“Pragmatismo e risoluzione delle criticità. Dovevano essere questi i contenuti ed i perni su cui la proposta di legge concernente la “Promozione delle politiche a favore dei diritti delle persone con disabilità” doveva arrivare all’esame del consiglio regionale e di cui si è perso traccia nel corso di un iter lunghissimo iniziato in commissione sanità quando ricoprivo il ruolo di presidente e proseguito successivamente. Allora avevamo dato luogo ad una serie di audizioni nel corso delle quali abbiamo avuto la possibilità di ascoltare dai diretti interessati, dalle associazioni, non solo le problematiche in essere ma soprattutto di sentire e percepire la speranza di un cambiamento reale che si poneva in questa proposta. A loro dobbiamo spiegare perché un grande progetto, quello di sostenere attraverso la definizione di un testo unico in materia le persone con disabilità, sia stata ridotta a mera quanto semplicistica ambizione a causa di un iter schizofrenico, privo di un obiettivo preciso. La disabilità non riguarda solo la persona coinvolta direttamente ma la sua famiglia e il contesto sociale in cui vive. Come istituzioni non possiamo abbandonare chi ogni giorno si alza e pensa solo a come garantire il futuro ai propri figli, al proprio caro, affetto da patologie disabilitanti. Oggi le barriere che dobbiamo abbattere non sono solo quelle fisiche ma soprattutto quelle burocratiche, normative, che di fatto impediscono di dare la dovuta assistenza e sostegno a chi è costretto a confrontarsi con problematiche complesse. Un obiettivo che rischiamo con questa proposta di aver fallito. Perché ci troviamo di fronte ad un atto che si è ridotto ad una enunciazione di principi, condivisibili per carità, ma che non trovano attuazione concreta nella realtà, che non si traducono in azioni di sostegno alle persone con disabilità e delle loro famiglie. I principi sono sacrosanti ma non servono a nulla se non si attuano. Non rendono meno cavilloso l’accesso al lavoro per le persone con disabilità, non garantiscono con rapidità e continuità la fornitura di tutti quei presidi e ausili sanitari indispensabili per vivere, non assicurano l’accessibilità ai luoghi di lavoro, di svago, finanche alla propria abitazione a chi è disabile. Per queste ragioni, preso atto della sommarietà a cui purtroppo, la proposta si è ridotta ho presentato due emendamenti che ritengo sostanziali perché andrebbero a colmare alcuni gap che per chi ha una disabilità diventano montagne insormontabili. Il primo prevede che nei procedimenti selettivi per l’avviamento al lavoro delle persone con disabilità in caso di rinuncia o di inidoneità dei vincitori, si procede sempre allo scorrimento della graduatoria. Il secondo prevede la concessione di contributi ai Comuni per l’accessibilità alle aree demaniali destinate alla balneazione andando ad implementare le azioni indispensabili necessarie a garantire interventi rapidi e risolutivi affinchè i disabili possano avere accesso al mare e alle spiagge senza doversi confrontare con i troppi limiti che oggi precludono loro di godere di questi servizi. Mi auguro che la maggioranza mostri sensibilità verso le proposte che come Forza Italia abbiamo avanzato nell’ottica di dare sostanza ad una proposta che rischia di essere l’ennesima scatola vuota”.
Lo dichiara in una nota il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale del Lazio Giuseppe Simeone.
I commenti non sono chiusi.