Nel Lazio si voterà a gennaio e, comunque, in election day con la Regione Lombardia. La presidente uscente della regione Lazio Renata Polverini, dimissionaria da oltre un mese, rompe gli indugi e dopo che qualche giorno fa aveva annunciato che il decreto di indizione delle urne sarà emesso attorno alla metà di novembre, oggi è voluta essere ancor più precisa. E ha sottolineato: “Non si può che andare a votare per 50 consiglieri regionali” e non 70 “e quindi auspico la convocazione del Consiglio regionale per effettuare le modifiche come avevo già scritto al presidente Mario Abbruzzese che mi auguro abbia concluso le sue verifiche politiche”. E da Pd e Udc è arrivata una sostanziale apertura a ritornare alla Pisana per mettere mano alla legge elettorale. Mentre sul fronte delle candidature c’è da registrare l’attivismo del leader de ‘La destra’ Francesco Storace che, dimessosi oggi da consigliere comunale, non esclude l’ipotesi di correre per riconquistare la presidenza della regione Lazio, forte anche dell’assoluzione di ieri nella vicenda Laziogate. Lo showdown della Polverini, comunque, arriva proprio quando si era intensificato il pressing delle opposizioni per il voto anticipato. “Domani – aveva detto stamattina il candidato del Pd alla Regione Nicola Zingaretti – è l’ultimo giorno utile per tenere le elezioni il 16 dicembre. Per questo faccio l’ultimo appello alla Polverini per voltare pagina e restituire la parola ai cittadini”. Poi dopo l’annuncio della Polverini sul voto a gennaio Zingaretti ha osservato: “Noi continuiamo a pensare che sarebbe stato giusto votare il 16 dicembre ma se presto si arrivasse alla certezza di una data a gennaio sarebbe una prima buona notizia”. A quanto si calcola nei corridoi della politica la data che alla fine potrebbe essere scelta da Lazio e Lombardia per rinnovare i loro consigli potrebbe essere il 27 gennaio. Oggi il governatore lombardo Roberto Formigoni ha ragionato di calendario per circa un’ora con il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri e non si esclude che possa essersi consultato con la collega laziale nel corso del vertice del Pdl. Il 16 dicembre, infatti, dovrebbero tenersi le primarie del Pdl. Se Polverini poi emanasse il decreto, come ha annunciato, a metà novembre, i 45 giorni canonici scadrebbero attorno all’impraticabile capodanno. Ora, poiché nessuno immagina di affrontare una campagna elettorale in piene festività, gli indizi puntano sulle ultime due date utili di gennaio, cioè il 20 o a questo punto il 27, anche per guadagnare tempo su eventuali ricorsi alla giustizia amministrativa, che è il timore che ha portato Polverini, nelle ultime settimane, a scegliere la via della prudenza. Si tornerà dunque nell’Aula del Consiglio per modificare il numero dei consiglieri e abolire il per molti impopolare listino, anche senza modificare lo Statuto? “Per cambiare lo Statuto – ha affermato il consigliere del Pd Lazio Tonino d’Annibale – servono 4-5 mesi. Togliamo ogni scusa a Polverini e chiediamo la convocazione straordinaria e urgente del Consiglio per modificare la sola legge elettorale”. Posizione condivisa anche dal coordinatore del Pdl Lazio Vincenzo Piso: “modificare la legge elettorale e abolire il listino – ha detto – può e deve essere una delle priorità prima delle prossime elezioni”.