È arrivato oggi pomeriggio – con il parere sulle norme in materia di “erboristerie professionali” – il primo via libera in commissione a un capo della proposta di nuovo testo unico del commercio del Lazio. A darlo la VIII commissione del Consiglio regionale, presieduta da Mario Ciarla (Pd). Presente ai lavori l’assessore allo sviluppo economico e alle attività produttive Guido Fabiani. “Attualmente si può gestire un’erboristeria e vendere prodotti erboristici anche in mancanza di qualsiasi titolo professionale – ha detto il presidente a margine della seduta – La soluzione proposta consiste nel consentire di utilizzare la denominazione di ‘erboristeria professionale’ agli esercizi commerciali in cui sia presente un erborista che abbia conseguito i necessari titoli di studio. In tal modo soltanto nelle ‘erboristerie professionali’ il cliente sarebbe sicuro di trovare un erborista qualificato, abilitato a trasformare e miscelare i prodotti, a venderli e a dare consigli adeguati sull’utilizzo degli stessi, mentre gli altri esercizi commerciali non potrebbero usare tale denominazione“.
Titoli di studio per le erboristerie. Le disposizioni, oltre a introdurre la denominazione “erboristerie professionali”, puntano a fare chiarezza su una serie di aspetti, anche a tutela dei consumatori. La disciplina fornisce le definizioni di prodotto erboristico, di piante officinali, di prodotti erboristici preincartati e di preparazioni “estemporanee”, vale a dire quelle fatte in erboristeria su richiesta del cliente. Sia i preincartati che le preparazioni potranno essere realizzati solo da erboristi in possesso di uno dei titoli di studio elencati dal testo unico (laurea o diploma universitario in tecniche erboristiche, diploma di erborista, laurea in farmacia o in chimica e tecnologia farmaceutiche, diploma di specializzazione in scienza e tecnica delle piante officinali o in farmacognosia). Gli stessi titoli – posseduti dal titolare, dal rappresentante legale o da un suo delegato – permetteranno all’esercizio di utilizzare l’espressione “erboristeria professionale” sulle insegne, nella pubblicità e nelle comunicazioni commerciali. Una denominazione, che potrà essere usata anche per singoli reparti di esercizi concessi in gestione. La vigilanza e le sanzioni saranno affidate ai comuni.
L’iter del testo unico. Perché queste disposizioni entrino in vigore sarà necessario il completamento dell’iter della proposta di testo unico nel suo complesso (125 articoli suddivisi in otto capi) che dovrà passare dopo la pausa estiva per il parere finale sempre della stessa VIII commissione, competente in materia di commercio, e soprattutto per l’esame, per gli eventuali ulteriori emendamenti e per il voto del Consiglio regionale. Un iter che, nel corso del lungo ciclo di audizioni che ha proceduto l’esame articolo per articolo iniziato oggi, il presidente Ciarla ha più volte auspicato possa concludersi entro la fine dell’anno.