Mi sono chiesta tante volte se la disabilità può dare fastidio ad un mondo “normodotato”. Le famiglie fanno fatica ad ottenere le cose più elementari. È una battaglia ogni santo giorno: con la scuola, con le istituzioni, con gli uffici pubblici, con il mondo lavorativo, con le commissioni Inps, con gli ospedali, con la burocrazia. Non dovrebbe essere tutto più semplice, più codificato? Un percorso facilitato per le famiglie che hanno già uno zaino pesante da portare sulle spalle ogni giorno. Eppure, non è così. La disabilità per chi non la conosce veramente, per chi non la vive, per chi non la tocca con mano, è una scocciatura. Bambini urlanti non verbali, bambini che ti ripetono all’infinito le stesse cose, ragazzi che saltellano, ragazzi con sindrome di down, persone in carrozzina per le quali devi magari prevedere strutture particolari…che noia, che fastidio, che perdita di tempo e di soldi.
Ragazzi non è così: vi dico che se entrate nel mondo della disabilità non ne vorrete più uscire, perché è un posto magico, dove ci sono mamme speciali a cui sono stati donati, da Gesù in persona, bambini speciali. Dove ragazzi con sindrome di down ti dicono cose talmente profonde che tu sprofonderesti per la pochezza dei tuoi pensieri. Dove ragazzi costretti in carrozzina per tutta la vita ti danno abbracci così forti che mai ne hai avuti di così belli. Dove cose che sembrano normalissime per un bambino normodotato, sono la conquista dell’Everest per un bimbo disabile. Dove le piccole cose fanno veramente la famosa e tanto ricercata felicità. Avete ragione: non è tutto rose e fiori, anzi ci sono anche tanti momenti di sconforto e tante lacrime nascoste… ma se chiedete ad una famiglia di rinunciare al proprio figlio disabile per un figlio non disabile, riceverete sempre la stessa risposta. Poi quando una ragazza che si chiama Bea con sindrome di down mi ha detto “Sei la migliore”, a quel punto ho toccato il cielo con un dito e posso essere felice per tutta la vita. Quali auspici per il 2023? Che le famiglie vengano messe al primo posto, che gli sia data una vita più serena, più facile, senza troppi intoppi, ostacoli, difficoltà, scogli, e un po’ meno Everest da scalare.
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