e calato dall’alto. Un Piano che snatura gli istituti disattendendo totalmente le scelte di studenti e famiglie sul percorso e l’indirizzo da seguire.
«Questa decisione potrebbe creare un precedente, da qui la necessità di valutare l’azione legale. Ci auguriamo – conclude la sindacalista – che nel prossimo futuro si torni a operare nel rispetto delle norme e delle peculiarità territoriali».
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