BILANCIO: ZINGARETTI CON RISTRUTTURAZIONE DEBITO RISPARMI PER OLTRE 480 MLN
Con riacquisto bond risparmi di 45,8 milioni l’anno, interessi calano dal 5,7% al 2,26%
Più di un anno fa abbiamo intrapreso la strada della ristrutturazione del debito della Regione, un’operazione complessa che produrrà complessivamente nel triennio 2016-2018 risparmi per oltre 480 milioni e, a regime dal 2019, per oltre 160 milioni di euro.
Un altro passo di questo percorso: il riacquisto dei bond regionali. Il Lazio è la seconda Regione, tra quelle individuate dal Mef, per il buy back di bond regionali. L’obiettivo dell’operazione è quello di ridurre gli oneri finanziari del debito regionale e a semplificarne la struttura. La Regione Lazio ha raggiunto l’obiettivo dell’80,19% dei titoli riacquistati. Per effetto della ristrutturazione solo di questo debito, calano gli interessi, dal 5,7% al 2,26%, con un risparmio di 45,8 milioni l’anno.
L’impegno che stiamo portando avanti. Abbiamo già provveduto a rinegoziare i quattro prestiti concessi da Cassa Depositi e Prestiti, tutto questo ha comportato risparmi per 21,4 milioni di euro su base annua. Abbiamo rinegoziato anche i mutui con il MEF, ottenendo condizioni finanziarie maggiormente favorevoli, con un beneficio per il bilancio regionale pari a 90,5 milioni di euro; e i mutui concessi agli enti locali da Cassa Depositi e Prestiti e assistiti integralmente da contribuzione regionale, con benefici per 2 milioni di euro su base annua.
Alla ristrutturazione del debito regionale si aggiunge una riduzione del 67,6% del portafoglio derivati con incassi per la Regione pari a 73,4 mln di euro dalle controparti bancarie.
“Fino ad oggi, una gran parte delle risorse del bilancio vengono utilizzate per pagare gli oneri finanziari – lo ha detto il presidente. Stiamo cercando in ogni modo di liberare nuovi spazi per il risanamento della spesa e la riduzione fiscale proseguendo lo sforzo per concretizzare gli impegni presi con i cittadini del Lazio. Si conclude così un processo di ristrutturazione del debito avviato in ottemperanza a un ordine del giorno sottoscritto da me e dal consigliere Storace nei primi mesi della legislatura”.
LAZIO CREATIVO: IL VOLUME PER RACCONTARE LE ESPERIENZE DEI GIOVANI CREATIVI DEL LAZIO
10 esperti, 10 sezioni, 10 scrittori, 100 storie. Un reportage narrativo e fotografico sulla creatività nel Lazio anche in e-book. Start up, singoli professionisti, progetti corali, luoghi, festival, manifestazioni, imprese. Un libro bellissimo che racconta un pilastro dell’azione della Regione
Un libro per raccontare le esperienze dei giovani creativi del Lazio. Ieri il presidente, Nicola Zingaretti e l’assessore alla cultura e politiche giovanili, Lidia Ravera, hanno presentato il volume dedicato alla creatività nel Lazio, che è disponibile anche in e-book: startup, singoli professionisti, progetti corali, luoghi, festival, manifestazioni, imprese: 10 esperti hanno lavorato alla selezione di 100 realtà tenendo conto di alcuni criteri: una particolare attenzione per realtà emergenti e under 35, un’equilibrata rappresentazione delle provincie del lazio, 50% uomini, 50% donne.
I numeri del fondo #Lazio Creativo: inizialmente era stato previsto un investimento di 4,5 milioni di euro in 3 anni 2016-2020. 1, 5 milioni sono già stati investiti con il precedente bando che ci ha permesso di sostenere la nascita e lo sviluppo di startup innovative nei settori dell’audiovisivo, delle tecnologie applicate ai beni culturali, dell’artigianato artistico, del design, dell’architettura e della musica, cofinanziandone fino all’80% i costi di avvio e di primo investimento. i progetti ritenuti idonei e finanziabili a seguito delle procedure di istruttoria e di valutazione sono stati 41. le domande pervenute sono state 642.
