Europa Verde Terracina nella persona del suo co-portavoce Gabriele Subiaco, con Europa Verde Lazio nella persona del suo co-portavoce Nando Bonessio e con Europa Verde nazionale nella persona del suo co-portavoce Angelo Bonelli esprime la propria vicinanza e supporto allo stimatissimo Giudice Giuseppe Cario, aggredito giorni fa presso il suo Ufficio del Tribunale di Latina dalla madre di uno dei nomi eccellenti della criminalità locale, Gianluca Tuma, arrestato nella recente operazione portata avanti dal sostituto procuratore Antonio Sgarrella e dalla Squadra Mobile di Latina denominata “Ottobre Rosso” per tentata estorsione, trasferimento fraudolento di beni e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale.
Ricordiamo che il Giudice Giuseppe Cario era stato già oggetto, negli anni scorsi, di intimidazioni e minacce ed era sotto protezione così come ricordiamo che Gianluca Tuma è già stato imputato di aggressioni fisiche all’ex capo della Squadra Mobile di Latina Fabio Ciccimarra (reato andato in prescrizione) e di minacce di morte in pieno centro cittadino a Latina a Vittorio Buongiorno, conosciuto e stimato giornalista, capo redattore de Il Messaggero di Latina, minacce che hanno portato ad un processo, denominato Don’t Touch 2, con Federazione Nazionale della Stampa Italiana e Associazione Stampa Romana, entrambi parti civili nel processo proprio per la rilevanza delle intimidazioni ricevute dal giornalista.
Il Giudice Giuseppe Cario ha firmato in questi ultimi anni provvedimenti importanti, impegnato in prima linea in un territorio molto difficile, e sul suo tavolo ci sono anche altre indagini importanti, e pertanto apprendiamo con estrema soddisfazione che il grave fatto accaduto abbia stimolato una straordinaria convocazione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza e che questo abbia deliberato, oltre ad un più generale rafforzamento delle misure di vigilanza e controllo presso il Tribunale di Latina, anche il rafforzamento della scorta al Giudice, confidando nel fatto che egli possa quindi continuare con maggiore sicurezza e serenità d’animo nella sua meritoria opera a favore della legalità e della giustizia.
Esprimiamo grande preoccupazione per il clima intimidatorio in cui è costretta ad operare la magistratura in provincia di Latina alle prese con indagini e procedimenti giudiziari importanti, alcune delle quali riguardano anche Terracina, a cominciare dalla indagine sulla presunta gestione illecita del Demanio pubblico con concessioni e convenzioni date ai privati tra il 2015 e il 2019 in cui si ipotizzano i reati di traffico di influenze, corruzione e abuso d’ufficio e che vedono coinvolti esponenti di spicco della politica locale e amministratori pubblici tutt’ora in carica, insieme a conosciuti imprenditori, tecnici e dirigenti del Comune di Terracina. Ci preme inoltre evidenziare la necessità di maggiori controlli preventivi nel rilascio di licenze e autorizzazioni per nuove attività di ristorazione anche alla luce del fatto che, apprendiamo dalla stampa, lo stesso Tuma aveva aperto proprio a Terracina un pub-ristorante, nonostante la misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale alla quale era stato sottoposto dal 2019 a seguito della condanna nel processo Don’t Touch, confermata dalla Cassazione, a 3 anni e 4 mesi proprio per intestazione fittizia di beni, vieti l’accesso a licenze o autorizzazioni di commercio, il tutto reso possibile evidentemente grazie ad una rete di prestanome e società che senza dubbio tocca anche Terracina. Noi di Europa Verde chiediamo che la magistratura tutta sia messa nelle condizioni di operare con la massima serenità e che sia fatta presto chiarezza visto che emerge chiaramente come nella nostra provincia si sia venuto delineando in questi anni un quadro fosco fatto di rapporti opachi ed intollerabili anche tra politica, affari, professioni, enti pubblici e clan criminali, come il clan Di Silvio a Latina, che con la recente sentenza definitiva della Cassazione nel processo ‘Alba Pontina’ ha visto finalmente mettere la parola fine su una delle inchieste più importanti della criminalità organizzata degli ultimi anni, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma con la Squadra Mobile di Latina e al quale per la prima volta già nel giugno 2018 era stato contestato il pesante art. 416 bis, e quindi riconosciuto come mafioso, e che costituisce una delle minacce più gravi per la vita sociale, economica e politica della nostra Provincia.
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