sabato 23 Novembre 2024,

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Europa-Regioni: valanga svizzera allarma Ue, rischio trattati

scritto da Redazione
Europa-Regioni: valanga svizzera allarma Ue, rischio trattati

Il referendum svizzero che chiede al governo di imporre quote all’immigrazione di lavoratori allarma l’Unione europea e le sue capitali. La chiusura delle frontiere non è questione di giorni o di mesi, il governo svizzero a tre anni di tempo per adeguare la sua legislazione. Il risultato del referendum fa esultare i partiti populisti di mezza Europa, dalla Lega al Front National, dal Pvv di Wilders al Fpo di Strache. Ha invece l’effetto di una bomba per i ministri degli esteri che si riuniscono a Bruxelles.
E’ una brutta notizia” per l’Europa dice il francese Laurent Fabius. Mentre Emma Bonino ne definisce il possibile impatto come “molto preoccupante, sia per quanto riguarda l’Italia sia per gli altri accordi con la Ue“. Il lussemburghese Jean Asselborn, pur sottolineando – come fan tutti – che l’espressione democratica del popolo svizzero va rispettata, il suo risultato “avrà certamente conseguenze“. E da Berlino il portavoce della cancelliera Angela Merkel sottolinea che l’esito di quel voto che, sia pur di strettissima misura, di fatto cancellerebbe 15 anni di frontiere aperte tra la Confederazione e l’Unione europea “dal nostro punto di vista solleva problemi notevoli“.
I ministri comunque non affrontano esplicitamente la questione in Consiglio. In serata tende a prevalere l’attendismo. Per capire che piega prenderanno le relazioni tra Ue e Svizzera, un segnale arriverà mercoledì quando i rappresentanti permanenti dei 28 dovranno decidere se conferire o meno alla Commissione il mandato negoziale per  per negoziare l’accordo ‘istituzionale’ per l’adattamento automatico dell’acquis svizzero a quello Ue. L’esecutivo europeo preferirebbe evitare drammatizzazioni, in attesa che sia Berna a trovare una soluzione. Ma dagli ambasciatori potrebbe arrivare un segnale più deciso.
E’ comunque una svolta preoccupante, quella elvetica. Arrivando al Consiglio, il nuovo capo della diplomazia tedesca Frank-Walter Steinmeier sottolinea che la Svizzera in questo modo “si danneggia da sola” visto che la sua economia “vive di scambi con i paesi europei“. Riferimento evidente alla particolare natura dell’accordo messo in discussione dal voto del referendum. Limitare la libera circolazione, uno dei pilastri fondamentali dell’Unine europea e del mercato unico, farebbe cadere a cascata gli altri sei accordi entrati in vigore nel 2002 sul commercio, gli appalti pubblici, l’Agricoltura, i trasporti terrestri, il trasporto aereo e la ricerca. Tra le possibili conseguenze: treni e aerei potrebbero non essere più liberi di circolare tra la Svizzera e la Ue, gli studenti non potrebbero usufruire del programma Erasmus ed il futuro del milione di europei residenti in Svizzera, così come dei 430mila svizzeri residenti in Europa, diventerebbe un punto interrogativo. Ed in Italia – ma anche in Francia e Germania – monta rapidamente la preoccupazione per l’esercito di transfrontalieri che ogni giorno varca il confine per andare a lavorare in Svizzera.
Di tutt’altro segno le reazioni di Marine Le Pen e della Lega Nord. Per la leader del Front National, gli svizzeri hanno dato “prova di grande buon senso“. E si dice sicura che i francesi, in un ipotetico referendum, voterebbero in massa per il blocco della immigrazione di massa. Nel Carroccio, Mario Borghezio interpreta il risultato come “una grande lezione di democrazia“, mentre il segretario Matteo Salvini osserva che “tutto il mondo difende la propria gente, stringe e chiude le porte. Tranne l’Italia, mi sembra un suicidio“.

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