Avanti con il sostegno al capitale creativo andiamo avanti per rilanciare e investire sul futuro e dimostrare che qui nel lazio c’è un sistema vivo, cosciente delle proprie potenzialità e che ha intenzione di rafforzarsi e crescere ancora.
“Un libro bellissimo che racconta uno dei pilastri della nostra azione, un libro che vuole dare un volto, una fisionomia a questo mondo fatto di storie individuali che insieme danno l’idea della ricchezza del nostro territorio – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: c’è una ricchezza incredibile nella nostra comunità, una classe creativa contemporanea che produce in un territorio con la più alta concentrazione artistica culturale del mondo“.
“Questo progetto dimostra ancora una volta come la Regione Lazio ha posto la creatività al centro di un disegno programmatico. I dati – ha commentato l’assessore Lidia Ravera – sono piuttosto incoraggianti: le imprese delle filiere culturali e creative producono in Italia 78,6 miliardi di valore aggiunto e avviano altri settori dell’economia producendo complessivamente 227 miliardi di euro. Nel nostro territorio – ha detto ancora Ravera – si trova oltre il 10% (cioè 630mila) delle industrie creative nazionali e vale l’8% del Pil contro circa il 6% della media nazionale“
Paola Taverna, senatrice del Movimento Cinque Stelle, è intervenuta questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso di ECG Regione, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Sulle dichiarazioni di Brunetta dopo l’accordo tra Movimento Cinque Stelle e PD sulla questione Consulta: “Brunetta ormai non ha più titolo per dire nulla, sta rosicando e stanno rosicando perché non sono stati capaci di portare a compimento una elezione che era dovuta al Paese. Siamo riusciti ad imporre due nomi importanti per la Corte Costituzionale, abbiamo dovuto necessariamente accettare quello che il PD proponeva, che comunque è una persona con competenza. Le accuse di inciucio sono ridicole, sono loro che pensano solo a portarsi a casa ciò che più gli fa comodo. Noi siamo andati per la nostra strada, gli altri ci devono rincorrere e ormai lo faranno sempre di più. Piano piano sta crollando il castello di carte su cui si poggia il Governo. Brunetta sta a rosicà, stanno rosicando perché perdono terreno, perché ormai sempre più persone stanno iniziando a guardarli in maniera differente“.
Matteo Salvini, Segretario della Lega Nord, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ecg Regione”, condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sulla coalizione di centrodestra. “Sono convinto che occorre avere un programma chiaro, idee chiare e io da solo non ce la faccio -ha affermato Salvini-. Oltre a Berlusconi, apro a tutti i soggetti politici che non si riconoscono nella sinistra e condividono le nostre idee. Di certo non bisogna commettere l’errore del passato di far entrare dentro tutti, perché poi si rischia di tirare dentro a anche i vari Fini, Casini, Follini, ecc… La Lega ha tanti difetti, ma è coerente. Noi quello che diciamo facciamo. Dai tempi di Monti noi siamo all’opposizione. Forza Italia ha cambiato idea diverse volte, ma ora mi sembra che la loro opposizione al governo Renzi sia decisa”.
Sul sindaco di Roma. “Bruno Vespa sindaco di Roma? Non penso si voglia lanciare in questa avventura –ha detto Salvini-. C’è più di una persona che si è messa a disposizione per Roma e Milano, sceglieremo la migliore tra questi. Della Valle? Non lo conosco. Lo conoscerò volentieri, però vorrei sapere cosa ne pensa delle nostre battaglie storiche ad esempio sulla legge Fornero, sulle politiche dell’immigrazione. Non basta avere una bella cravatta per stare con noi”.
Sulle elezioni dei giudici della Consulta. “Incucio Pd-5 Stelle? Basta guardare i numeri –ha affermato Salvini-. Si sono inseguiti per settimane, alla fine si sono trovati sulla questione Consulta. Giudicheranno gli italiani se è stato un inciucio o un’operazione politica normale”.
“Immigrazione? Qualche giorno fa un affiliato all’Isis è sbarcato in Sicilia. Bisogna identificare da dove partono i migranti che arrivano in Italia. Vedere quali sono quelli che scappano dalla guerra e quelli che invece non scappano da nessuna guerra”.
