Guido Fabiani, assessore alle Attività produttive e sviluppo economico, ha illustrato questa mattina all’VIII commissione del Consiglio regionale del Lazio presieduta da Mario Ciarla (Pd) gli interventi della Regione a sostegno delle pmi. Un sistema produttivo nel suo insieme, quello del Lazio, che rappresenta il 10,7% del Pil italiano ma che, nel 2012, è sceso per indice di competitività al 136 posto su 271 regioni europee. “Obiettivo prioritario della giunta Zingaretti è quello di sostenere la tenuta e la ripresa delle piccole e medie imprese” ha affermato Fabiani. Ciò potrà avvenire: attraverso la semplificazione burocratica e l’efficienza, l’agevolazione dell’accesso al credito e le garanzie alle imprese, il pieno utilizzo dei fondi europei, la loro programmazione per 2014-2020 e le politiche per la competitività del sistema produttivo. Politiche che passano attraverso il sostegno alla collaborazione, allo scambio di esperienze produttive, al trasferimento tecnologico e ai processi di internazionalizzazione. Si punta a una nuova governance delle politiche con l’istituzione di un osservatorio sullo sviluppo economico, nonché al recupero del ruolo di programmazione e coordinamento della Regione. La lista degli interventi nel documento di Fabiani si apre con il pagamento dei creditori della Regione per circa 2,5 miliardi di euro per il 2013, cui si aggiungono i 780 milioni di euro per il debito sanitario e quelli che si dovrebbero ottenere, a breve, per l’esercizio 2014. Annunciate proposte di riduzione delle società regionali, ridefinizione delle loro mission e numerosi testi unici (tra cui quelli su: commercio, artigianato, start up e sicurezza). Negli interventi figurano, poi, “piani” per l’internazionalizzazione e per l’attrazione degli investimenti, una delibera di indirizzo sullo Small Business Act e il passaggio dal modello dei distretti alle reti di impresa. Per l’accesso al credito, dopo la trasformazione di Banca Impresa Lazio in intermediario finanziario, in programma la messa a sistema di soggetti pubblici e privati che diano assistenza e sostegno alle imprese più un nuovo testo unico in materia creditizia. In tempi strettissimi, infine, saranno utilizzati in pieno i fondi europei a partire dai 130 milioni per ingegneria finanziaria e dalle modifiche del bando “Insieme per vincere” (50 milioni). Per il consigliere Riccardo Valentini (Per il Lazio), intervenuto dopo la relazione dell’assessore Fabiani, non si potrà uscire dalla crisi senza trasferimento dell’innovazione tecnologica tra ricerca e imprese, adottando magari un modello già sperimentato in Germania. Rosa Giancola, sempre del gruppo Per il Lazio, ha proposto si evitino interventi a pioggia e ciascuna azienda in crisi sia letteralmente “adottata“. Il vicepresidente della VIII commissione Mario Abbruzzese (Pdl) ha sottolineato la necessità di un’azione costruttiva che non dimentichi cosa è stato fatto nelle precedenti legislature, come ad esempio il piano casa. Enrico Forte (Pd) ha posto l’accento sul riordino dell’accesso al credito in brevissimo tempo, sulla necessità di tenere in adeguata considerazione le microimprese e sull’annunciata costituzione da parte di Fabiani di una cabina di regia e di uno sportello unico dell’Economia del Mare. Apprezzato da Daniela Bianchi (Per il Lazio) il passaggio alla rete di imprese in luogo del distretto, ma con l”invito ad andare oltre pensando alle macroaree territoriali. Il vicepresidente Oscar Tortosa (Psi) ha tenuto a ribadire che é strategico, prima di poter realizzare gli obiettivi più elevati indicati dall’assessore e dai consiglieri, che si metta mano alla semplificazione. Aspetto questo della riduzione e dell’accelerazione dei passaggi burocratici, nonché del bisogno di norme chiare e di meritocrazia per la dirigenza della pubblica amministrazione, posto come precondizione per dare corpo ai piani da Silvana Denicolò (M5S). Infine Cristiana Avenali (Per il Lazio) ha richiamato l’attenzione su un nuovo modello di sviluppo che ponga al centro la green economy: risparmio energetico, fonti rinnovabili, rifiuti, agricoltura e turismo sostenibile dovranno esser tenuti in debito conto in vista della programmazione dei nuovi fondi europei.