Il deferimento dell’Italia per la discarica di Malagrotta approda oggi alla Corte di giustizia Ue, nel giorno della sua chiusura e dell’avvio di un iter che dovrebbe trasformare il sito per i rifiuti più grande d’Europa in un parco, entro i prossimi quattro-cinque anni. La direttiva comunitaria impone agli Stati membri di provvedere affinché siano solo i rifiuti trattati a finire in discarica. Inoltre prevede che siano adottate misure appropriate per la creazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento e di impianti per il recupero dei rifiuti urbani non differenziati, provenienti dalla raccolta domestica, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili.
Nel 2009 la dg Ambiente della Commissione ha avviato un’indagine sull’esecuzione del piano di adeguamento della discarica di Malagrotta nel Lazio, arrivando alla conclusione che le autorità italiane avevano ”dato un’interpretazione restrittiva del concetto di ‘sufficiente trattamento dei rifiuti’ riempiendo Malagrotta a Roma e altre discariche del Lazio con rifiuti che non hanno subito il trattamento prescritto”. Da qui la decisione di portare l’Italia davanti alla Corte Ue.