Sulla cancellazione del Concerto di Capodanno a Roma. “E’ follia spegnere le luci e le voci –ha detto Salvini-, togliere soprattutto ai bimbi il Natale, ai turisti e ai cittadini il Capodanno. Hanno appena buttato via milioni e milioni di euro per la candiadatura agli Olimpiadi, che è l’ultima cosa di cui ha bisogno Roma. Più che buttare i soldi così, diamo un po’ di vita, un po’ di colore, un po’ di musica”.
Sanzioni Russia. “Fra poco vado a Mosca –ha affermato Salvini-, visto che tra oggi e domani c’è il rischio che l’Ue rinnovi le sanzioni alla Russia, che sono un’idiozia”.
PARTITI, PALOZZI (FI): “SODDISFAZIONE PER CONGRESSO ROMANO FI AL VIA”
“Voglio esprimere tutta la mia soddisfazione per le parole del coordinatore romano di Forza Italia, Davide Bordoni, che ha annunciato l’apertura del Congresso Romano del nostro partito nel mese di gennaio. Si tratta di una novità importante, che restituisce voce al territorio al fine di consegnare una classe dirigente rinnovata, professionale e pronta a lavorare per le istanze dei cittadini. Un processo democratico fondamentale, soprattutto in questa fase politica delicata, in cui Roma si prepara ad andare al voto. Forza Italia, dunque, sul territorio capitolino così come nell’area metropolitana, dove la stagione congressuale è avviata in numerosi comuni, apre una fase nuova, fortemente attesa da cittadini e tesa al concreto radicamento sui territori. Per questa ragione non posso che sostenere con forza l’azione intrapresa dall’amico Bordoni, nella convinzione che il nostro partito tornerà ad essere la vera e unica locomotiva del centrodestra di Roma e provincia”. Così il coordinatore FI Provincia di Roma, Adriano Palozzi.
CIVITAVECCHIA, PALOZZI (FI): “SU POLO ENEL M5S FALSI E POPULISTI”
“Trovo davvero deprimente il teatrino, inscenato dal Movimento Cinque Stelle e dal sindaco di Civitavecchia Cozzolino in merito al polo di Torre Valdaliga. Il primo cittadino e tutta la sua combriccola, evidentemente folgorati sulla via di Damasco, adesso hanno cambiato idea sulla centrale a carbone, esprimendo l’intenzione di sottoscrivere una nuova convenzione pluriennale con l’Enel che prevede un contributo straordinario di 7 milioni di euro a favore del municipio civitavecchiese. In pratica, con la scusa di salvare il comune dal dissesto finanziario, i grillini hanno smentito se stessi, rinnegando tutte le pseudo convinzioni ambientaliste, e si sono rimangiati quanto annunciato in campagna elettorale, quando l’allora candidato Cozzolino si impegnò a non far transitare denaro da Enel direttamente nelle casse comunali e criticò aspramente il polo di Torre Valdaliga in nome della salute collettiva e ambientale. Davvero un bell’esempio di “coerenza politica” da parte di chi, come M5S, fa del falso moralismo e il pregiudizio politico i suoi cavalli di battaglia. Quanto accaduto in queste ore a Civitavecchia, dunque, dimostra l’inefficienza amministrativa della giunta Cozzolino, incapace di lavorare per i reali bisogni dei cittadini. I pentastellati farebbero più bella figura a dimettersi e andare a casa”. Così il consigliere regionale del Lazio e coordinatore FI Provincia di Roma, Adriano Palozzi.
La Dott.ssa Eleonora Ardemagni, analista di relazioni internazionali del Medio Oriente, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Il Mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it), in merito alla formazione della coalizione islamica guidata dall’Arabia Saudita per il contrasto al terrorismo.
“I vari Paesi di questa coalizione islamica si devono mettere d’accordo su chi sono i terroristi –ha affermato Ardemagni-. Le potenze sciite sono escluse da questa coalizione, ovvero la Siria, l’Iran e l’Iraq. L’Oman, che è sempre stato mediatore tra Arabia Saudita e Iran, non appare nella lista dei Paesi di questa coalizione. Dato che non sono ben definiti il mandato e gli obiettivi, questa appare una coalizione principalmente anti-sciita. Qualsiasi decisione va valutata in maniera molto cauta perché bisogna vedere il metodo e gli obiettivi di questa coalizione”.
