La spesa per affrontare l’emergenza immigrati nel 2015 è quasi triplicata, rispetto alla media 2011-2013, passando da 1,3 miliardi a 3,3 miliardi. Nello stesso periodo i contributi europei sono passati da 84,7 milioni a 120,2 milioni, con un aumento del 38,5%. I dati sono contenuti nelle tabelle del Documento programmatico di bilancio del Mef. Rispetto allo scorso anno l’incremento stimato è del 26%. Il governo vorrebbe che l’Europa considerasse queste spese come ‘extra’, e quindi chiede una flessibilità di pari importo, da poter utilizzare nella riduzione dell’Ires già dalla legge di stabilità 2016. Per il momento, tuttavia, questa tesi non sembra essere sostenuta da Bruxelles e, di conseguenza, la riduzione dell’imposta sulle società, che vale circa 3,5 mld, è prevista scattare dal 2017.
Nel 2014 sono sbarcate sulle coste italiane 170.000 persone, più del triplo rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo le presenze nei centri di accoglienza sono raddoppiate. I dati relativi ai primi nove mesi di quest’anno confermano ”un’analoga dimensione della crisi”, con oltre 136.000 migranti arrivati via mare. A settembre erano circa 77.000 i migranti nelle strutture di accoglienza governative e nelle strutture temporanee, cioè quasi il doppio delle presenze registrate a fine 2014 e oltre 10 volte il dato medio del periodo 2011-2012. Il sistema di protezione per i rifugiati e richiedenti asilo copre più di 26.000 persone; mentre i minori non accompagnati hanno superato le 10.000 unità, ”ponendo un’enorme sfida” su diversi fronti come gli alloggi e la scuola. ”Si tratta di un afflusso epocale” che interessa l’intera Europa, si sottolinea nel dossier. ”L’attivazione e la gestione di un sistema di accoglienza, in grado di far fronte alla pressione registrata, ha comportato uno sforzo di bilancio rilevante”.