Ascoltato oggi alla Pisana il direttore dell’Agenzia regionale del turismo del Lazio Giovanni Bastianelli. L’audizione si è tenuta di fronte alla V commissione – competente in materia di turismo – presieduta da Cristian Carrara (Pd). Argomento della seduta: la proposta di regolamento regionale per la disciplina dell’attività ricettiva di albergo diffuso (legge regionale 13/2007). La seduta è stata convocata da Carrara perché si è ritenuto opportuno fossero illustrate le norme in preparazione, anche se non è prevista l’espressione di un parere da parte della commissione. Bastianelli ha parlato dei punti salienti del regolamento. L’albergo diffuso, ha chiarito, può sorgere nei centri storici di borghi caratteristici, all’interno di edifici di pregio anche dal punto di vista architettonico. Le camere e i servizi comuni devono essere ospitati nella struttura principale, ma vi possono essere anche altre camere al di fuori della stessa, ad una distanza massima di 300 metri. Il limite di popolazione individuato, per i borghi che possono ospitare questa tipologia ricettiva, è di 40 mila abitanti, in modo che restino fuori, oltre a Roma, solo pochi altri centri di dimensioni maggiori.
Proprio su questo punto Gaia Pernarella (M5S) ha sollevato perplessità sul fatto che con questo criterio resti fuori, ad esempio, Terracina, le cui caratteristiche – a suo avviso – ben si presterebbero a rientrare nella previsione regolamentare. Bastianelli si è detto però perplesso sulla opportunità di modificare il limite di popolazione fissato, che potrebbe aprire una serie di richieste di modifica a catena.
Perplessità mostrata dal direttore anche sull’opportunità di modificare, come ritenuto opportuno dalla consigliera Cristiana Avenali (Pd), la distanza, prevista dalla stessa legge 13/2007, tra struttura principale e accessorie: la logica dell’albergo diffuso, secondo Bastianelli, risponde soprattutto al concetto di albergo, cioè una struttura con servizi comuni. Al di fuori di ciò, esistono altre tipologie di strutture ricettive.
Anche Marta Bonafoni (Sel) si era detta a favore di una modifica del limite di distanza, da portare a suo avviso addirittura a mille metri. Accoglibile invece, per Bastianelli, la proposta di Michele Baldi (Lista Zingaretti) di abbinare l’offerta ricettiva alle specificità culturali dei luoghi. A questo proposito il direttore dell’Agenzia regionale del turismo ha ricordato ai commissari, e per loro tramite al Consiglio tutto, l’urgenza di approvare il piano triennale del turismo in cui questo aspetto è previsto e disciplinato.
Rilevata, inoltre, sempre da Baldi la difficoltà di attuare la previsione dell’art. 5 del regolamento sul “turismo accessibile“, concetto con il quale si intende non solo accessibilità per gli invalidi, ma anche quella per anziani e bambini. Eugenio Patanè (Pd), oltre a riprendere i dubbi di Baldi sul turismo accessibile, ha sottolineato l’urgenza di regolamentare anche il turismo extralberghiero nel suo complesso. La risposta del direttore è stata che la legge regionale 10/2011, modificativa della legge 13/2007, in cui ha introdotto il comma 4 bis dell’art. 23, ha enucleato l’albergo diffuso dalla categoria complessiva della ricettività extralberghiera; pertanto in questa fase ci si sta preoccupando di attuare la previsione di regolamento per l’albergo diffuso, per poi passare alla regolamentazione del turismo extralberghiero nel suo complesso. Infine un cenno al problema dell’abusivismo, che oltre ad abbattere i guadagni delle strutture regolari, crea anche un notevole problema di sicurezza per la mancata registrazione degli ospiti, e ciò appare particolarmente preoccupante in vista dell’appuntamento del Giubileo straordinario e nell’attuale contingenza politica planetaria. Il presidente Carrara ha chiuso l’audizione impegnandosi a sollecitare, come da richiesta dei commissari, un passaggio della proposta di modifica della legge 13, legge regionale 221/2013, già in calendario in Aula, in commissione V, per gli inevitabili riflessi sull’attività turistica che la stessa, pur riguardando una parte limitata della normativa che va a modificare (nello specifico, quella del demanio marittimo), presenta indubbiamente.