Magaldi (Gran Maestro d’Oriente Democratico) a Radio Cusano Campus: “Rendo omaggio al fratello Gelli, anche se siamo agli antipodi. Fu un massone a far scoprire la P2 a Colombo e Turone. C’è un’egemonia di circuiti massonici aristocratici nei governi d’ Europa e d’Italia, anche Renzi ha chiesto di essere ammesso a quelle logge”
Gioiele Magaldi, Gran Maestro d’Oriente Democratico, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it), in merito alla storia di Licio Gelli e ai temi dell’attualità politica.
Su Licio Gelli. “Io mi sono sempre collocato agli antipodi di Licio Gelli dal punto di vista dell’interpretazione del ruolo della Massoneria –ha affermato Magaldi-. Detto questo, rendo omaggio ad un fratello di un altro versante ideologico. E’ passato all’Oriente Eterno, termine tecnico massonico per indicare la morte. E vorrei dire che Gelli è stato un grande protagonista, per molti aspetti in negativo, della storia del ‘900. Ma non è stato né un millantatore, né quell’Onnipotente burattinaio che molti pensano fosse”.
Sulla P2. “La P2 era una super loggia su base nazionale, filiazione di una super loggia su base sovranazionale che si chiama Three Eyes. Gelli è stato il coordinatore della P2 senza mai accedere alla Casa Madre in condizione paritetica rispetto ad altri personaggi che pure lo hanno favorito e accompagnato. La Loggia P2 era regolarmente costituita all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani. I piduisti non erano dei marziani venuti da chissà dove. Si diceva che i piduisti stavano ai massoni come le BR al Partito Comunista Italiano ma non è così. Ben tre gran maestri dell’Oriente d’Italia hanno collaborato con Licio Gelli e la P2 è un pezzo della storia del Grande Oriente d’Italia. La demonizzazione che è stata fatta della P2, così come la sua apologia, sono due posizioni sbagliate dal punto di vista storico. “é Gelli né la P2 sono stati implicati nel rapimento e nell’omicidio di Moro, ma è stato qualche altro massone a gestire quel rapimento, cercando poi di far ricadere le responsabilità sulla P2”.
Gelli e la tendenza neoaristocratica della Massoneria. “Esistono due tendenze fondamentali nei circuiti massonici: quella dei progressisti-democratici e quella minoritaria dei neoaristocratici. Gelli faceva parte di quest’ultimo gruppo. Riteneva cioè che solo alcuni eletti fossero destinati al comando e gli altri invece debbano essere sudditi, quasi delle bestie umane. Queste bestie umane devono essere governate dagli Iniziati. Si tratta di un’aristocrazia, non del sangue, ma dello spirito. Gelli era l’uomo che per conto di circuiti massonici neoaristocratici doveva fare in Italia quello che altrove era stato fatto in Argentina, in Cile, in Grecia, cioè avere un’impalcatura di massoni neoaristocratici che supportassero un governo dispotico, antidemocratico in Italia”.
Sulle parole del magistrato Gherardo Colombo che ha detto ‘Se avessimo tenuto le carte della P2 a Milano avremmo scoperto Mani Pulite 10 anni prima’. “Non sono d’accordo –ha affermato Magaldi-. Bisogna dire che la stessa scoperta della P2 fu un’operazione suggerita sia a Turone sia a Colombo da un altro eminente massone italiano e da altre persone. Non è un’operazione che nasce vergine. Ci sono stati una serie di personaggi che hanno messo la Magistratura sulle tracce della P2 e l’hanno fatto in un determinato momento storico. C’è una certa censura e rimozione main stream, certe domande su questo non vengono poste. Si chieda a Turone e Colombo chi li mise sulle tracce della P2 in quel determinato contesto storico”.
Sul governo Renzi e i presunti legami con la Massoneria. “Attualmente in Europa e nel mondo c’è un’egemonia di super logge di tendenza aristocratica che stanno disegnando una globalizzazione antidemocratica. I governi che si sono succeduti in Europa da Monti a Renzi non c’è stata differenza nel paradigma imperante: austerità ispirata ad una sorta di teologia dogmatica neoliberista. Renzi ha chiesto di essere ammesso a queste logge aristocratiche, ancora non è stato ammessa. In questo momento in Europa e in Italia c’è un’egemonia di questi circuiti massonici neoaristocratici”.
