“Dopo aver appreso nei giorni scorsi dalla stampa di un palese tentativo di condizionamento della Amministrazione del Comune di Terracina da parte del referente legale di alcuni acquirenti degli appartamenti negli immobili sequestrati nel 2022 (i due ecomostri dell’Ex Corafa) e per i quali a luglio 2023 sono stati inviati provvedimenti di chiusura indagine e presumibilmente predisposte richieste di rinvio a giudizio, il quale afferma pubblicamente sul proprio profilo social, di volere usare la leva politica (il voto degli acquirenti e delle loro famiglie) per condizionare la Giunta Comunale e presentare liste civiche per le prossime elezioni (paventando quindi una caduta anticipata della Giunta?) e quindi di fatto utilizzare il voto clientelare per fare pressione e ottenere la soluzione al problema del completamento e assegnazione degli immobili ancora sequestrati, Legambiente Terracina, ancor più alla luce della comunicazione del Sindaco fatta pubblicamente il 12 settembre scorso in Consiglio Comunale, segno della estrema gravità e delicatezza della situazione, comunicazione nella quale si ribadisce la assoluta libertà e non ricattabilità di Sindaco, Giunta e dell’intero Consiglio, esprime la sua massima solidarietà al Sindaco, alla Giunta, al Consiglio e alla Amministrazione tutta e li invita a coinvolgere direttamente le Forze dell’Ordine e la Magistratura per tutelare nelle sedi competenti l’immagine dell’Istituzione comunale e dei suoi componenti e perseguire ogni tentativo di condizionare il libero esercizio del potere amministrativo, a maggior ragione se esercitato attraverso un ricatto di tipo elettorale.
Già all’epoca del coraggioso sequestro di iniziativa posto in essere il 4 maggio 2022, notificato dalla seconda squadra unità navale della Guardia di Finanza di Terracina insieme alla squadra operativa di Gaeta, coordinate dal capitano Aurelio Borgese, convalidato successivamente il 20 maggio 2022 dal GIP Giuseppe Molfese, la presidente del Circolo Legambiente Anna Giannetti aveva subito, come per il suo precedente impegno di denuncia per l’immobile ex pro-infantia (ora a processo e nel quale il Circolo è parte civile), per giorni e a più riprese, attacchi continui da parte di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia i quali la additavano impropriamente come “colpevole” agli acquirenti degli appartamenti dei due immobili sequestrati, esponendola addirittura a rischi sul piano della sicurezza personale, visto che alcuni di essi avevano cominciato ad attaccarla violentemente anche via social.
Addirittura in un comunicato stampa ufficiale, di allora, a firma dell’allora Coordinatore cittadino di FdI, finito su tutti i siti di informazione della provincia, si arrivava a chiedere – come principale forza di maggioranza- un anomalo intervento dell’allora Sindaco Tintari presso la Procura per ridurre la Presidente di Legambiente al silenzio e impedirle di svolgere la normale azione associativa di denuncia, attribuendo “fantasticamente” a Legambiente – parole testuali- “una presunta capacità di servirsi a proprio uso e consumo della polizia giudiziaria”, come se essere una associazione attiva sul territorio, impegnata in modo concreto e visibile su diversi temi cruciali, dall’abusivismo, alle concessioni, al verde urbano, alle questioni demaniali, agli incendi, ai rifiuti, al contrasto alle plastiche in mare, alla tutela del paesaggio, sia una colpa, nel momento in cui le azioni associative, le analisi, le denunce, le segnalazioni, proprio perché ben fondate e motivate trovano poi riscontro nelle autonome azioni delle forze dell’ordine, della Polizia Giudiziaria e della Magistratura, come nella normalità delle cose.
Risultava quindi evidente già da allora che molto “bolliva in pentola” nella vicenda ex Corafa e che alcune forze politiche, come anche nel caso ex pro-infantia – che addirittura vide l’allora ex Vice Sindaco di Fratelli d’Italia, ora imputato in due processi, querelare la Presidente di Legambiente Terracina proprio a seguito delle denunce (querela poi archiviata), sembravano mostrare un certo interesse in queste vicende urbanistiche e negli avvenuti sequestri.
