La storia della variante al P.R.G. (Piano Regolatore Generale) da l’esatta idea del pessimo funzionamento della politica di questa città. Ripercorriamo brevemente la storia: con deliberazione n. 64/2008 il Consiglio Comunale ha adottato una variazione di bilancio esecutivo di € 500.000,00 per la redazione della Variante del P.R.G.. A questa segue la delibera n°368/2008 per l’affidamento diretto dell’incarico all’architetto Purini, al prezzo di 257 mila euro. Ciò senza ricorso ad una procedura di evidenza pubblica, come da norma. Quindi, per evitare l’intervento dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici, la delibera di Giunta n. 46/2009, trasforma l’architetto Purini in un semplice consulente del Settore V Urbanistica ed Edilizia. Il tortuoso incarico all’“archistar” si conclude due anni dopo con la delibera di Giunta n.436/2010 che autorizza il dirigente del U.T. al ricorso a consulenti per il supporto all’attività del responsabile del procedimento per la redazione di questa “benedetta” variante di P.R.G..
Il notevole impegno di spesa destinato a Purini ha prodotto una proposta preliminare, riconosciuta dal Consiglio comunale con la presa d’atto di cui alla delibera 31 del giugno 2011.
Proposta è già stata oggetto di numerose osservazioni da parte nostra, su tutte ricordiamo quella che la variante tutto sembrava tranne che una risposta ai bisogni dei cittadini di Formia. Allora sulle preziose fascinazioni dell’“archistar” scrivemmo che : “Effettivamente l’elencazione di sei ‘a’: ambiente, archeologia, accoglienza, accessibilità, apertura, abitare e la ‘p’ di partecipazione sono seducenti, tanto da lasciar pensare ad uno scenario affascinante per le magnifiche sorti e progressive della città di Formia. Peccato, ahi noi, ahi tutti, che dopo una prima lettura del documento su ‘i fabbisogni abitativi della città di Formia’ redatto dal professor Nicola Acocella, poi la consultazione del grafico di piano, abbiano evidenziato come le premesse del documento di indirizzi non trovino riscontro nelle intenzioni e nella pratica di questa amministrazione”.
Progetti quali la funivia “mare e monti”, il cimitero degli archi, la zona di espansione di Ponzanello, l’“area di completamento” sul monte di Mola, lo confermavano.
Veniamo ai giorni nostri.
Nell’estate del 2013 si insedia Bartolomeo. Il nuovo sindaco, che accoglie nel suo staff una persona altamente qualificata quale l’ex assessore all’urbanistica, decide di prendere il “toro per le corna”. Incontra l’architetto Purini chiedendogli una svolta nella redazione della variante che consideri questa volta una nuova serie di obiettivi tra cui: stazione ferroviaria S. Croce, pista ciclabile di Gianola, parchi urbani di Santa Maria la Noce e Campese, riqualificazione del Parco De Curtis con realizzazione di un “museo del mare” e di una “Città dei bambini, museo archeologico [su cui torneremo] nella ex discoteca di “Marina di Castellone”, già confiscata alla camorra, inserita nel percorso archeologico che unirà piazzale Vespucci a Vindicio.
Sostiene Bartolomeo che “rimane fondamentale che ci sia all’interno della variante al piano regolatore un forte indirizzo al contenimento dell’uso del suolo a fini edificatori, e ristrutturazione delle aree già urbanizzate. Assoluta inedificabilità nell’area occidentale della città, ingresso a Formia da via Appia, Vindicio, ecc. Distribuzione volumetrie realizzate in base ad esigenze funzionali del territorio e non in base a criteri speculativi; centro congressi all’ex Seven Up e previsione di strutture ricettive e alberghiere a Gianola (compreso albergo diffuso), ospedale da ubicare all’ex Enaoli, riqualificazione delle aree industriali dismesse e infine un campus scolastico e sportivo a Penitro”.
Il tutto nel giro di un anno, con i primi risultati del nuovo studio già visibili ad Ottobre. Giustamente, vien da dire, considerando cinque anni di lavoro e 500mila euro sul piatto [deliberazione n. 64/2008].
In prima battuta constatiamo l’abbandono da parte del sindaco del metodo del concorso di idee, che quando è stato impiegato, attraverso il confronto delle diverse soluzioni, ha dato utili spunti per lo sviluppo urbanistico della città.
Dopodiché constatiamo che, purtroppo, cinque anni son passati dall’affidamento dell’incarico, l’ottobre pure, ma siamo ancora in alto mare e non crediamo che, in meno di un anno, tutto ciò che è stato concordato, tra le parti, potrà essere realizzato.
Probabilmente per le enormi difficoltà che avrà l’architetto Purini nel modificare il progetto di città preparato per l’ex-sindaco Forte fino al punto da renderlo un’occasione di sviluppo sano e non speculativo. Specie se si dovrà in ogni modo tutelare gli interessi della vecchia maggioranza che si sono tranquillamente ricollocati nella nuova, rappresentati da Assaiante, Zangrillo, Tallerini e fino a qualche giorno fa da Valerio. Il caso di quest’ultimo consigliere ed i movimenti, tutti ancora da chiarire, venuti alla luce sull’“Acerbara” ci dimostrano ancora una volta come, nonostante i propositi rivoluzionari e gli intenti di “liberare Formia”, gli “interessi oscuri” non abbiano alcun problema a sfruttare le occasioni offerte dal potente di turno. Come non ci può far che sorridere l’affermazione del sindaco che il suo fidato ex vice sindaco sia all’oscuro degli accordi che formeranno la struttura della nuova variante del P.R.G..
Dubitare delle dichiarate buone intenzioni del sindaco e del suo “pollice verde” ci può far guadagnare un’accusa di lesa maestà ma rassicuriamo i suoi difensori che le nostre argomentazioni sono solide. D’altronde non è lo stesso sindaco il maggior sponsor dell’eco-mostro noto come porto “Ranucci”? Ed il piano De Lucia non è stato affossato da una maggioranza bipartisan che ha aumentato le volumetrie di abitazioni e servizi, nonostante le indicazioni contrarie degli studi di Acocella?
E quindi il nostro allarme sul futuro della città rimane in piedi, soprattutto in assenza di una politica abitativa che soddisfi i bisogni delle fasce meno ambienti. Il vero dramma di questa città.
Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia
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