La Regione Lazio nei giorni scorsi ha fatto sapere di aver stanziato due milioni di euro per la sanità pontina.
I preziosi fondi sono in parte destinati all’ospedale Goretti di Latina, al Dono Svizzero di Formia, al Fiorini di Terracina e al San Giovanni Di Dio di Fondi.
Nel dettaglio:
1. 650 mila euro al Goretti per completare i 16 posti di terapia intensiva;
2. altri 663 mila euro per il Goretti per adeguare 20 posti di terapia sub-intensiva;
3. 365 mila euro al Dono Svizzero per l’adeguamento e il miglioramento dei percorsi Covid-19 del pronto soccorso:
4. 246 mila euro per la fornitura di letti elettrici all’avanguardia a sostegno della medicina generale, così suddivisi: 40 letti al Goretti, 25 al Dono svizzero, 20 al Fiorini, 15 al San Giovanni di Dio.
Certo è, che la filiera di governo poteva fare – forse – uno sforzo economico in più per cercare di lenire le gravose difficoltà in cui versano i nosocomi di Terracina e Fondi.
Alla luce di questa ripartizione economica ai cittadini di Terracina e Fondi non rimane altro che rifugiarsi nel sempre attuale e vecchio brocardo:”A caval donato non si guarda in bocca”.
Dovremmo invece pretendere veri interventi economici e figure mediche e paramediche da inserire negli scarni organici per ridare credibilità alla sanità provinciale e “ossigeno” ai “piccoli” ma ancora strategici presidi ospedalieri provinciali, come quello di Terracina e Fondi.
Non si può combattere e vincere la battaglia per una sanità pubblica migliore elargendo una tantum un “Aquilante” (cavallo improbabile protagonista delle gesta equine nel film Brancaleone alle crociate), spacciandolo pure per un puledro di razza e vincente.
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