Giovani e lavoro: l’università privata li prepara meglio della pubblica
Organizzazione di attività pratiche, di stage e relativa preparazione degli universitari per il loro debutto nel mondo dei lavoratori: gli atenei pubblici escono sconfitti su tutti i fronti. Dati web survey di Skuola.net in collaborazione con l’Università degli Studi Niccolò Cusano.
Roma, 15 dicembre 2015 – Tutti pronti, arriva l’università del fare ed è privata. I laureati di oggi, in barba a chi li definisce fannulloni, si dichiarano pronti a entrare nel mondo del lavoro. Il merito sembra essere tutto dei loro corsi di laurea, molto più orientati a insegnare un mestiere sul campo. 1 studente su 3 racconta che nella sua facoltà si mettono le mani in pasta grazie all’organizzazione di attività pratiche e un altro 22% le colloca solo nei corsi più pratici. E quello che si impara è molto lontano dall’essere fuffa, tanto che la quasi totalità degli intervistati, il 92%, ritiene tali attività molto utili. Gli stage sono previsti nei curricula di più di 1 un universitario su 2 con un’ovazione del 59% di chi li ritiene un’ottima esperienza per familiarizzare con il mondo del lavoro. E proprio nella formazione di questi professionisti del futuro, l’università privata batte la pubblica. Chi la frequenta racconta di come si senta molto più preparato a entrare nel mercato del lavoro. A rivelarlo è una web survey di Skuola.net in collaborazione con l’Università degli Studi Niccolò Cusano su un campione di circa 700 universitari tra i 19 e i 30 anni.
Basti pensare che tra chi siede tra i banchi di un’università pubblica, 1 su 4 racconta che di attività pratiche la sua facoltà ne organizza sempre. Un buon risultato che però raddoppia tra coloro che invece studiano in un ateneo privato. Tra questi ultimi, infatti, a rivelare di poter imparare grazie all’organizzazione di tali attività è 1 ragazzo su 2.
Ma non tutti coloro che hanno preso parte a questi momenti pratici ne sono soddisfatti allo stesso modo. Per esempio, tra gli studenti della pubblica, il 45% ha ritenuto utili tutti quelli a cui ha partecipato, il 47% solo alcuni. Un dato che continua a essere molto più alto tra gli universitari della privata, dove il 71% è soddisfatto di tutti i corsi pratici, un altro 27% solo di alcuni.
Insomma, per farla breve i ragazzi si sentono pronti a fare il loro ingresso nel mondo del lavoro. O almeno così dicono 3 universitari su 7 che hanno preso parte a uno stage. Numeri che ancora una volta raddoppiano nella privata, dove i prontissimi al loro debutto da professionisti salgono al 68%. Nuovo K.O. per gli studenti della pubblica: solo il 30% si sente davvero pronto a terminare la sua vita da studente e abbracciare quella da adulto lavoratore.
E, come accennavamo, se i ragazzi si sentono così pronti il merito è proprio degli stage organizzati a livello universitario. Anche questo match lo vince ancora una volta l’università privata, visto che tra chi la frequenta, il 60% racconta al portale che il suo curriculum prevede questa esperienza di formazione in azienda (percentuale che si compone da un 25% che già le ha fatte e un 35% che ancora le deve fare). Tra chi studia in un’università pubblica, è il 53% a raccontare di avere uno stage previsto dal suo piano di studi (il 35% deve farlo, un altro 18% lo ha già terminato).
Fatto sta che uno stage, come lo guardi, lo guardi, è comunque un’esperienza utile. Tra coloro che ancora ne devono prendere parte, 3 su 5 lo ritengono un ottimo strumento per prendere confidenza con il mondo del lavoro, un altro 21% lo crede invece un momento indispensabile per mettere finalmente in pratica quello che ha tanto studiato solo sui libri. La paura fa capolino per un altro 15% del campione totale che ritiene sì lo stage un momento utile, ma che teme però di essere sfruttato.