Sempre relativamente al caso ex Corafa, il 19 luglio 2023 arrivava l’avviso di conclusioni indagini per i contestati reati di abuso edilizio e altri reati ambientali, disposto dal sostituto procuratore Giuseppe Bontempo, e risultavano indagati l’ amministratore della società titolare della licenza, proprietario per il 50% insieme all’altro proprietario, il direttore del cantiere e il titolare della ditta esecutrice, la rappresentante legale della ditta costruttrice e i due tecnici del Comune di Terracina, entrambi già imputati nel processo ex pro-infantia.
Da quel momento, e dopo il dissequestro del 30 giugno 2023 per esaminare le azioni da fare per riportare tutto nella conformità urbanistica, intercorre dapprima un importante parere della Regione Lazio del 17 novembre 2023 (prot. 1324496) in merito alla monetizzazione degli standard, distanze e altezze, nel quale la Regione Lazio sottolinea la necessità del rispetto delle norme gerarchicamente più restrittive nel rilasciare il permesso a costruire, configurando la monetizzazione come una possibilità e non come un diritto del privato, la cui concessione è comunque soggetta a valutazione da parte dell’ente comunale anche nei casi previsti cioè per aree da cedere inferiori a 1000 mq o dell’impossibilità del reperimento per ragioni oggettive, ribadendo che non è certo la distribuzione progettuale estesa che può determinare l’impossibilità di cedere aree di standard.
Nel medesimo parere viene altresì chiarito in merito alle altezze, che l’intervento di demolizione e ricostruzione realizzato in attuazione della l.r 7/2017 sulla “rigenerazione urbana” è consentito in deroga alle altezze massime di cui all’art.8 del DM 1444/1968 (e quindi a maggior ragione di quelle previste dalla strumentazione urbanistica comunale che deve essere più restrittiva) ma solo per la realizzazione delle premialità e degli incrementi volumetrici e non anche per la ridistribuzione delle volumetrie esistenti, le quali dovranno rispettare le prescrizioni del piano regolatore e dei piani attuativi esistenti.
E successivamente arriva l’ordinanza del TAR del Lazio dell’aprile 2024 a fronte del ricorso della ditta costruttrice e che vede la magistratura amministrativa esprimersi accogliendo sia gli assunti comunali che quelli della ditta, con una richiesta al Comune di rispondere alle legittime richieste della ditta con atti definitivi che rispondano in modo adeguato, rimandando la trattazione di merito alla udienza del prossimo 9 ottobre 2024.
Ricordo inoltre che anche per questa vicenda il Circolo di Terracina aveva chiesto a febbraio e ottenuto l’11 giugno scorso una audizione in Commissione Consiliare IV – Assetto del Territorio in modo da affrontare tutte le gravissime problematiche emerse da una cattiva applicazione della legge sulla rigenerazione urbana, all’origine di molti scempi urbanistici nella nostra Città, e che necessita di una completa revisione del quadro normativo e regolamentare delineato con le Delibere di consiglio Comunale approvate negli anni passati, da noi più volte definite “criminogene”, anche alla luce degli importanti pareri emessi dalla Regione Lazio a riguardo.
La Regione Lazio infatti con il parere in merito alla monetizzazione degli standard urbanistici (prot. 649510 del 1 luglio 2022) che ha portato alla revisione del Regolamento Comunale in senso restrittivo e ancora di più con il parere in merito alle altezze (prot. 1324496 del 17 novembre 2023), ha riaffermato un principio fondamentale nella gerarchia delle norme urbanistiche, e cioè che una norma locale non può essere meno restrittiva di una norma regionale, e confermato di fatto che l’intervento di rigenerazione avvenuto presso ex-corafa è avvenuto in violazione di alcuni principi, peraltro da noi evidenziati già all’epoca del sequestro Ex-Proinfantia e riportati in una importante Audizione urgente nella Commissione Urbanistica regionale del 4 febbraio 2021.
Legambiente Pisco Montano Terracina
Anna Giannetti
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