La Commissione Ue boccia l’idea di prorogare di 30 anni le concessioni demaniali marittime. “Un rinnovo automatico di 30 anni non sarebbe compatibile con quanto prevede il diritto comunitario“, ha detto oggi all’Ansa Stefaan De Rynck, portavoce del commissario Ue per il mercato unico Michel Barnier. La proposta di prorogare di 30 anni le concessioni degli stabilimenti balneari è stata inserita nell’ultima versione del decreto sviluppo.
“Le concessioni degli stabilimenti balneari dovrebbero essere accordate per un periodo di tempo appropriato e limitato e non dovrebbero essere aperte a rinnovi automatici né dare alcun altro tipo di vantaggio al gestore la cui autorizzazione è scaduta“, fa sapere il portavoce di Bruxelles, precisando che “un’estensione di 30 anni di tutte le concessioni attuali sarebbe incompatibile con le leggi Ue“, e dunque la Commissione “invita l’Italia ad adottare regole compatibili con la direttiva Servizi“.
La Commissione aveva aperto nel 2008 una procedura d’infrazione contro l’Italia per il suo sistema di rinnovo automatico delle concessioni balneari, perché impedisce a nuovi attori di entrare sul mercato e di competere con gli attuali gestori. La legge è stata poi modificata diverse volte, ma senza risolvere il problema principale cioé il rinnovamento automatico delle concessioni. il 13 maggio 2011, il governo italiano “a sorpresa“, secondo fonti di Bruxelles, ha adottato un decreto che introduceva il ‘diritto di superficie’ su coste e litorali per un periodo di 90 anni, provocando dure reazioni anche da parte della Commissione Ue. Ma tali disposizioni non sono mai state tramutate in legge e quindi sono decadute. Invece, l’articolo 11 della legge comunitaria adottata il 30 novembre 2011, elimina il rinnovo automatico delle concessioni agli stabilimenti e quindi ha consentito a Bruxelles di chiudere la procedura d’infrazione.