“E’ assalto al Palazzo europeo. L’onda francese ha squarciato l’ipocrisia dilagante e preparato il terreno a quello che accadrà dopo il 25 maggio quando tutti dovranno fare i conti con un’Europa che vedrà Angela Merkel finalmente minoritaria”. Lo scrive stamane il Segretario Nazionale de La Destra, Francesco Storace, sul sito del partito e sull’editoriale de Il Giornale d’Italia. “Saranno minoritarie le politiche vessatorie dal punto di vista fiscale; le pretese di egemonia sui popoli più deboli del continente; dovrà essere mitigata e di molto la pretesa della banca Centrale europea di dettare le linee di politica economica agli Stati membri dell’Unione. Sovranità come parola d’ordine, a partire da quella monetaria. Ho letto ieri tantissime dichiarazioni sul voto francese di domenica e una delle più intelligenti, tra le troppe infantili degli uber partes, l’ha rilasciata il deputato di Forza Italia, Daniele Capezzone, il quale ha diffidato a fare la solita cagnara contro “la destra pericolosa“, preferendo porre l’accento su una scelta popolare di contrasto dell'”assetto europeo basato su vincoli e austerità“. E qui sta la questione. I popoli europei odiano l’Euro e presto rischiano di odiare l’Europa perché è matrigna, lontana, distruttrice. “La gabbia dell’euro” è stata sfasciata secondo la felice definizione di Giorgia Meloni, anche se purtroppo a destra dobbiamo dire che sarebbe sbagliato attribuirci facili successi prossimi venturi per quello che è accaduto in Francia. E’ stato un voto contro il Palazzo, dobbiamo rendercene conto nell’affinare la protesta contro le politiche monetarie, un consenso trasversale che e’ andato oltre i confini di destra e di sinistra. In Italia, ahimè, lo interpreta più Grillo per l’elementare ragione che rifiuta ogni alleanza con la nomenclatura. Nei panni di La Russa ed Alemanno mi sforzerei ad esempio di evitare euforia eccessivamente enfatica. Diciamo che entrambi hanno qualche difficoltà ad immedesimarsi nei paladini della lotta al potere, e’ quantomeno un peccato veniale. Anche per questo sarei prudente nel dire “abbiamo vinto a Parigi“; è meglio attestarsi sul “vorremmo vincere come a Parigi“, ma andrebbero fatto scelte nette, come in verità la stessa Meloni ha cominciato a fare nel suo congresso. Credo che nelle prossime settimane, anche Forza Italia alzerà il livello di forte criticità sulle politiche europee e altrettanto sta facendo la Lega. Vuoi o non vuoi, si può dire che in Italia il fronte avverso alle eurocrazie è già maggioritario, anche se ovviamente non unito. Certo, poi occorrerà leggere i programmi, le proposte. Sovranità monetaria significa rivendicare il diritto a stampare moneta; sovranità economica rappresenta il rifiuto a sottostare al fiscal compact (e chissà che non si riesca finalmente a lanciare una sorta di referendum fra i popoli europei per abrogarlo); sovranità nazionale riguarda il diritto a non farsi dettare i nomi di chi ci governa. E poi, Italia tutelata e non più abbandonata rispetto alle ondate migratorie; e rispettata nelle sue convinzioni etiche oggi minacciate dal relativismo culturale che proprio in Europa fa proseliti. In fondo, dalla Francia viene una limpida affermazione di orgoglio nazionale. All’Italia non manca. Non deve mancare”.