«Per contare in Europa bisogna starci. È vero che la Germania fa la prima della classe ma è anche vero che l’Italia non fa sentire la sua voce». Il Vice Presidente della Commissione Europea Antonio Tajani nella tappa pontina del “Dialogo con i Cittadini” ha parlato ad una platea gremita, scendendo in mezzo ai giovani.
Impostato su le tre domande poste dai centri Europe Direct, il dialogo è servito come termometro dell’andamento europeo sul territorio regionale ed in particolare della provincia di Latina.
Tra i punti centrali della discussione: la necessità di far emergere l’Italia in Europa, attraverso rappresentanti politici forti e il sostegno del mercato; il disequilibrio – percepito tra i ragazzi – degli Stati membri; la mancanza di un’ identità europea forte, di una difesa unica e di competenze riguardo alla Banca Centrale Europea che possano permetterle di far circolare più moneta.
«Bisogna guardare al domani – ha detto Tajani rivolgendosi prima di tutto ai giovani sui temi del lavoro – Fate percorsi scolastici che vi diano la possibilità di trovare lavoro. Non è indispensabile avere una laurea per realizzarsi nella vita: è meglio un non laureato soddisfatto che un laureato disoccupato. Molti ragazzi vogliono fare l’alberghiero ed è giustissimo. Dobbiamo fare in modo che chi lavora nel turismo sia qualificato: abbiamo un turismo che ha bisogno di questo. Servono più ingegneri: meglio diventare perito informatico piuttosto che avere una laurea in scienze della comunicazione che poi non si può usare».
«Non credo che l’Europa – ha detto Tajani esprimendo il suo parere sulle competenze dell’UE – debba occuparsi delle piccole cose. Quelle toccano agli Stati. Così come avviene negli Stati Uniti: il presidente si occupa di grandi cose, gli Stati delle piccole. L’Italia può svolgere un ruolo importante: c’è bisogno di più Italia in Europa. È l’Europa ad aver bisogno della produttività italiana, delle imprese italiane. Siamo attualmente poco presenti con le organizzazioni imprenditoriali, con la politica: questo significa anche perdere le opportunità che l’Europa offre».
Quanto all’Euro «non è una cosa semplice uscirne. Il referendum non si può fare su cose decise dai trattati internazionali, perché la nostra costituzione dice così. Sarebbe molto più utile invece – sostiene Tajani – cambiare le regole che governano la moneta europea. È cruciale puntare soprattutto sulla politica industriale e delle imprese e risanare i conti pubblici. Non serve aumentare le tasse: abbiamo bisogno di un mercato che sia in movimento».
Anche la Banca Centrale Europea dovrebbe avere più competenze. «Ha soltanto un potere – ha spiegato Tajani -: quello di fare in modo che non ci sia un aumento forte dell’inflazione. Bisogna invece mettere in circolazione più denaro contante. Dobbiamo cambiare le regole attuali in modo che la Bce possa fare di più».
Riguardo ai fondi dell’Unione Europea osserva inoltre che «noi siamo anche contributori dell’Europa. Ma ci riprendiamo solo una piccola parte dei soldi che diamo. Questo è dovuto soprattutto alla mancanza di formazione dei funzionari amministrativi. La Provincia di Latina, grazie ad Armando Cusani, è all’avanguardia in questo. Cusani è uno degli amministratori che più si è battuto per dare una dimensione amministrativa più legata all’Europa».
«Il punto è proprio questo – ha aggiunto Armando Cusani -. Noi dobbiamo lavorare per avere una rappresentanza forte che sia anche capace di trasmettere a livello locale quanto di buono e di positivo possa fare l’Europa. Spesso la lamentela è: “noi non spendiamo le risorse comunitarie”. Ma noi siamo preparati a prendere tutto ciò che l’europa ci mette a disposizione? Non facciamo come gli altri Stati membri che prendono la direttiva la traducono e la applicano. Da noi si prende la direttiva poi si fa una legge, poi un’altra regionale, magari anche un regolamento e poi fondi li abbiamo persi. La formazione della burocrazia e della classe politica locale è determinate. In provincia di Latina abbiamo fatto tanto specie sul fondo sociale e nelle scuole perché abbiamo investito molto sulla formazione dei funzionari e loro sono stati in grado (nei meccanismi complicatissimi della Regione) a spendere le risorse messe a disposizione rapidamente ma siamo un’eccezione.
Dobbiamo far diventare il pensiero Europa un sentimento. Dobbiamo essere convinti che quella è la strada da seguire. E questa è una sfida che passa fondamentalmente attraverso i giovani. Leggete – ha concluso Cusani rivolgendosi agli studenti – il Manifesto di Ventotene. Lì dentro c’è il fulcro di quell’idea che doveva essere completata, arrivare agli Stati Uniti d’Europa. Ed è il progetto che manca».
Tra le domande del pubblico è stata determinante quella di una studentessa che ha posto la questione dell’equilibrio tra gli Stati.
«Per contare in Europa bisogna starci – ha detto Tajani. – La Germania fa il suo interesse. E l’Italia? Bisogna far sentire la nostra voce e incidere nelle decisioni con coraggio e fermezza. Bisogna sempre esserci nei posti dove si decide: essere politicamente forti, e avere un’economia che migliora. Non possiamo eleggere deputati europei che poi tornano indietro per candidarsi a sindaco o alla Regione».
In conclusione il problema, secondo il Vice Presidente della Commissione Europea è «di volontà politica. L’Europa oggi si è immobilizzata. Ma adesso deve andare avanti o è la fine e può farlo solo con grandi leader politici».
Nel frattempo in questi giorni una delegazione di studenti che hanno partecipato ai Dialoghi di Ventotene lo scorso anno è stata in visita al Parlamento Europeo di Bruxelles per toccare con mano l’attività e vivere il sentimento dell’Europa, condividendo l’esperienza con i coetanei degli altri Stati membri.