“La pesca in Italia subisce un rallentamento importante per l’occupazione, mentre il mercato ittico cresce esponenzialmente – ha affermato il Presidente regionale di Acli Terra Nicola Tavoletta in un dibattito sul tema svolto a Terracina – In Italia i lavoratori della pesca sono 47.000, 12.000 gli scafi, con una riduzione del 33% in trent’anni, mentre dal 2016 il consumo medio annuo di pesce è passato da 16 kg a 25 kg.
Il problema è che il 74% del pesce consumato è estero con una netta prevalenza dai Paesi asiatici, dove la condizione dei lavoratori della pesca è pessima, come ha rilevato l’ International Labour Organization.
L’Unione Europea sta mettendo in mora i Paesi aderenti che non rispettano le regole sulla pesca sostenibile, contro la pesca INN, ma gli stessi Paesi chiudono un occhio. In sette anni 25 Stati membri sono stati attenzionati dal “cartellino giallo” europeo.
In Italia, nei nostri ristoranti, non vi è l’obbligo di indicare nei menù la derivazione del pescato.
Per aumentare le condizioni della qualità del lavoro dei pescatori e la possibilità e la convenienza del pescato locale, Acli Terra del Lazio – continua Nicola Tavoletta – promuove due misure per la Regione Lazio: un pacchetto di servizi sociali per agevolare le famiglie dei pescatori che vivono, visti gli orari, condizioni di difficile conciliazione tra lavoro e genitorialità, misure come trasporto scolastico, assistenza familiare in caso di care giver, servizi farmaceutici o colonie sociali estive.
Un finanziamento relativo al psr per collegare le imbarcazioni ai ristoratori in una filiera condivisa di qualità e trasparenza.
Mentre la seconda misura è facilmente comprensibile – conclude il Presidente Tavoletta – la prima è da considerare per la difficile vita che svolge un pescatore e la sua famiglia, allontanando i giovani da questa professione.