“I dati che la FNOPI ha fornito in una recente audizione in Senato portano alla luce il divario salariale che, in Italia, esiste ancora tra uomini e donne nella categoria degli infermieri. È un dato discriminante e condannabile che ci offre lo spunto per alzare l’attenzione sull’intera platea degli operatori. La sanità è innegabilmente donna nei numeri complessivi. Infatti nelle strutture del Ssn al termine del 2019 su un totale complessivo di 630.810 lavoratori 428.506, il 67,9%, erano donne. La realtà ci dice però come una parità di genere su emolumenti e diritti non è ancora loro garantita” dice Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute. “Nonostante il peso nel settore – prosegue il sindacalista – esiste ancora una disparità di genere a favore degli uomini. Secondo uno studio condotto da Lenstore, nelle professioni sanitarie, infatti il divario degli stipendi tra uomini e donne è del 24%. Una differenza che non può essere solo fondata su qualifiche più prestigiose o migliore grado di istruzione da parte dei professionisti di sesso maschile. La realtà indica come ancora oggi alle donne vengano comunque assegnati compiti meno rilevanti e quindi meno retribuiti. Di fronte ad una sanità in affanno costante, di fronte alla disaffezione delle giovani generazioni per le professioni superare le discriminazioni di genere, garantire la valorizzazione del ruolo delle donne, significherebbe non solo compiere un assoluto gesto di civiltà ma dare anche un importante impulso per il rilancio del SSN” conclude Giuliano.
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